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Linguistica italiana

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Título del Test:
Linguistica italiana

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paniere lezioni 75-96

Fecha de Creación: 2025/05/06

Categoría: Letras

Número Preguntas: 80

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Durante il secondo soggiorno fiorentino chi fu il principale mentore di Giovanni Verga?. Luigi Capuana. Mario Rapisardi. Francesco Dall'Ongaro. Salvatore Farina.

A quale periodo risale la scrittura di Storia di una capinera?. Al primo soggiorno fiorentino del 1865. Al periodo milanese. Al secondo soggiorno fiorentino del 1869. Al periodo catanese.

In quale periodo si svolge la storia di Maria narrata in Storia di una capinera?. Durante il colera che colpì l'Italia nel 1870. Durante il colera che colpì la Sicilia nel 1867. Durante il colera che colpì la Sicilia nel 1854-1855. Durante il colera che colpì l'Italia nel 1865.

La presenza o l'assenza di dati topici e cronici in capo alle lettere della protagonista Maria. accennano ad un 'editore' delle lettere da identificarsi con l'autore implicito. accennano ad una pubblicazione delle lettere senza alcun intervento editoriale. accennano ad un 'editore' delle lettere, la cui identità rimane però incerta. accennano ad un 'editore' delle lettere da identificarsi con la loro destinataria Marianna.

Quando fu pubblicato Storia di una capinera?. Nel 1873, prima in rivista e poi in volume. Nel 1869, a Firenze. Da Treves nel 1871. Nel 1871, prima in rivista e poi in volume, infine ristampato da Treves nel 1873.

A chi si indirizzava Francesco Dall'Ongaro nella prefazione di Storia di una capinera?. All'autore. A Caterina Percoto. A Ludmilla Assing. A Emilio Treves.

Quali sono le condizioni storiche e sociali che contribuirono al successo di Storia di una capinera?. La fortuna di romanzi storici incentrati sulle monacazioni forzate. Il contemporaneo dibattito sulle monacazioni forzate, inasprito dalle soppressioni delle corporazioni religiose e dalla confisca dei loro beni. La pubblicità che del romanzo fecero, ciascuno a suo modo, Emilio Treves e Caterina Percoto. Lo spirito anticlericale di Verga e il suo impegno sociale contro le monacazioni forzate.

Indicate la risposta errata. A quali livelli si dimostra l'incremento di toscanismi nella lingua verghiana all'altezza di Storia di una capinera?. Nella formazione della parole (incremento degli alterati). A livello morfosintattico (uso della forma impersonale in luogo della I persona plurale)). A livello fonetico. A livello lessicale.

Dal punto di vista complessivo l'introduzione a Storia di una capinera. si struttura unitariamente sebbene vi si intersechino i temi della capinera, della giovane monaca e il commento dell'autore. si configura a struttura quadripartita: la prima parte riferita ai bambini che torturano la capinera, la seconda riferita alla 'figura' della capinera, la terza parte riferita alla giovane monaca, la quarta parte contenente il commento dell'autore implicito. si configura a struttura binaria: la prima parte (ulteriormente bipartita) riferita alla 'figura' della capinera, la seconda parte (anch'essa bipartita) riferita alla giovane monaca. si configura a struttura ternaria: la prima parte riferita alla 'figura' della capinera, la seconda parte riferita alla giovane monaca, la terza parte con il commento dell'autore implicito.

La coesione fra le parti in cui si suddivide l'introduzione a Storia di una capinera è ottenuta mediante. i diminutivi. tramite le interiezioni. l'anafora. iterazioni letterali fra una parte e l'altra.

Indicate l'affermazione errata. In Storia di una capinera si affiancano l'uno all'altro un lessico colto ed arcaico ed un lessico toscano. Con Storia di una capinera la componente colta e letteraria della lingua verghiana scompare una volta per tutte. Con Storia di una capinera la componente toscana della lingua verghiana è notevolmente incrementata. Storia di una capinera non rappresenta una frattura netta con la lingua verghiana precedente dal punto di vista fonetico.

