Master
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Título del Test:
![]() Master Descripción: Test 2 Pegaso |



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1. L'effetto per cui un docente ha verso gli alunni delle aspettative pregiudiziali si chiama: effetto pigmalione. effetto stereotipia. effetto alone. effetto altalena. 2. L'effetto per cui un docente è influenzato da una particolare caratteristica dell'allievo, come l'ordine, si chiama: effetto pigmalione. effetto stereotipia. effetto alone. effetto altalena. 3. L'effetto per cui un docente si irrigidisce su un giudizio dato ad un alunno si chiama: effetto pigmalione. effetto stereotipia. effetto alone. effetto altalena. 4. La valutazione che opera un bilancio sull'intero percorso formativo si chiama: valutazione formativa. valutazione autentica. valutazione sommativa. valutazione diagnostica. 5. La valutazione che analizza le caratteristiche in ingresso degli studenti si chiama: valutazione formativa. valutazione autentica. valutazione sommativa. valutazione diagnostica. 6. Il processo di analisi, verifica e supporto lungo tutto il percorso di apprendimento dell'alunno si chiama: valutazione formativa. valutazione autentica. valutazione sommativa. valutazione diagnostica. 7. La valutazione formativa: avviene nel passaggio da un ciclo scolastico all'altro. fornisce feedback costanti. può avere finalità certificative. valuta le caratteristiche in ingresso degli studenti. 8. La valutazione formativa si attiva attraverso: prove d'ingresso strutturate. tre momenti fondamentali: prima, durante e dopo l'apprendimento. l'assegnazione di voti. la competizione. 9. Il valore formativo della valutazione si attiva anche attraverso: l'autovalutazione. il portofolio. la competizione. l'osservazione. 10. Nel fornire feedback agli alunni è importante focalizzare l'eventuale critica: sulla persona. sugli atteggiamenti. sul compito. sui comportamenti. 1. Secondo Castoldi un approccio per competenze vede lo studente come: co-produttore di esperienze formative da costruire e condividere. mero esecutore di test di verifica. contenitore da riempire con nozioni di materie scolastiche di base. memorizzatore di compiti da eseguire in modo meccanico. 2. Castoldi individua degli elementi chiave che caratterizzano una valutazione per l'apprendimento, tra questi, l'aspetto della ricorsività indica: la ripetizione di nozioni da parte dei docenti che gli studenti possono memorizzare. la valutazione come parte integrante del momento formativo. la valutazione come momento separato e slegato dai processi di apprendimento. la ripetizione di pratiche didattiche sempre uguali per tutti gli studenti. 3. Secondo Castoldi, tra gli elementi chiave che caratterizzano una valutazione per l'apprendimento, vi è: la responsabilità della valutazione demandata esclusivamente agli insegnanti. la valutazione data allo studente dagli insegnanti solo sul prodotto finale dei suoi apprendimenti. la responsabilità data allo studente durante il processo valutativo coinvolgendolo in tutte le fasi. la valutazione data allo studente dagli insegnanti solo sugli aspetti congnitivi dell'apprendimento. 4. Rispetto alla competenza si possono identificare tre prospettive di osservazione, di cui quella intersoggettiva riguarda: la capacità degli studenti di una classe di interagire con i testi scritti. l'interazione degli studenti tra loro solo nei momenti di pausa dalla didattica. il coinvolgimento di uno studente nello svolgere una prova strutturata di verifica. il coinvolgimento di altri che possono vedere lo studente mentre agisce, come insegnanti, compagni di classe e genitori. 5. Lo scopo delle rubriche valutative come strumento di valutazione delle competenze consiste: nella produzione di un voto finale. nel descrivere la quantità di nozioni acquisite dagli studenti su una determinata materia scolastica. nella produzione di un giudizio finale. nel descrivere la prestazione rispetto a un compito e i livelli raggiunti. 