Lingua e Letteratura Latina 12 cfu
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Título del Test:![]() Lingua e Letteratura Latina 12 cfu Descripción: UniPegaso - piattaforma (1-14) |




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1. Le Mémoires d'Hadrien prendono l'avvio da: un'epistola di Marco Aurelio ad Adriano. un'epistola di Adriano a Marco Aurelio. un'orazione. un'episola di Adriano ad Antonino Pio. 2. Uno dei pilastri della ricerca condotta da Marguerite Yourcenar per la stesura del romanzo è: Dione Cassio. Spartaco. Svetonio. Tacito. 3. In relazione al romanzo di Marguerite Yourcenar non è vero che: si cala nei panni di uno storico del tempo. consulta fonti greche. inventa i dati sulla vita del princeps. elimina le fonti fantasiose. 4. Componendo il romanzo, Marguerite Yourcenar non prende in considerazione: la corrispondenza amministrativa di Adriano. il romanzo storico composto da Adriano. il discorso di Lambesa di Adriano. le poesie di Adriano citate da autori del tempo. 5. Adriano, scrivendo a Marco Aurelio, afferma di essere affetto da: lebbra. malattia respiratoria. febbre quartana. idropsia del cuore. 6. Il medico Ermogene consiglia all'imperatore l'uso di: amuleti. piante con virtù prodigiose. formule magiche. salasso. 7. Nell'epistola di Adriano è realizzata una descrizione delle attività: del vir Romanus. del sovrano ellenistico. del dictator crudele. dell'uomo colto, ma non impegnato dal punto di vista militare. 8. Adriano confessa di aver attirato le rampogne di Traiano per: il suo otium. le sue mire espansionistiche. la sua cultura filo-ellenistica. la sua caccia al cinghiale. 9. Tra le attività menzionate da Adriano, stando ai passi del romanzo citati, non c'è: la corsa. il nuoto. l'equitazione. la lotta. 10. Adriano denuncia 'un vizio romano', vale a dire: l'ozio. il mangiar troppo. l'arroganza. il bere troppo. 1. Non è vero che: i testi da tradurre riflettono una società in cui la distinzione tra liberi e schiavi è fondamentale. è necessario che il traduttore abbia una profonda conoscenza in materia di civiltà. il traduttore non subisce una serie di estraniamenti in rapporto al testo da capire e da tradurre. il traduttore deve conoscere le istituzione della società romana. 2. È vero che: non è importante prendere in considerazione gli aspetti retorici. il dominio della retorica si estende anche sull''ordo verborum'. il dominio della retorica non si estende sull''ordo verboum'. le figure retoriche non orientavano la comprensione del messaggio. 3. Il corretto paradigma di 'legere' è: lĕgo, lēgis, legi, lectum, lĕgĕre. lēgo, lēgis, legi, lectum, lēgēre. lēgo, lēgis, legi, lectum, lĕgĕre. lĕgo, lĕgis, legi, lectum, lĕgĕre. 4. L'opera di Varrone si colloca nel: I sec. a.C. I sec. d.C. II sec. d.C. II sec. a.C. 5. Per Varrone, non deriva dal verbo 'legere': 'ligna'. 'legatus'. 'legumen'. 'licentia'. 6. Nella voce del "Dictionnaire etimologique de la langue latine" di Ernout e Meillet è chiarito che: 'lego' (leggere) è diventato un verbo dipendente da 'lego' (scegliere). 'lego' (leggere) è diventato un verbo indipendente da 'lego' (scegliere). nelle lingue romanze è persistito il significato di "scegliere". 'relego' significa "leggere fino alla fine". 7. Macrobio fu attivo: tra II e III sec. tra III e IV sec. tra IV e V sec. tra V e VI sec. 8. È falso che Macrobio: riflette sulla tecnica compositiva di Virgilio. dimostra che Didone è già nella produzione ellenistica. dimostra l'enorme ascendente che Virgilio ha avuto nella storia della cultura e dell'arte. rappresenta ai lettori le possibili letture che hanno spinto Virgilio a fingere il personaggio di Didone. 9. Il vocabolo tecnico che designa l'operazione compiuta da Virgilio, che attinge al repertorio ellenistico per la 'fabula' di Didone, è: 'formare'. 'transferre'. 'uti'. 'celebrare'. 10. Il commento di Servio ad Verg. Aen. 6,34 conferma che: 'perlegere' è usato solo per indicare l'atto di 'leggere' un testo. 'perlegerent' equivale a 'perspectarent'. 