I più accusati forestierismi nella lingua di Verga. sono anglicismi pertinenti alla moda. sono anglicismi e francesismi di importazione letteraria. consistono in anglicismi attinenti al mondo della moda. consistono in francesismi attinenti al mondo della moda e all'abbigliamento femminile e maschile.

Nelle modifiche linguistiche introdotte nel passaggio da Frine a Eva Verga muove. verso una lingua più pura. verso una maggiore appropriatezza e una lingua tendenzialmente asinonimica. verso una lingua più ricca di sinonimi. verso una lingua più letterariamente atteggiata.

Qual era la posizione linguistica di Pietro Fanfani?. Pietro Fanfani si collocava su posizioni antimanzoniane, sostenendo che l'italiano già esisteva e che andava identificato nell'italiano scritto di ascendenza fiorentina e toscana. si collocava su posizioni moderatamente filomanzoniane, sostenendo che l'italiano andava identificato con il fiorentino, da innovarsi però con l'immissione di parole straniere. Pietro Fanfani si collocava su posizioni filomanzoniane, sostenendo che l'italiano già esisteva e che andava identificato nell'uso toscano contemporaneo delle campagne. si collocava su posizioni moderatamente filomanzoniane, sostenendo che l'italiano andava identificato con il fiorentino anche degli strati più bassi della città.

I più accusati forestierismi nella lingua di Verga. sono presenti in Una peccatrice e risalgono al periodo catanese. sono presenti nella produzione verista. sono presenti in Eva e risalgono al periodo milanese. sono presenti in Frine e risalgono al primo soggiorno fiorentino.

Indicate la risposta errata. Nel passaggio da Frine a Eva si assiste a. una riduzione della ricca aggettivazione. un incremento dei forestierismi alla moda. una riduzione dei dettagli descrittivi. un incremento di toscanismi.

Cotesto. è un toscanismo che distingue ciò che è vicino all'emittente da ciò che è vicino al destinatario (quello) e da ciò che è distante da entrambi (questo). è un toscanismo che distingue ciò che è vicino al destinatario da ciò che è vicino all'emittente (questo) e da ciò che è distante da entrambi (quello). è un toscanismo che distingue ciò che è vicino al destinatario da ciò che è vicino all'emittente (quello) e da ciò che è distante da entrambi (questo). è un toscanismo che distingue ciò che è lontano sia dall'emittente sia dal destinatario da ciò che è vicino all'emittente (questo) e da ciò che è vicino al destinatario.

A cosa si devono gli insistiti interventi di Verga sui sinonimi o parasinonimi secondo, istante, momento nel passaggio da Frine a Eva?. Ad una costante incertezza fra sinonimi. Ad un tentativo di specializzazione che attribuisce a secondo il valore cronologico puntuale, a momento e istante quello durativo. Ad un tentativo di specializzazione che attribuisce a momento il valore cronologico puntuale, a secondo e istante quello durativo. Ad un tentativo di specializzazione che attribuisce a istante il valore cronologico puntuale, a secondo e momento quello durativo.

Indicate quali dei toscanismi indicati non viene inserito da Verga nel passaggio da Frine a Eva. uso dell'articolo davanti al nome proprio femminile. cotesto. mica. terrazzo.

Per quale motivo Verga sostituisce viottolo con viottola nel passaggio da Frine a Eva?. Perché viottola è fiorentino. Perché percepisce viottolo come dialettale, coincidente nel maschile con il sic. violu. Perché percepisce viottolo come demotico. Perché viottola è panitaliano.

La diffusione della designazione della narrazione breve tramite campi metaforici di ambito figurativo quali "bozzetto" e simili. viene datata alla fine dell'Ottocento. viene datata agli avanzati anni Novanta del XIX secolo. viene datata alla metà del secolo XIX. viene datata nel primo ventennio dopo l'Unificazione italiana.