6. Generalmente, una rubrica valutativa presenta degli elementi strutturali che sono: le sole descrizioni delle competenze che si intendono rilevare negli studenti durante l'anno scolastico nelle materie di base. giudizi descrittivi e voti su base dieci. criteri, indicatori, livelli, ancore. giudizi valutativi e la media dei voti raggiunta dagli studenti. 7. Le attività di apprendimento che mirano alla partecipazione dello studente durante il compito, coinvolgendo tutti gli aspetti della sua persona (conoscenze, abilità, dimensioni cognitive, emotive e motivazionali) possono essere definite: prove oggettive di profitto. compiti autentici. test d'intelligenza. questionari strutturati. 8. La certificazione delle competenze, come indicata dal DPR n. 122/2009, prevede che: al termine di ogni ciclo di istruzione la scuola certifichi i livelli di apprendimento raggiunti da ogni studente. solo al termine della scuola secondaria di secondo grado si certifichino i livelli di apprendimento raggiunti da ogni studente. solo al termine della scuola primaria si certifichino i livelli di apprendimento raggiunti da ogni studente. solo al termine della scuola dell'obbligo si certifichino i livelli di apprendimento raggiunti da ogni studente. 9. L'intento educativo della certificazione delle competenze è quello di: sostituire il documento di valutazione di ogni studente alla fine dell'anno. mostrare a studenti e famiglie la media dei voti ottenuta in tutte le materie scolastiche. mostrare a studenti e famiglie la media dei voti ottenuta nelle competenze chiave. sostenere e favorire i processi di apprendimento, l'orientamento negli studi, l'inserimento nel mondo del lavoro. 10. Tra le criticità individuate nella certificazione delle competenze si può annoverare: il rischio che la certificazione diventi motivo di confronto sulla progettazione per competenze da parte del corpo docente. il rischio che la certificazione assuma senso nella progettazione per competenze da parte del corpo docente. il rischio che la certificazione assuma una connotazione prevalentemente burocratica, slegata da una progettazione per competenze condivisa dal corpo docente. il rischio che la certificazione diventi strumento di riflessione per il corpo docente. 1. I sistemi di osservazione, analisi e cambiamento rappresentano: l'itinerario per monitorare l'andamento della valutazione. l'itinerario per monitorare l'andamento di un progetto. proposte di progettazione della Comunità Europea. proposte di valutazione della Comunità Europea. 2. Secondo le linee guida della Comunità Europea i criteri di valutazione dell'esito di un progetto sono: 5. 4. 3. 2. 3. Gli indicatori di verifica dell'esito di un progetto sono: rilevanza, forza lavoro, efficacia, impatto, sostenibilità. rilevanza, risorse, efficacia, impatto, sostenibilità. rilevanza, efficienza, efficacia, impatto, valutazione. rilevanza, efficienza, efficacia, impatto, sostenibilità. 4. Nella fase progettuale il sistema di valutazione comprende: definizione del Piano di sostentamento. definizione del Piano delle risorse e degli strumenti di infaggio degli operatori. definizione del Piano di valutazione e l'insieme degli strumenti finalizzati alla verifica e controllo dello sviluppo del progetto. definizione del solo Piano di valutazione. 5. Nella fase di realizzazione, la parte realizzativa del Ciclo della valutazione che comprende: osservazione, monitoraggio dell'andamento, ponderazione dei risultati, valutazione del cambiamento nel breve e nel lungo termine. definizione del Piano di valutazione e l'insieme degli strumenti finalizzati alla verifica e controllo dello sviluppo del progetto. osservazione, monitoraggio dell'andamento, ponderazione dei risultati, spese effettuate. osservazione, monitoraggio dell'andamento, ponderazione dei risultati, risorse umane. 