'perlegere' è usato solo per indicare l'atto di 'leggere' un'opera d'arte. 'perlegere' è usato con il significato di "raccogliere" un'opera d'arte. 1. Per gli Stoici, l'etimologia: è il significato stabilito dai filosofi. non è il significato 'vero' di una parola. è l'espressione naturale del pensiero. non coincide con la perfetta corrispondenza fra significante e significato. 2. Fra questi, appartiene alla scuola grammaticale di Pergamo: Zenodoto. Aristarco. Lucilio. Cratete di Mallo. 3. A Roma, tra i poeti che si occuparono di questioni grammaticali, c'è: Plauto. Pacuvio. Aristofane di Bisanzio. Accio. 4. Varrone fece ricorso all'autorità di Elio Stilone per: approfondire l'anomalia. conoscere la differenza tra anomalia e analogia. per conoscere la dottrina epicura in materia di etimologia. la delucidazione di antichi carmi latini. 5. Secondo Varrone, è vero che: la ricerca condotta sui testi antichi è più fruttuosa dal punto di vista pratico. la ricerca condotta sul linguaggio corrente consente di conoscere l'origine prima delle parole. non è possibile dare l'etimologia di tutte le parole. analizzando i testi antichi, è possibile dare l'etimologia di tutte le parole. 6. Elio Stilone fu maestro di Varrone e di: Cicerone. Cratete di Mallo. Aristarco. Lucilio. 7. È vero che: il fine che Varrone prefigge alla propria indagine etimologica è uguale a quello stoico. per Varrone, il recupero dell'origine di una parola ha solo un valore euristico. Varrone è interessato esclusivamente all'indagine semantica. Varrone mira ad acquisire consapevolezza del retto valore di un termine, non solo dal punto di vista sincronico. 8. In Varrone, 'de lingua Latina' 6,86 ('nunc primum ponam de censoriis tabulis'), 'ponam' è: indicativo futuro attivo I persona singolare. congiuntivo presente attivo I persona singolare. accusativo di un sostantivo della prima declinazione. indicativo piuccheperfetto attivo I persona singolare. 9. L''anquisitio' è: il procedimento successivo alla 'quaestio'. un sinonimo di 'quaestio'. il procedimento che precede la 'provocatio'. il procedimento che precede la 'quaestio'. 10. In questo testo di Varrone, 'de lingua Latina' 6,89 ('Quare hi[n]c accenso, illic praeconi dicit, haec est causa: in aliquot rebus item ut praeco accensus acci[pi]ebat, a quo accensus quoque dictus. accensum solitum ciere Boeotia ostendit, quam comoediam Aquilii esse dicunt, hoc versu'), 'acciebat' equivale all'italiano: chiamare. provocare. comandare. acciuffare. 1. La concezione dell'origine del linguaggio espressa da Varrone rispecchia le dottrine: epicuree. pitagoriche. stoiche. platoniche. 2. Il lessicografo Paolo Festo mette in correlazione il termine mundus con: il verbo 'movere'. l'aggettivo 'mundus'. il sostantivo 'munditia'. con l'avverbio 'modo'. 3. A detta di Macrobio, 'Saturnalia' 1,13,3 , il mattino è chiamato 'mane': perché coincide con il momento in cui le belve immani si svegliano. perché l'inizio della luce emerge dai Mani. perché ha la sua radice nel sostantivo 'manus'. perché i Mani sono malvagi. 4. Varrone, nel 'de lingua Latina' 6,5 afferma che 'crepusculum' significa: 'dubbio'. 'giorno'. 'metà del giorno'. 'certo'. 5. Secondo Varrone, 'de lingua Latina' 6,6, 'nox' deriva da: 'noceo'. 'nosco'. 'notus'. 'nascor'. 6. In Varrone, 'de lingua Latina' 6,7, è citato un verso di Plauto, che definisce il periodo più buio della notte, ossia il tempo del silenzio: 'iubar'. 'vesperugo'. 'concubium'. 'conticinium'. 7. L'attributo 'intempesta', in relazione a 'nox', significa: 'ventosa'. 'silenziosa'. 'paurosa'. 'fonda'. 8. La 'bruma' è: il solstizio d'estate. l'equinozio di primavera. l'equinozio d'autunno. il solstizio d'inverno. 9. Secondo Mauro Servio Onorato ad Verg. Aen. 1,269, 'annus' è imparentato con: 'anulus'. 'anus' (femminile). 'ambire'. 'circumire'. 10. Ateio Capitone, che, stando a Varrone, 'de lingua Latina' 1,14,5, ritiene che il nome 'anno' derivi dal giro del tempo, è: commediografo. giurista. 'grammaticus'. filosofo stoico. 