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Laboratorio di Scrittura

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Título del Test:
Laboratorio di Scrittura

Descripción:
Aggiornato 2025 SACCOCCIO ANTONIO

Fecha de Creación: 2025/12/21

Categoría: Universidad

Número Preguntas: 75

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Le guide turistiche sono un esempio di testo. espressivo. regolativo. argomentativo. descrittivo.

I romanzi sono un esempio di testo. informativo. poetico. narrativo. argomentativo.

I diari sono un esempio di testo. argomentativo. regolativo. espressivo. descrittivo.

Un testo regolativo ha lo scopo di. esprimere emozioni. dare ordini o consigli. dimostrare una tesi. regolare sentimenti.

Un manuale universitario è un esempio di testo. regolativo. informativo. espressivo. narrativo.

Un testo espressivo ha lo scopo di. esprimere emozioni, sentimenti. esprimere opinioni argomentate. informare. dare consigli.

Un ricettario è un esempio di testo. argomentativo. regolativo. espressivo. narrativo.

Tra gli esempi di testo descrittivo possiamo trovare. cataloghi di mostre. novelle. diari. regolamenti.

Non è tra le caratteristiche del testo: comprensibilità. visione. coerenza. coesione.

Iltema scolastico è un testo prevalentemente. regolativo. poetico. narrativo. argomentativo.

La tesi di laurea può essere. di compilazione o di attribuzione. di compilazione o di ricerca. di ricerca o di rilievo. di preparazione o di ricerca.

Nella tesi di ricerca bisogna. evitare modi di dire abusati. proporre un avanzamento nella conoscenza dell'argomento scelto. dimostrare di avere un'ampia cultura generale. proporre una metodologia che il relatore non conosce.

Nell'antichità si sono occupati di retorica: Aristotele, Platone e Parmenide. Platone, Cicerone e Giovenale. Aristotele, Cicerone e Quintiliano. Cicerone, Marziale, Quintiliano.

Per Aristotele i generi della retorica sono: narrativo, giudiziario, propositivo. giudiziario, deliberativo. deliberativo, narrativo, epidittico. deliberativo, giudiziario, epidittico.

“Rem tene, verba sequentur” è un precetto attribuito a: Marco Tullio Cicerone. Marco Porcio Catone. Gaio Sallustio Crispo. Quinto Fabio Massimo.

Le cinque sezioni della retorica sono: inventio, ordo, dispositio, elocutio, actio. inventio, dispositio, elocutio, memoria, actio. inventio, elocutio, dispositio, memoria, actio. inventio, ordo, elocutio, actio, disputatio.

La dispositio è: trovare gli argomenti. disporre le figure retoriche nel testo. dare ordine ai contenuti. trovare gli esempi opportuni.

L’elocutio è: dare forma linguistica alle idee. dare ordine alle idee. trovare le idee. memorizzare le idee.

L’inventio è. la stesura del testo. la ricerca degli argomenti. l’ordine delle idee. la dimostrazione della tesi.

Per Cicerone le finalità dell’oratore sono: docere, delectare, movere. docere, movere, flectere. docere, docere, docere. docere, probare, delectare.

Nel Medioevo il trivium è costituito da: retorica, grammatica, dialettica. retorica, grammatica, musica. retorica, grammatica, aritmetica. grammatica, dialettica, musica.

Le fonti secondarie sono: i testi scritti sull’argomento oggetto di studio. le fonti dirette. le fonti indirette. i testi scritti nel XX e XXI secolo.

Il catalogo collettivo delle biblioteche del Servizio Bibliotecario Nazionale è noto come: OPAC SBN. Google Libri. Progetto Gutenberg. Internet Culturale.

La documentazione segue le seguenti fasi: rintracciare, studiare, valutare, sintetizzare le fonti primarie e secondarie. rintracciare, studiare e valutare le fonti primarie. studiare e valutare le fonti secondarie. rintracciare, studiare e sintetizzare le fonti primarie e secondarie.

Per Umberto Eco lo studioso deve avere un atteggiamento di “umiltà scientifica”, cioè: bisogna rispettare tutti allo stesso modo. comportarsi umilmente con gli intellettuali contemporanei. bisogna avere rispetto delle fonti più autorevoli. non bisogna disprezzare nessuna fonte.

Tradizionalmente l’ordine degli argomenti poteva seguire tre modelli: crescente, decrescente, inverso. crescente, inverso, nestoriano. crescente, decrescente, nestoriano. crescente, nestoriano, omerico.

Il frontespizio. riproduce l’impaginazione della copertina. contiene soltanto i titoli dei capitoli. contiene i titoli di capitoli, paragrafi e sottoparagrafi. prevede una numerazione decrescente delle varie sezioni.