La novella Nedda. fu considerata una scoperta da Verga che si accorse subito delle potenzialità di quell'esperimento. fu sempre considerata da Verga un episodio minore, ed egli tardò a comprendere le potenzialità insite nella scoperta della narrazione breve. fu scritta nella convinzione artistica della superiorità della novella rispetto al romanzo. fu sul momento sottovalutata, ma subito dopo Verga si rese conto della sua importanza di svolta nel proprio percorso artistico.

La fortuna editoriale di Nedda. fu modesta (fu stampata solo una volta nel 1874). fu mediocre (alla prima edizione in rivista, ne fece seguito una in volume nello stesso anno). fu consistente, ma non immediata. fu straordinaria (alla prima pubblicazione in rivista ne seguirono almeno altre cinque entro il secolo XIX).

In Nedda si assiste ancora all'uso occasionale. dell'uscita etimologica in -o della I persona dell'imperfetto. dell'uscita analogica in -o della I persona dell'imperfetto. dell'uscita analogica in -a della I persona dell'imperfetto. dell'uscita etimologica in -a della I persona dell'imperfetto.

La novella Nedda. rappresenta un momento di vera e propria conversione narrativa e linguistica. rappresenta la scoperta da parte di Verga del mondo degli umili, ma la distanza dal mondo narrato si configura come paternalistica. rappresenta la scoperta da parte di Verga del mondo degli umili, e un primo saggio dell'impersonalità. rappresenta la scoperta dell'indiretto libero che in Nedda viene usato sistematicamente.

Fanno parte della composita lingua di Nedda. fonetica di tradizione letteraria e morfosintassi del fiorentino parlato. lessico fiorentino, sintassi siciliana, morfologia letteraria. elementi del fiorentino parlato, sicilianismi e inserti in siciliano, elementi fonomorfologici e lessicali del toscano di tradizione letteraria. lessico siciliano e fonetica fiorentina.

In "Gli occhi avea neri, grandi, nuotanti in un fluido azzurrino" "nuotanti". un participio passato con funzione verbale (sostituisce una relativa). un participio passato con funzione verbale (sostituisce una dichiarativa). un participio presente con funzione verbale (sostituisce una dichiarativa). un participio presente con funzione verbale (sostituisce una relativa).

Indicate la risposta errata. La natura letteraria della lingua di Nedda si manifesta. nella presenza dell'enclisi a verbi di modo finito. nella presenza dell'enclisi a verbi di modo infinito. nella presenza di aggettivi participiali con funzione verbale. nella presenza di toscanismi di matrice libresca.

Cosa è concio 'conciato'?. Un participio rizotonico. Un aggettivo participiale con funzione verbale. Un'apocope sillabica. Un participio arizotonico.

Quale dei seguenti tratti presenti in Nedda è da ascrivere al fiorentino parlato?. L'apocope. L'uso di "O" come elemento introduttivo delle interrogative. L'uso del dittongo dopo elemento palatale. L'enclisi pronominale.

In Nedda assistiamo alla prima comparsa inconsapevole ma non occasionale in Verga. dell'impersonalità. della regressione. della narrazione trasparente. dell'indiretto libero.

In Nedda la lingua del narratore e la lingua dei personaggi. sono funzionalmente distinte. sono reciprocamente distinte l'una dall'altra dal punto di vista diacronico. sono distinte l'una dall'altra dal punto di vista diastratico. sono indistinte funzionalmente l'una dall'altra dal punto di vista diastratico, ma non da quello diafasico.

A parlare per primo di Nedda come il luogo di una 'conversione' artistica di Verga. fu Luigi Russo, che lo additò come l'avvio della stagione veristica. fu Benedetto Croce, che lo additò come l'avvio della stagione veristica. fu Benedetto Croce, che ne riconobbe però importanti 'difetti' di natura narratologica e formale. fu Luigi Russo, che ne riconobbe però importanti 'difetti' di natura narratologica e formale.