1. Secondo Varrone, 'de lingua Latina' 6,9, il sostantivo 'hiems' potrebbe derivare da: 'hibernacula'. 'hibernum'. 'hiatus'. 'hibernalis'. 2. Nel brano di Varrone, 'de lingua Latina' 6,10 ('quartum autumnus, ab augendis hominum opibus dictus frugibusque coactis, quasi auctumnus'), 'augendis' è: gerundio di 'augeo'. gerundivo di 'ago'. gerundivo di 'augeo'. gerundio di 'ago'. 3. Il 'lustrum', per Varrone, 'de lingua Latina' 6,11, è chiamato così dal: verbo 'luere'. sostantivo 'lux'. verbo 'salvare'. verbo 'lustrare'. 4. Stando a Varrone, 'de lingua Latina' 6,10 ('Ab sole, sic mensis a lunae motu dictus, dum ab sole profecta rursus redit ad eum') è vero che: il mese è così chiamato dal movimento del sole. l'anno è così chiamato dal movimento della luna. il mese è così chiamato dal movimento della luna. il mese è il periodo in cui il sole, partito dalla luna, ritorna a essa. 5. Secondo Varrone, 'de lingua Latina' 6,2, i 'dies Agonales' sono così chiamati per il fatto che il celebrante domanda 'agone?', che significa: 'devo gareggiare?'. 'devo essere io il capo?'. 'è opportuno che egli faccia un sacrificio?'. 'debbo io procedere al sacrificio?'. 6. Varrone, 'de lingua Latina' 6,12-13, racconta che 'februatus', giorno dei Lupercali, è legato a 'februs', che, usato dagli antichi, indica: la pelle del lupo. l'abito indossato dai Luperci. il sacrificio del lupo. la pelle del capro. 7. Stando a Varrone, 'de lingua Latina' 6,13 ('Feralia ab inferis et ferendo, quod ferunt tum epulas ad sepulcrum quibus ius [s]ibi parentare'), 'parentare' equivale a: creare rapporti di parentela. offrire offerte ai parenti in vita. offrire sacrifici agli altri membri della curia. offrire sacrifici funebri. 8. Varrone, nel 'de lingua Latina' 6,13, sostiene che i 'Feralia' sono così chiamati: solo da 'inferi'. solo da 'ferre'. da 'ferox'. da 'inferi' e da 'ferre'. 9. In questo brano di Varrone, 'de lingua Latina' 6,14 ('Liberalia dicta, quod per totum oppidum eo die sedent sacerdotes Liberi anus hedera coronatae cum libis et foculo pro emptore sacrificantes'), 'anus' è: un nominativo singolare. un vocativo plurale. un accusativo plurale. un nominativo plurale. 10. I 'Fordicidia', per Varrone, 'de lingua Latina' 6,15, derivano da: 'fordae cadere'. 'fordae casus'. 'ferre' e 'caedere'. 'fordae' e 'caedere'. 1. Secondo la testimonianza di Macrobio, "Saturnalia" 3,2,3-4 ("nam ex disciplina haruspicum et ex praecepto pontificum verbum hoc sollemne sacrificantibus est… Porricere ergo, non proicere proprium sacrificii verbum est"), il verbo da utilizzare per i sacrifici è: 'proicere'. 'sacrificare'. 'praecipere'. 'porricere'. 2. In Varrone, "de lingua Latina 6,16" ("Robigalia dicta ab Robigo; secundum segetes huic deo sacrificatur, ne robigo occupet segetes"), 'occupet' è: indicativo presente attivo. congiuntivo imperfetto attivo. indicativo futuro attivo. congiuntivo presente attivo. 3. 'Condere' significa: tenere all'oscuro. spiare. condire. consumare. 4. I 'Consualia' sono così chiamati: dal 'consul'. dal magistrato Conso. dal dio protettore delle porte. dal dio Conso. 5. Il segno diacritico † sta ad indicare che il passo: è stato pubblicato postumo. è una citazione indiretta. è una citazione diretta. non è integro. 6. Non è vero, secondo Varro, "de lingua Latina 6,18 ss., che: le None Caprotine sono sono così chiamate perché le donne sacrificano in quel giorno a Giunone Caprotina. pare che i 'Poplifugia' abbiano tratto il loro nome dal fatto che in questo giorno il popolo d'improvviso fuggì tumultuosamente. i 'Vinalia' rustici sono dedicati a Marte. i 'Portunalia' erano dedicati al dio Portuno. 7. Stando a Varrone, "de lingua Latina" 6,20-21 ("Octobri mense Meditrinalia dies dictus a medendo, quod Flaccus flamen Martialis dicebat"), 'mederi' equivale all'italiano: medicare. mendicare. meditare. mentire. 8. Questo carmen, citato da Paolo Festo 123 Morel, "Vetus novum vinum bibo veteri novo morbo medeor", ha un andamento ritmico che coincide con quello: dell'esametro. del pentametro. del saturnio. del trimetro giambico. 