Nel frontespizio di una tesi di laurea l’abbreviazione “Chiar.mo” sta per: notissimo. illustre. degno di venerazione. egregio.

È consigliabile collocare l’indice: all’inizio della tesi di laurea. al termine della tesi di laurea. l’indice non è necessario in una tesi di laurea. prima del frontespizio.

Nell’introduzione: l’autore presenta in sintesi i contenuti della tesi di laurea. l’autore presenta esclusivamente la motivazione che lo ha portato a scrivere la tesi di laurea. in una tesi di laurea non è presente l’introduzione. il relatore presenta il candidato.

Il riassunto serve a: selezionare argomenti e idee principali dalle fonti bibliografiche. selezionare le fonti primarie. selezionare e sintetizzare le fonti secondarie. mettere ordine nelle fonti.

Quali di queste affermazioni non è corretta: in un riassunto bisogna sostituire la terza persona con la prima persona. in un riassunto il discorso diretto va trasformato in indiretto. in un riassunto non bisogna inserire commenti personali. in un riassunto bisogna mantenere la coerenza dei tempi verbali.

Nel modello di Roman Jakobson a mittente e destinatario. corrispondono la funzione emotiva e la funzione conativa. corrispondono la funzione metalinguistica e la funzione fatica. corrispondono la funzione fatica e la funzione referenziale. corrispondono la funzione poetica e la funzione emotiva.

La funzione fàtica. è comunemente chiamata emotiva. si fonda sul canale. si fonda sul referente. si fonda sul destinatario.

La funzione poetica prevale. nei testi poetici e nei messaggi pubblicitari. nei testi narrativi. nei testi saggistici. nei manuali scolastici.

La funzione referenziale prevale. nei verbali, nelle cronache, nelle agenzie di stampa. nei ricettari. nei diari e nelle lettere agli amici. nei comizi e nei messaggi pubblicitari.

La funzione metalinguistica prevale. nei comizi. nei diari personali. nelle guide turistiche. nei vocabolari.

La coerenza di un testo è. l’organizzazione consequenziale di tutte le sue parti in un insieme unitario. l’ordine sequenziale di tutte le idee. l’invenzione di tutti gli argomenti a sostegno della tesi. l’organizzazione della scaletta in un ordine puntuale.

La coerenza di un testo può essere. tematica, espressiva, logica e semiotica. tematica, semantica, fàtica e semiotica. tematica, semantica, logica e stilistica. tematica, semiotica, logica e descrittiva.

I connettivi che si usano per esprimere un rapporto di concessione sono: sebbene, benché, nonostante. ma, però, tuttavia. affinché, perché. perché, poiché, giacché.

I connettivi che si usano per esprimere un rapporto di causa/effetto sono: cioè, ossia, per questo, per esempio. ma, però, tuttavia. affinché, perché. perché, poiché, giacché.

La coerenza semantica si attua: con la presenza di determinati campi semantici e parole chiave. con la presenza di sinonimi e antonimi. con la presenza di parole-semi sparse nel testo. con la presenza di iponimi e iperonimi.

La coesione di un testo è. l’organizzazione consequenziale del lessico. l’ordine sequenziale degli argomenti. la corretta connessione morfosintattica e lessicale tra tutte le parti. il rispetto di tutte le connessioni sintattiche.

La coesione morfosintattica è raggiunta mediante: concordanza, connettivi, sostituenti, punteggiatura. connettivi, punteggiatura, sinonimi. connettivi, sostituenti, sinonimi, antonimi. concordanza, punteggiatura.

I sostituenti sono: parole che sostituiscono nomi utilizzati almeno due volte in precedenza. argomenti che sostituiscono idee citate in precedenza. argomenti che sostituiscono temi utilizzati precedentemente. parole che sostituiscono nomi utilizzati precedentemente.

Il punto fermo si usa: come il punto e virgola. nelle abbreviazioni. in sostituzione dei due punti. sempre meno nell’italiano neo-standard.

La virgola va sempre usata: per isolare il complemento di vocazione. per separare soggetto e predicato. per isolare il predicato dal complemento oggetto. prima di un elenco.

La virgola non va mai usata: per separare sostantivi in un elenco. per separare soggetto e predicato. per isolare il complemento di vocazione. per isolare avverbi come sì, certo;.

Il punto e virgola: è sempre meno utilizzato nell’italiano contemporaneo. è sempre più utilizzato nell’italiano contemporaneo. non è mai stato utilizzato nell’italiano standard. è scomparso nell’italiano contemporaneo.

I puntini sospensivi si usano nel numero fisso di: 2. 3. 4. 6.

Secondo il linguista De Mauro la lingua può essere pensata come: una grande sfera. un grammofono. un pallone aerostatico. una piramide tronca.