Quale delle novelle indicate non fa parte della raccolta di Vita dei campi?. Rosso Malpelo. La roba. Fantasticheria. Guerra di santi.

Come è composta la raccolta di Vita dei campi?. Vita dei campi nell'edizione del 1880 è composta da otto novelle; nell'edizione dell'anno successivo fu aggiunta anche Il come, il quando ed il perché. Vita dei campi nell'edizione del 1880 è composta da nove novelle; nell'edizione dell'anno successivo fu eliminata Il come, il quando ed il perché. Vita dei campi nell'edizione del 1880 è composta da otto novelle; nell'edizione dell'anno successivo fu eliminata Il come, il quando ed il perché. Vita dei campi nell'edizione del 1880 è composta da nove novelle; nell'edizione dell'anno successivo fu aggiunta anche Il come, il quando ed il perché.

Qual è, dopo l'esperienza di Nedda, il primo tentativo verghiano di narrazione breve?. Rosso Malpelo (1878). Le novelle di Primavera ed altri racconti (1876). Il "bozzetto marinaresco" intitolato Padron 'Ntoni (1875). L'Amante di Gramigna (1875).

Le apocopi presenti in Pentolaccia. e che riguardano per lo più aggettivi, vanno mentalmente integrate con le forme piene (non elise) degli infiniti davanti a parola che inizia per vocale. e che riguardano per lo più infiniti, vanno mentalmente ridotte eliminando dal computo le forme elise. e che riguardano per lo più aggettivi, vanno mentalmente ridotte eliminando dal computo le forme elise. e che riguardano per lo più infiniti, vanno mentalmente integrate con le forme piene (non elise) degli infiniti davanti a parola che inizia per vocale.

La forma vegga (per 'veda') e simili. è in netto progressivo aumento nella produzione verghiana a partire da Eva, anche se in Pentolaccia essa è cancellata in una correzione d'autore a scopo evocativo. convive nella scrittura verghiana con la forma oggi invalsa, ma utilizzata con connotazione espressiva. è in netta progressiva diminuzione nella produzione verghiana a partire da Eva, anche se in Pentolaccia essa è reintegrata in una correzione d'autore a scopo evocativo. convive nella scrittura verghiana con la forma oggi invalsa, senza particolari connotazioni.

All'altezza di Pentolaccia Verga utilizza come pronomi soggetto di III persona singolare. egli e (in misura sempre più crescente) lui. egli, ei, lui. egli (e in misura sempre più ridotta ei) e lui. egli e lui (quest'ultimo però usato con parsimonia perché sentito come diastraticamente basso).

Indicate l'affermazione errata. Fra le correzioni linguistiche d'autore cui si assiste in Pentolaccia si annoverano. aumento delle apocopi. riduzione della risalita del clitico. riduzione dell'enclisi. aumento delle elisioni.

Nel seguente brano di Pentolaccia gli elementi linguistici dell'oralità sono. il che polivalente (chè gli avevano messo quel bel nomignolo). ora, a questo, e a quell'altro (segnali deittici); per la brutta cosa che sapete (presupposizione). la ripetizione il fatto suo, un brutto fatto in verità. tutti coloro, parlare, che dice, dirgli (segni di discorso.

In Pentolaccia. l'impersonalità assume i caratteri corali di un intero paese. l'impersonalità assume caratteri propriamente grammaticali. l'impersonalità assume i caratteri di un narratore popolare. l'impersonalità assume caratteri fonetici.

Nella seconda metà dell'Ottocento le forme dissimilate dell'imperfetto dei verbi di IV coniugazione in -ìa (per es. "venìa"). sono ancora vitali. sono maggioritarie rispetto alle forme in -iva. sono ancora vitali sebbene in lenta diminuzione. sono quasi del tutto scomparse.