9. In Varro, "de lingua Latina" 6,22-23 ("sed quod de his prius, id ab ludendo aut lustro, id est quod circumibant ludentes ancilibus armati"), il verbo 'ludere' equivale in italiano a: giocare. rappresentare. ridicolizzare. purificare. 10. Secondo quanto afferma Macrobio, il nome del dio Saturno deriva da 'satus', che significa: sufficienza. sazietà. opera. semina. 1. In Varro, "de lingua Latina" 6,27-28 ("de his diebus nunc iam, qui hominum causa constituti, videamus. primi dies mensium nominati kalendae, quod his diebus calantur eius mensis nonae a pontificibus", 'calantur' equivale all'italiano: 'sono pronunciate'. 'sono sospese'. 'sono viste'. 'sono fissate'. 2. In Varro, "de lingua Latina" 6,27-28 ("de his diebus nunc iam, qui hominum causa constituti, videamus. primi dies mensium nominati kalendae, quod his diebus calantur eius mensis nonae a pontificibus, quintanae an septimanae sint futurae, in Capitolio in curia Calabra sic dicto quinquies 'kalo Iuno Covella', septies dicto 'kalo Iuno Covella'", 'Iuno Covella' è: un nominativo. un ablativo. un vocativo. un accusativo. 3. 'Fari', attestato in Varro, "de lingua Latina" 6,29("dies postridie kalendas, nonas, idus appellati atri, quod per eos dies nihil novi inciperent. dies fasti, per quos praetoribus omnia verba sine piaculo licet fari"), è: il genitivo singolare di un sostantivo della II declinazione. il dativo singolare della III declinazione. l'infinito presente di un verbo deponente. un infinito perfetto. 4. Secondo Varro, "de lingua Latina" 5,155 ("comitium ab eo quod coibant"), 'comitiales' è fatto derivare indirettamente dal verbo 'coire', che significa: pregare il dio insieme. festeggiare insieme. parlare insieme. andare tutti insieme. 5. Quintus Mucius, citato da Varro, "de lingua Latina" 6,30 ("si prudens dixit, Quintus Mucius non ambigebat eum expiari ut impium non posse"), fu: il primo pontefice massimo. il primo giurista romano a comporre un'opera complessiva di diritto romano. autore di un'opera sulla lingua latina. console nell'85 a.C. 6. Il 'dies Alliensis' ricorda la battaglia avvenuta presso il fiume Allia il 18 luglio 390 a.C. tra Romani e: Etruschi. Greci. Galli Senoni. Cartaginesi. 7. Il "de verborum significatu" è opera di: Varrone. Festo. Paolo Diacono. Macrobio. 8. Marco Fulvio Nobiliore, vincitore della battaglia di Ambracia, ispirò un tragedia che fu composta da un suo amico, vale a dire: Nevio. Varrone. Catone. Ennio. 9. 'Dies februatus', secondo Varro,"de lingua Latina" 6,34 ("ego magis arbitror Februarium a die februato, quod tum februatur populus, id est lupercis nudis lustratur antiquum oppidum Palatinum gregibus humanis cinctum"), indica il: "giorno della purificazione". "giorno della punizione". "giorno della processione per gli dèi inferi". "giorno delle febbri". 10. Censorino fu: console. un 'grammaticus', autore del 'de die natali'. un 'grammaticus', autore del 'de verborum significatu'. avversario di Catone. 1. La versione italiana del "Vocabulaire Essentiel de Latin" (C. Cauquil - J.Y. Guillallmin) curata da F. Piazzi ("Lessico essenziale di latino") non contiene: la strutturazione dei vocaboli per famiglia. l'indice di frequenza. la propagazione nell'odierno vocabolario italiano e francese. la propagazione dei vocaboli nell'odierno vocabolario italiano. 2. In Varro, "de lingua latina 6,36" ("quartum quod neutrum habet, ut ab lego lecte ac lectissime"), 'lecte' significa: in forma scelta. in forma sceltissima. letto. legato. 3. In Varro, "de lingua latina" 6,35 ("Quod ad temporum vocabula Latina attinet, hactenus sit satis dictum; nunc quod ad eas res attinet quae in tempore aliquo fieri animadvertuntur, dicam, ut haec sunt: legisti, cursurus, ludens"), 'cursurus' è: nominativo singolare di un sostantivo. participio futuro del verbo 'curso'. participio futuro del verbo 'curro'. nominativo plurale di un sostantivo. 