Il “vocabolario di base” di Tullio De Mauro comprende: vocaboli noti a chiunque abbia completato la scuola elementare. vocaboli noti a chiunque abbia completato la scuola media. vocaboli noti a chiunque abbia un diploma di maturità classica o scientifica. vocaboli noti a chiunque abbia una laurea triennale.

Il “Vocabolario di base della lingua italiana” di De Mauro fu pubblicato per la prima volta: nel 2001. nel 1980. nel 1989. nel 1999.

Nel “Vocabolario di base della lingua italiana” la dispersione: corregge distorsioni che potrebbero aversi guardando solo alla frequenza. corregge errori del lessico fondamentale. integra il lessico fondamentale con vocaboli del lessico comune. corregge errori dell’italiano standard.

I dizionari diacronici: testimoniano il lessico di una lingua in un determinato momento storico. presentano il lessico di una lingua nella sua evoluzione storico. si concentrano sull’origine delle parole. presentano il lessico di una lingua nelle sue varietà locali.

Il GRADIT è: il grande dizionario storico della lingua italiana diretto da Salvatore Battaglia. un grande dizionario diacronico. un grande dizionario etimologico. un dizionario descrittivo che comprende tutto il lessico della lingua italiana.

Non si scrivono con la lettera maiuscola: titoli di opere letterarie, artistiche, musicali. nomi che indicano periodi storico-culturali o avvenimenti di rilevanza storica. nomi dei corpi celesti. nomi dei giorni della settimana.

Nella lingua italiana la maiuscola si usa all’interno di una parola soltanto: nel caso di una maiuscola reverenziale. per indicare oggetti di culto. in caso di omonimia. per indicare autorità particolarmente prestigiose.

Il corsivo può essere chiamato anche: Italic. Bold. Latino. Garamond.

Per indicare nomi di quotidiani o riviste si usano: le parentesi tonde. il corsivo. le virgolette alte. gli incisi.

Nelle tesi di laurea il grassetto si usa: per indicare titoli di capitoli e paragrafi. per indicare titoli e parole chiave. per evidenziare titoli di libri. per evidenziare concetti particolarmente significativi.

La citazione testuale è diretta: quando la fonte è citata variando le parole del testo. quando la fonte è citata riportando le stesse parole del testo. quando la fonte viene parafrasata. quando la fonte viene sintetizzata.

La bibliografia sintetica: è diffusa soprattutto in ambito scientifico. è diffusa soprattutto in ambito umanistico. non viene più utilizzata dal secondo Novecento. ha ormai sostituito ovunque la bibliografia analitica.

La bibliografia analitica: è diffusa soprattutto in ambito scientifico e giuridico. non viene più utilizzata dagli anni Ottanta del Novecento. è diffusa soprattutto in ambito umanistico. è l’unica utilizzata nel XXI secolo.

Le citazioni dirette possono essere inserite: nel corpo del testo oppure in un paragrafo con rientro e in corpo minore. unicamente in un paragrafo con rientro e in corpo minore. solo in una nota a piè di pagina. in nota a piè di pagina o in nota al termine del testo.

Per una tesi di laurea è consigliabile usare: un’interlinea singola. un’interlinea 1,5. un’interlinea 2. un’interlinea dimezzata.

I testi per la stampa presentano un margine maggiore: a destra. a sinistra. in alto. in basso.

Per le note delle tesi di laurea si utilizza abitualmente il corpo: 10. 12. 13. 14.

I font sans-serif sono i caratteri che: non sono estremamente arrotondati alla base. non hanno abbellimenti alle estremità delle lettere. sono aggraziati. non hanno decorazioni nelle consonanti.

La marginatura è: l’interlinea. lo spazio bianco tra il testo e il bordo della pagina. la giustificazione di un testo. lo spazio ai margini di una tabella.

Nella revisione formale del testo rientra: la revisione grammaticale, lessicale, della sintassi, della punteggiatura. la revisione lessicale e contenutistica. la revisione grammaticale e della sintassi. la revisione della sintassi, dell’argomentazione e della punteggiatura.

Durante la revisione formale le ripetizioni: vanno sempre eliminate. vanno eliminate quando sono distanziate da meno di tre parole. vanno eliminate solo quando sono la conseguenza di una prima stesura poco attenta al lato formale. non vanno mai eliminate.

Quando si scrive un’e-mail, l’oggetto deve: essere chiaro, completo e sintetico. contenere il nome e cognome di chi invia l’e-mail. contenere almeno il cognome di chi invia l’e-mail. essere chiaro, sintetico e ironico.

Il modello europeo per il curriculum: si chiama Eurobond. non è mai stato introdotto. si chiama Europass. è stato introdotto negli anni Ottanta del XX secolo.

Nel modello per il curriculum Europass la prima sezione: contiene le esperienze formative. contiene i dati anagrafici. contiene le esperienze professionali. contiene le competenze personali.

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