Indicate la risposta errata. Allo scopo di caratterizzare la propria lingua in senso colloquiale Verga, in Pentolaccia,. usa la proclisi. utilizza consapevolmente l'iterazione lessicale. persegue sistematicamente un abbassamento di tono. utilizza frasi idiomatiche.

Quale di queste affermazioni è falsa?. Una delle affermazioni teoriche verghiane dell'impersonalità è affidata alla novella Rosso Malpelo. Una delle affermazioni teoriche verghiane dell'impersonalità è affidata ad una lettera a Luigi Capuana. Una delle affermazioni teoriche verghiane dell'impersonalità è affidata alla prefazione a L'amante di Gramigna. Una delle affermazioni teoriche verghiane dell'impersonalità è affidata alla novella Fantasticheria.

In Pentolaccia non abbiamo esempi. del discorso indiretto libero. della presupposizione. delle dislocazioni a destra e a sinistra. del "che" polivalente.

Negli usi lessicali di Pentolaccia si nota. una sostanziale indifferenza alla caratterizzazione diatopica degli elementi e una particolare sensibilità per la loro connotazione diastratica (Verga tende a optare per la soluzione diastraticamente più bassa). una sostanziale indifferenza alla caratterizzazione diatopica degli elementi e una particolare sensibilità per la loro connotazione diastratica (Verga tende a optare per la soluzione diastraticamente più alta). una sostanziale indifferenza alla caratterizzazione diastratica degli elementi e una particolare sensibilità per la loro connotazione diatopica (Verga tende a optare per la soluzione siciliana). una sostanziale indifferenza alla caratterizzazione diastratica degli elementi e una particolare sensibilità per la loro connotazione diatopica (Verga tende a optare per la soluzione non siciliana).

Quando furono scritti I Malavoglia?. A partire dalla prima idea del bozzetto marinaresco Padron'Ntoni, del 1874, Verga elaborò il romanzo, con alterni momenti di accelerazione o interruzione, durante i sei anni che lo separano dalla pubblicazione, nel 1881. A partire dalla prima idea del bozzetto marinaresco Padron'Ntoni, del 1875, Verga elaborò il romanzo, con alterni momenti di accelerazione o interruzione, durante i sei anni che lo separano dalla pubblicazione nel 1881. A partire dalla prima idea del bozzetto marinaresco Padron'Ntoni, del 1875, Verga elaborò il romanzo, dopo un momento di stasi, con grande velocità. A partire dalla prima idea del bozzetto marinaresco Padron'Ntoni, del 1875, Verga elaborò il romanzo, dopo un momento di stasi, in due anni.

Quale fra le seguenti censure non fu rivolta alla prosa dei Malavoglia dai primi recensori?. Assenza di narrazione. Eccesso di proverbi. Assenza di dialogo. Sovrabbondanza di dialogo.

Qual è la funzione del dialetto in rapporto alla lingua nei Malavoglia. Il dialetto convive con la lingua comune. Il dialetto, pressoché assente a livello superficiale, forza la lingua e la scompagina dall'interno. Il dialetto è predominante rispetto alla lingua comune. Il dialetto è assente.

Nei Malavoglia. l'impersonalità assume i caratteri corali di un intero paese. l'impersonalità assume caratteri fonetici. l'impersonalità assume i caratteri di un narratore popolare. l'impersonalità assume caratteri propriamente grammaticali.

Indicate la risposta errata. Quale degli elementi indicati non fa parte dei rilevatori secondari dell'indiretto libero individuati da Giovanni Nencioni?. Elementi del parlato quali le dislocazioni a sinistra. Elementi del parlato quali le formule enfatiche. Elementi del parlato quali le frasi interrogative ed esclamative. Elementi del parlato quali le formule idiomatiche.