4. In Varro, "de lingua Latina" 6,37 ("Primigenia dicuntur verba ut lego, scribo, sto, sedeo et cetera, quae non sunt ab aliquo verbo, sed suas habent radices. Contra verba declinata sunt quae ab aliquo oriuntur, ut ab lego legis, legit, legam et sic indidem hinc permulta"), per 'verba primigenia' si intendono: le prime parole imparate dal bambino. le parole che non derivano da nessun'altra parola. le parole che derivano da una sola parola. le parole da insegnare prima di tutte le altre. 5. Secondo Varro, "de lingua Latina 7,4", 'equites' deriva da: 'equitatus'. 'equus'. 'eques'. 'equinus'. 6. Nel "de lingua Latina", Varrone dedica alla 'delinatio' i libri. I-III. II-VII. VIII-XIII. XIV-XIX. 7. Secondo Varrone, "de lingua Latina" 8,5, le parole nascono per: 'impositio' e 'declinatio'. 'inventio' e 'dispositio'. solo per 'inventio'. solo per 'impositio'. 8. A partire da Varro, "de lingua Latina" 6,38("ut enim processit et recessit, sic accessit et abscessit; item incessit et excessit, sic successit et decessit, discessit et concessit"), 'abscessit' significa: si ritirò. si allontanò. subentrò. decedette. 9. Secondo Varro, "de lingua Latina" 5,3 ["Quae (scil. verba) ideo sunt obscuriora, quod neque omnis impositio verborum extat, quod vetustas quasdam delevit, nec quae extat sine mendo omnis imposita, nec quae recte est imposita, cuncta manet (multa enim verba litteris commutatis sunt interpolata), neque omnis origo est nostrae linguae e vernaculis verbis, et multa verba aliud nunc ostendunt, aliud ante significabant, ut hostis: nam tum eo verbo dicebant peregrinum qui suis legibus uteretur, nunc dicunt eum quem tum dicebant perduellem"], non è vero che: 'hostis' non indicava originariamente solo lo straniero, ma anche il nemico di guerra. alcune parole le ha fatte scoparire il tempo. molto parole hanno subìto delle modificazione nell'ordine delle lettere. quelle (parole) che rimangono in vita non sono state tutte create in maniera irreprensibile. 10. In Varro, "de lingua Latina" 6,39 ("et reliqua ostendat, quod non postulat, tamen immanem verborum expediat numerum", 'expediat' è: indicativo presente attivo. congiuntivo presente attivo. imperativo presente attivo. indicativo futuro attivo. 1. Il verbo 'consulo' con dativo ha il significato di: guardarsi da…. provvedere a…. essere libero da…. trattenersi. 2. Stando a Varro, 'de lingua Latina' 6,42 ['Cogitare a cogendo dictum: mens plura in unum cogit, unde eligere possit. (sic e lacte coacto caseus nominatus, sic ex hominibus contio dicta, sic coemptio, sic compitum nominatum)'], la 'coemptio' è: l'assemblea. il formaggio. il crocevia. il matrimonio per compra-vendita. 3. 'Cogito' è un verbo: frequentativo di 'cogo'. incoativo. frequentativo di 'ago'. causativo. 4. 'Contio', 'coemptio', 'compitum' e 'concilium' hanno in comune con 'cogo' e 'cogito': solo la radice. solo il prefisso. la radice e il prefisso. il significato. 5. Stando a Varro, 'de lingua Latina' 6,44 ('Sic reminisci, cum ea quae tenuit mens ac memoria, cogitando repetuntur. hinc etiam comminisci dictum, a con et mente, cum finguntur in mente quae non sunt') è vero che 'reminisci' è: un infinito ed equivale all'italiano 'ricordarsi'. un nominativo plurale ed equivale all'italiano 'ricordi'. un infinito ed equivale all'italiano 'fantasticare'. un nominativo plurale ed equivale all'italiano 'fantasie'. 6. Il senso originario del verbo 'horreo' è, come riporta Varrone: 'inorridire'. 'rizzarsi'. 'odiare'. 'incutere paura'. 7. Secondo Varro, 'de lingua Latina' 6,47 ('Lubere ab labendo dictum, quod lubrica mens ac prolabitur, ut dicebant olim. ab lubendo libido, libidinosus ac Venus Libentina et Libitina, sic alia'), da 'lubere' non si ha: 'libidinosus'. 'labi'. 'Libitina'. 'libido'. 8. Stando a Varro, 'de lingua Latina' 6,49 ('Meminisse a memoria, cum id quod remansit in mente †in id quod rursus movetur; quae a manendo ut manimoria potest esse dicta') è vero che: 'memoria' viene da 'meminisse'. 'memoria' non può venire dal verbo 'manere'. 'memoria' può venire dal verbo 'manere'. i 'manimoria' sono sinonimi di 'dicta'. 9. 