Il discorso indiretto libero può stabilire con l'indiretto legato o con il discorso diretto. un rapporto di frattura oppure un rapporto di fusione. un rapporto di continuità. un rapporto di integrazione. un rapporto di discontinuità.

Quale di questi procedimenti è tra quelli impiegati da Verga per produrre l'impressione di un'oralità popolare?. il ricorso a sicilianismi lessicali. il ricorso a sicilianismi morfologici e fonetici. la dislocazione a destra e a sinistra. il discorso indiretto libero.

In che cosa consiste il rilevatore primario dell'indiretto libero che Nencioni chiama della trasposizione?. Nello spostamento degli elementi della frase nel passaggio dal discorso diretto all'indiretto. Da un processo di modifica che interessa i tempi (ed eventualmente i modi) verbali nel passaggio dal discorso diretto all'indiretto. Nella trasposizione dei modi verbali da finiti a infiniti nel passaggio dal discorso diretto all'indiretto. Nel processo di modifica che interessa i tempi (ed eventualmente i modi), l'espressione delle persone grammaticali e di altri elementi deittici nel passaggio dal discorso diretto all'indiretto.

Charles Bally afferma che l'indiretto libero è. assente dall'oralità e che in letteratura rappresenta il rapporto immaginario e convenzionale che la lingua scritta stabilisce con l'oralità. è un tratto della lingua colloquiale. è un elemento dell'oralità che penetra nella forma scritta. è un fenomeno linguistico presente solo nell'oralità.

La lingua del romanzo I Malavoglia. è un italiano di tipo fiorentino, caratterizzato da vari tratti tipici del parlato. è un siciliano caratterizzato da vari tratti tipici del parlato. è un italiano ricco di termini dialettali siciliani, e caratterizzato da vari tratti tipici del parlato. è un italiano caratterizzato da vari tratti tipici del parlato.

Quale fra le seguenti censure non fu mossa dai critici contemporanei alla lingua dei Malavoglia?. Abbondante uso di arcaismi e cultismi. Uso del che polivalente. Abuso dell'imperfetto. Abuso del ci attualizzante.

I sicilianismi integrali nei Malavoglia. riguardano la sola realtà materiale della vita dei pescatori di Trezza. sono collocati in luoghi strategici dal punto di vista della narrazione. riguardano solo termini per i quali non esiste corrispondente italiano (tarì, onza etc,). sono collocati in luoghi strategici dal punto di vista emotivo.

Indicate l'affermazione errata. L'adozione di inserti dialettali nel romanzo ottocentesco è testimoniata nei romanzi di. Antonio Fogazzaro. Cletto Arrighi. Arrigo Boito. Emilio De Marchi.

Nell'indiretto legato qual è il ruolo del connettore?. Il connettore assicura la grammaticalità della frase. Il connettore marca il punto di trapasso dal discorso riferito alla narrazione. Se il connettore manca il messaggio non è più pienamente comprensibile. Il connettore marca il punto di trapasso dalla narrazione, entro la quale è espresso il verbo del dire, al discorso riferito.

Nell'indiretto libero gli elementi deittici contribuiscono. al riconoscimento del destinatario. al riconoscimento del locutore. alla diagnosi sulla natura del messaggio. al riconoscimento della situazione comunicativa.

Nei "Malavoglia" l'alta frequenza di "questo" e "quello". contribuisce ad attenuare, tramite la deissi, l'effetto provocato dall'immissione repentina (senza la tradizionale descrizione preventiva) del lettore entro il sistema di luoghi e personaggi. contribuisce ad accrescere, tramite la deissi, l'effetto provocato dall'immissione repentina (senza la tradizionale descrizione preventiva) del lettore entro il sistema di luoghi e personaggi. collabora con il discorso diretto ad assuefare progressivamente il lettore con il sistema di luoghi e personaggi del romanzo. collabora con la descrizione ad assuefare progressivamente il lettore con il sistema di luoghi e personaggi del romanzo.