'Maerere', attestato in Varro, 'de lingua Latina' ('Maerere a marcere, quod †etiam corpus marcescere'), equivale all'italiano: avvizzire. rallegrarsi. ricordare. affliggersi. 10. Giovenzio, citato da Varrone ('de lingua Latina' 6,50), fu: lessicografo. poeta tragico. poeta comico. 'grammaticus'. 1. L'attributo 'vetus' è adatto per: le persone. gli animali. le cose. le piante. 2. Stando a Varro, "de lingua Latina" 6,51 ("Narro, cum alterum facio narum, a quo narratio, per quam cognoscimus rem gestam"), 'narum' significa: consapevole. narratore. inesperto. osservatore. 3. In Varro, "de lingua latina" 6,53 ("hinc effari templa dicuntur: ab auguribus effantur qui in his fines sunt. hinc fana nominata, quod pontifices in sacrando fati sint finem"), la "iunctura' 'effari templa" equivale all'italiano: fissare i confini di una regione. pronunciare formule religiose. stabilire i giorni fasti. determinare le aree di osservazione dei segni celesti. 4. Stando a Varro, "de lingua Latina" 6,55 ("Ab eodem verbo fari fabulae, ut tragoediae et comoediae, dictae. hinc fassi ac confessi, qui fati id quod ab is quaesitum"), i 'fassi' sono: coloro che hanno vaticinato. coloro che hanno ammesso. coloro che hanno confessato. coloro che sono ingannati. 5. Tra i seguenti verbi può avere l'accezione di 'consolare': 'eloqui'. 'concinne loqui'. 'loqui'. 'adloqui'. 6. Il "de compendiosa doctrina" è opera di: Paolo Diacono. Festo. Varrone. Nonio Marcello. 7. Con 'reloquus' si intende: colui che risponde alle offese. colui che dà un responso. colui che parla troppo. colui che respinge le accuse. 8. In Varro, "de lingua Latina" 6,61 ("Hinc, ab dicando, indicium; hinc illa indicit illum, indixit funus, prodixit diem, addixit iudicium; hinc appellatum dictum in mimo ac dictiosus; hinc in manipulis castrensibus dicata a ducibus; hinc dictata in ludo; hinc dictator magister populi, quod is a consule debet dici; hinc antiqua illa addici numo et dicis causa et addictus"), la 'iunctura' "indixit funus" significa: ha differito il giorno. ha invitato al funerale. ha assegnato il processo. invita al funerale. 9. Il verbo 'addicere' è proprio del linguaggio: religioso. agricolo. medico. giuridico. 10. 'Docere' è causativo del verbo: 'discere'. 'discernere'. 'ducere'. 'dicere'. 1. In latino, non ha il significato di 'uccidere' il verbo: necare. deligere. interficere. obtruncare. 2. Varrone ('de lingua Latina 6,67) accosta i verbi 'fremere', 'gemere', 'clamare', 'crepare' in quanto essi: hanno la stessa etimologia. sono sinonimi. sono verbi onomatopeici. sono verbi con omoteleuto. 3. Stando a Varro, 'de lingua Latina' 6,68 ('Vicina horum quiritare, iubilare'), 'quiritare' significa: gridare di gioia. lamentarsi. strillare. crepitare. 4. Non ha la stessa radice degli altri verbi indicati: 'capio'. 'concipio'. 'recupero'. 'recapito'. 5. Stando a Varro, 'de lingua Latina' 6,69 ('Spondere est dicere spondeo, a sponte: nam id valet et a voluntate. [...] ab eadem sponte, a qua dictum spondere, declinatum spondit et respondet et desponsor et sponsa, item sic alia. spondet enim qui dicit a sua sponte spondeo;', è vero che: 'sponte' deriva da 'spondeo'. 'despondeo' è l'opposto di 'respondeo'. colui che ha promesso è il garante. 'sponte' non ha lo stesso valore di 'a voluntate'. 6. In Varro, 'de lingua Latina 6,71' ('Qui spoponderat filiam, despondisse dicebant, quod de sponte eius, id est de voluntate, exierat'), 'despondisse': è un infinito prefetto e significa 'che l'aveva abbattuta'. è un infinito prefetto e significa 'che l'aveva promessa allontanandola da sé'. è un congiuntivo piuccheperfetto sincopato e significa 'che l'aveva data in sposa'. è un congiuntivo piuccheperfetto e significa 'allontanare dalla casa del marito'. 7. Con 'sponsio' si indica: lo sposo. il giorno delle nozze. il contratto matrimoniale. il deposito a garanzia. 8. Il verbo 'video' deriva da: 'vis'. 'invideo'. 'vigilo'. un'antica radice indoeuropea. 9. In relazione a Varro, 'de lingua Latina' 6,81 ('Cerno idem valet: itaque pro video ait Ennius: 'lumen iubarne in caelo cerno?' Canius: 'sensumque inesse et motum in membris cerno.' dictum cerno a cereo, id est a creando; dictum ab eo quod cum quid creatum est, tunc denique videtur'), non è vero che: 'cerne' viene da 'cereo'. 'creo' viene da 'cerno'. quando qualche cosa è creata allora infine si vede. Ennio lo usa ('cerno') al posto di 'video'. 10. 'Despicio' significa: guardo dall'alto in basso. guardo indietro. mi guardo le spalle. guardo con sospetto. 1. Il 'grammaticus' Servio fu attivo nel: I sec. a.C. III sec. d.C. IV sec. d.C. VI sec. d.C. 2. Stando a ciò che afferma Servius, ad Vergilii Aeneidem 1,1-7('sciendum praeterea est quod, sicut nunc dicturi thema proponimus, ita veteres incipiebant carmen a titulo carminis sui, ut puta Arma virumque cano, Lucanus bella per Emathios, Statius Fraternas acies alternaque regna profanis') non è vero che: sul punto di incominciare a parlare noi esponiamo in anticipo l'argomento. gli antichi incominciavano il loro poema dal titolo. le opere antiche non avevano un titolo. l'incipit dell'opera di Lucano è 'bella per Emathios'. 3. In Servius, ad Vergilii Aeneidem 1,1 ('ARMA [...]omnes tamen inania sentire manifestum est, cum eum constet aliunde sumpsisse principium sicut in praemissa narratione monstratum est'), 'constet' è: congiuntivo presente attivo. indicativo presente attivo. indicativo futuro attivo. perfetto indicativo attivo. 4. In Servius, ad Vergilii Aeneidem 1,1 ('ARMA [...]omnes tamen inania sentire manifestum est, cum eum constet aliunde sumpsisse principium sicut in praemissa narratione monstratum est'), 'sumpsisse' è: congiuntivo piuccheperfetto attivo. avverbio. infinito perfetto. superlativo di un avverbio. 5. Stando a Servius ad Vergilii Aen. 1,1 ('Et est tropus metonymia. nam arma quibus in bello utimur pro 'bello' posuit, sicut toga qua in pace utimur pro 'pace' ponitur, ut Cicero 'cedant arma togae', id est 'bellum paci''), il verbo 'utor' si costruisce con: dativo. accusativo. pro + ablativo. ablativo. 6. Laddove Virgilio ricorre ad 'arma' in luogo di 'bellum', il poeta ricorre alla figura retorica: della sineddoche. della metonimia. della similitudine. della prosopopea. 7. In Servius ad Vergilii, Aen. 1,1 ('Arma virvmqve figura usitata est ut non eo ordine respondeamus quo proposuimus; nam prius de erroribus Aeneae dicit, post de bello. hac autem figura etiam in prosa utimur. sic Cicero in Verrinis 'nam sine ullo sumptu nostro coriis, tunicis frumentoque suppeditato maximos exercitus nostros vestivit, aluit, armavit'', è vero che: 'arma virumque' è una figura retorica, consistente nel fatto che trattiamo gli argomenti nello stesso ordine col quale li abbiamo proposti. Virgilio parla prima della guerra poi delle traversie di Enea. la figura retorica usata da Virgilio nel v. 1 dell''Eneide' è opposta a quella a cui ricorre Cicerone, 'In Verrem'. la figura retorica usata da Virgilio nel v. 1 dell''Eneide' è attestata anche in prosa. 8. Per Serv. ad Vergilii, Aen. 1,1 ('Et est poeticum principium professivum 'arma virumque cano', invocativum 'Musa mihi causas memora', narrativum 'urbs antiqua fuit'. et professivum quattuor modis sumpsit: a duce 'arma virumque cano', ab itinere 'Troiae qui primus ab oris', a bello 'multa quoque et bello passus', a generis successu 'genus unde Latinum''), è vero che: esiste solo un tipo di proemio. l'enunciato virgiliano ha preso le mosse dalla nascita del genero. il proemio non può mai enunciare subito il contenuto. c'è un proemio che può contenere l'invocazione. 9. Secondo Servio, il verbo 'cano', utilizzato nell''incipit' ha il valore di: elogio. recito ritmicamente. profetizzo. ricostruisco. 10. In relazione alla permutazione (siamo in Aen. 1,1) è vero che essa: consiste nel modificare il valore di un sostantivo per adattarlo al contesto. consiste nel modificare l'ordine dei sintagmi nella frase e quello dei morfemi nel sintagma. non è in grado di realizzare un valore iconico. non ha a che fare con l'ambito della retorica. 1. Non è sinonimo degli altri sostantivi: 'metus'. 