Il discorso indiretto libero è. una tipologia di discorso riferito. un modo del narratore di riferire il discorso orale senza introdurre segnali linguistici espliciti (verba dicendi) di trapasso dalla narrazione. un modo con cui l'autore implicito riferisce il discorso dei personaggi introducendo i verba dicendi. un modo opaco del narratore di condurre la narrazione.

Le strategie verghiane dell'impersonalità. sono le stesse per tutto il periodo verista. consistono nella regressione. sono diversamente raggiunte a seconda delle opere verghiane. consistono nella mimesi dell'oralità.

Qual è la consistenza della raccolta Novelle rusticane?. Novelle rusticane raccoglie 11 novelle. Novelle rusticane raccoglie 8 novelle. Novelle rusticane raccoglie 9 novelle. Novelle rusticane raccoglie 12 novelle.

Qual è la data di pubblicazione di Novelle rusticane?. Pubblicate in rivista (tranne Di là dal mare) fra il 1879 e il 1882, furono raccolte in volume nel 1884. Pubblicate in rivista fra il 1880 e il 1882, furono raccolte in volume nel 1883. Pubblicate in rivista (tranne Di là dal mare) fra il 1880 e il 1882, furono raccolte in volume nel 1883. Pubblicate in rivista (tranne La roba) fra il 1879 e il 1882, furono raccolte in volume nel 1883.

La scrittura del Mastro-don Gesualdo. coinvolge Verga nel periodo 1885-1889. coinvolge Verga nel periodo 1885-1888. coinvolge Verga nel periodo 1881-1890. coinvolge Verga nel periodo 1882-1889.

L'analisi degli abbozzi del Mastro-don Gesualdo mostra. un avanzamento della scrittura verghiana nella strada intrapresa con I Malavoglia. un regresso della scrittura verghiana alla lingua dei romanzi giovanili. un regresso della scrittura verghiana al bozzettismo di Nedda. un regresso della scrittura verghiana alla tipologia narrativa dei romanzi mondani.

Nel 1885 Luigi Capuana caratterizzava la lingua della stagione verista. come una lingua inappropriata e inadatta anche a incarnare l'ideologia del movimento che l'aveva creata. come una lingua pura, che si sarebbe imposta come lingua comune dell'Italia. come una lingua arcaizzante e letteraria, che non aveva saputo liberare la lingua dalle pastoie della tradizione letteraria. come una lingua composita e estemporanea, che aveva però liberato la prosa italiana dalle pastoie arcaiche e letterarie.

Quale fu il giudizio di Luigi Pirandello sul Mastro-don Gesualdo?. Nel 1890 Pirandello evidenziò come la lingua di Verga era rappresentativa, per la Sicilia, della ormai conclusa unificazione linguistica su base nazionale secondo le indicazioni svolte da Graziadio Isaia Ascoli nel "Proemio" all'"Archivio Glottologico Italiano". Nel 1890 Pirandello evidenziò come la lingua di Verga era rappresentativa, per la Sicilia, della ormai conclusa unificazione linguistica su base nazionale nella direzione indicata da Manzoni. Nel 1890 Pirandello evidenziò come la lingua di Verga era rappresentativa, per la Sicilia, della ormai conclusa unificazione linguistica su base nazionale in direzione puristica. Nel 1890 Pirandello evidenziò come la lingua di Verga era rappresentativa, per la Sicilia, della nascita dell'italiano regionale, segno di un'unificazione linguistica imperfetta e 'compromissoria'.

Qual è la struttura interna del Mastro-don Gesualdo nella redazione in rivista e nella redazione in volume?. Il Mastro-don Gesualdo in rivista consta di 16 capitoli organizzati in quattro parti, ciascuna delle quali corrispondente ad un periodo della vita del protagonista; il Mastro-don Gesualdo edito in volume è suddiviso in 21 capitoli, ordinati in un'unica sequenza. Il Mastro-don Gesualdo in rivista consta di 16 capitoli ordinati in un'unica sequenza; il Mastro-don Gesualdo edito in volume è suddiviso in 21 capitoli, organizzati in quattro parti, ciascuna delle quali corrispondente ad un periodo della vita del protagonista. Il Mastro-don Gesualdo in rivista consta di 21 capitoli ordinati in un'unica sequenza; il Mastro-don Gesualdo edito in volume è suddiviso in 16 capitoli, organizzati in quattro parti, ciascuna delle quali corrispondente ad un periodo della vita del protagonista. Il Mastro-don Gesualdo in rivista consta di 21 capitoli organizzati in quattro parti, ciascuna delle quali corrispondente ad un periodo della vita del protagonista; il Mastro-don Gesualdo edito in volume è suddiviso in 16 capitoli, ordinati in un'unica sequenza.

Dai materiali elaborati per il Mastro-don Gesualdo. alcuni furono riutilizzati per la redazione della Duchessa di Leyra. alcuni furono riutilizzati per la redazione di Cavalleria rusticana e di Vagabondaggio. alcuni furono riutilizzati per la redazione di alcune novelle di Novelle rusticane e di Vagabondaggio. alcuni furono riutilizzati per la redazione di alcune pièces teatrali.

Quale fu il giudizio di Policarpo Petrocchi sulla lingua del "Mastro-don Gesualdo"?. Il Petrocchi, da una posizione di stretta osservanza manzoniana, censurò una serie di inappropriatezze lessicali, idiomatiche e sintattiche. Il Petrocchi riconobbe nel "Mastro-don Gesualdo" l'incarnazione del neonato italiano regionale di Sicilia. Il Petrocchi riconobbe nel "Mastro-don Gesualdo" l'incarnazione artistica dell'italiano come lingua comune parlata. Il Petrocchi, da una posizione di stretta osservanza puristica, censurò una serie di inappropriatezze lessicali, idiomatiche e sintattiche.

Per fare il punto della lingua verghiana all'altezza del "Mastro-don Gesualdo" Francesco Bruni confronta la lingua del romanzo. con la coeva scrittura epistolare di italiani semicolti. con la coeva scrittura epistolare di vari letterati italiani. con la coeva scrittura epistolare di Verga, in particolare utilizzando il carteggio con Luigi Capuana. con la scrittura epistolare di Verga.

L'uso di assai posposto all'elemento a cui si riferisce. è un fiorentinismo. è un arcaismo. è un sicilianismo. è un tratto comune all'italiano parlato.

Indicate la risposta errata. Rispetto alla lingua dei "Malavoglia" nel "Mastro-don Gesualdo". non c'è più la forma dissimilata dell'imperfetto di "avere". scompare "ei" allotropo di "egli". non ci sono più toscanismi e fiorentinismi. compare occasionalmente il monottongamento del fiorentino contemporaneo.

Indicate la risposta errata. Rispetto alla lingua dei Malavoglia nel Mastro-don Gesualdo. ricompare un corretto uso dell'aspetto imperfettivo dell'imperfetto e perfettivo del passato remoto. ricompare l'enclisi pronominale. non compaiono i toscanismi "cotesto" e "costì". ricompare il rispetto della regola del dittongo mobile.

Nel Mastro-don Gesualdo. l'impersonalità assume caratteri fonetici. l'impersonalità assume caratteri propriamente grammaticali. l'impersonalità assume i caratteri corali di un intero paese. l'impersonalità assume i caratteri di un narratore popolare.

Dal punto di vista stilistico un elemento di innovazione del Mastro-don Gesualdo è rappresentato. dall'ampio uso di frasi nominali. dalla ridondanza pronominale. dall'uso del "che" polivalente e del "ci" attualizzante. dalle dislocazioni a sinistra.

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