'formido'. 'pavor'. 'scelus'. 2. Secondo le 'Differentiae verborum' (e codice Vindobonensi 16, f. 68 v), 'discumbere' è proprio: degli dèi. degli uomini. delle fiere. delle piante. 3. A partire da 'Differentiae verborum (e codice Vindobonensi 16, f. 68 v)', 'commoneo' si usa in relazione: ai fatti che accadono davanti a noi (con il significato di 'richiamo l'attezione'). ai fatti che sarebbe meglio evitare ('con il significato di 'metto in guardia'. ai fatti che potranno accadere (con il significato di 'chiedo di fare attenzione'). ai fatti che sono accaduti (con il significato di 'riporto la memoria'). 4. I verbi 'moneo', 'surgo', 'precor', 'duco' sono: 'verba primigenia'. verbi derivati. sinonimi. verbi apofonici. 5. Stando alle 'Differentiae verborum' (e codice Vindobonensi 16, f. 68 v), 'laetum' è: l'accusativo di un sostantivo che significa 'morte'. l'accusativo di un aggettivo che significa 'felice'. il nominativo di un sostantivo che significa 'morte'. l'accusativo di un aggettivo che significa 'mortale'. 6. Tra queste, è vera l'affermazione secondo cui: 'exanimatum' si dice di uno che è morto. 'contingunt' si dice quando capitano eventi sfortunati. 'inanis' di dice di un uomo che è privo di tutto. 'ebrium' si dice di uno che sempre si fa lungue bevute. 7. Se 'malum' ha la sillaba 'ma' breve indica: il male. solo il malanno voluto dagli dèi. la vela della nave. l'albero. 8. Se 'oblìtum' viene pronunciato, tenendo conto che la sillaba 'li' è lunga, esso è: participio del verbo 'oblino' e significa 'spalmare'. participio del verbo 'obliviscor' e significa 'spalmare'. participio del verbo 'obliviscor' e significa 'dimenticare'. participio del verbo 'oblino' e significa 'dimenticare'. 9. 'Concĭdit' è composto di: cum+caedo. cum+cedo. cum+cado. cum+cido. 10. 'Occīdit' è composto di: ob+caedo. ob+cedo. ob+cado. ob+cido. 1. Il perfetto indicativo attivo I persona singolare del verbo 'exurere', attestato in Verg. Aen. 1,34-41 ('Quippe vetor fatis. Pallasne exurere classem / Argivom atque ipsos potuit submergere ponto / unius ob noxam et furias Aiacis Oili?'), è: exurui. exuri. exussi. excusui. 2. Stando a Serv. ad Verg. Aen. 1,41, 'noxia' indica: il castigo. la tortura. la vendetta. la colpa. 3. Tenendo conto delle 'differentiae verborum' di Flavius Sosipater Charisius è vero che: il 'donum' è quello che si dà agli amici. 'silet' colui che non ha neppure cominciato a parlare. 'tacet' colui che non ha neppure cominciato a parlare. può essere definito 'munus' la corona vallare. 4. È vero che: 'istum' si usa per indicare qualcosa che è lontano. 'eum' si riferisce a qualcosa che non sta con noi, ma è assente. 'illum' serve a indicare qualcosa che non è davanti ai nostri occhi. 'hunc' serve a indicare qualcosa che sta molto lontano. 5. In Verg. Aen. 1,224-234, 'quid Troes potuere, quibus tot funera passiscunctus ob Italiam terrarum clauditur orbis?', 'posuere' è: perfetto indicativo attivo. infinito presente. infinito perfetto. imeprativo attivo II persona singolare. 6. Stando a Serv. ad Verg. 1,224-234 ('despiciens deorsum aspiciens, sicut 'suspiciens' sursum aspiciens. notandum sane, quia si dispiciens dixerimus, diligenter inquirens significamus', 'despicio'', 'suspicio' significa che: vedo dall'alto verso il basso. guardo verso l'alto. guardo di qua e di là. guardo attentamente. 7. Tra i seguenti verbi significa 'parlo con naturalezza': narro. sermocinor. loquor. for. 8. Stando alle 'Differentiae Ciceronis', 'sumimus' significa che: sommiamo le cose che prendiamo. teniamo cose che sono in nostro possesso. accettiamo cose che ci vengono date. prendiamo cose che sono poggiate. 9. Si usa 'ituemur' quando: guardiamo volontariamente. guardiamo per un preciso motivo. guardiamo internamente. guardiamo vicino. 10. Stando alle 'Differentiae Ciceronis' proposte, è vero che: 'facinus' lo si dice anche per elogiare una buona azione. 'scelus' non è il reato. 'furor' è difetto che uno si porta per sempre. 'insania' è un difetto a tempo. |