6. La parte realizzativa del Ciclo della valutazione si compone di: 4 fasi. 3 fasi. 5 fasi. 1 fase. 7. La valutazione ex ante deve rispondere ai seguenti principi: pertinenza, appropriatezza, coerenza lessicale. pertinenza, appropriatezza degli ingaggi, coerenza logica. pertinenza, appropriatezza, coerenza logica. pertinenza, appropriatezza, coerenza di bilancio. 8. Il Benchmarking, costituisce: l'analisi e il confronto con altri progetti che hanno operato in situazioni differenti per valutare l'impatto sociale al termine del progetto. l'analisi e il confronto con altri progetti che hanno operato sulla stessa situazione per valutare l'impatto sociale al termine del progetto. l'analisi e il confronto con altri progetti che hanno operato in contesti differenti. l'analisi e il confronto con altri progetti che hanno operato sulla stessa situazione per valutare l'impatto economico del progetto. 9. Nella valutazione in itinere il monitoraggio si sviluppa su: 5 livelli. 4 livelli. 3 livelli. 2 livelli. 10. Nella valutazione ex post gli effetti di un progetto possono essere: solo positivi. positivi e negativi. solo negativi. statici o dinamici. 1. Come viene definito il percorso triennale di formazione iniziale, tirocinio e insegnamento nella funzione docente, introdotto dalla legge 107/15 all'art. 1 comma 181. TFI. TFA. FAT. FIT. 2. Per formazione si intende anche il contributo dato dalle diverse discipline alla. crescita dell'individuo. crescita personale. crescita interiore. crescita intelligente. 3. Alcuni teorici affermano che la formazione individuale cominci già nel grembo materno. no, impossibile. solo se è presente un educatore nei pressi. si, vero. se non c'è un docente, non può esserci formazione. 4. Cosa è indispensabile per realizzare un efficace processo formativo. affidarsi all'intuito. promuovere forme di autocorrezione negli studenti. effettuare una valutazione in itinere ed una finale dei risultati conseguiti. valutare i risultati ottenuti per verificare il conseguimento di ciò che è stato programmato e la sua efficacia. 5. Per quanto riguarda la Scuola Primaria, la non ammissione alla classe successiva, è destinata…. solo a casi eccezionali e deliberata all'unanimità. a tutti coloro che se la meritano. ai casi stabiliti esclusivamente dal consiglio di classe. ad una quota prestabilita. 6. In quante prove è strutturato l'esame di stato a conclusione del primo ciclo di istruzione. due scritte ed una orale. tre scritte ed una orale. due scritte e due orali. una scritta e due orali. 7. La definizione e condivisione di quale documento consente l'attuazione dell'inclusione scolastica. l'ICF. il Profilo dinamico Funzionale. il PEI. Il Profilo di Funzionamento. 8. Le sezioni primavera accolgono i bambini di quale fascia d'età. 0-6. 1-2. 2-3. 3-4. 9. Quale tra i seguenti strumenti è consentito per attuare l'Autonomia delle istituzioni scolastiche. proporre progetti da far approvare al Consiglio di Classe. quota dell'autonomia del 20% negli anni del quinquennio, per potenziare le attività di educazione fisica. quota di flessibilità del 40% del monte ore del 3°, 4° e 5° anno per studiare di meno. contratti con figure del mondo del lavoro, in qualità di esperti. 10. Cosa viene introdotto, per la prima volta, per far sì che le istituzioni scolastiche favoriscano lo sviluppo dei temi della creatività, avvicinando gli allievi appartenenti ad ogni ordine e grado, alle diverse forme artistiche. il Programma Annuale Artistico. il Piano delle Arti. il Piano Triennale delle Arti. il Piano dell'Arte e dell'Immagine. 1. Cos'è uno strumento di valutazione: uno stimolo mirato per ottenere un'informazione peculiare sulle abilità degli allievi. uno strumento per indagare quello che gli allievi hanno appreso sia fuori che dentro la scuola. un "artificio" creato appositamente per cogliere informazioni sui processi socio-emotivi degli allievi. uno stimolo mirato per ottenere dati valutativi su classi omologhe. 2. In uno strumento di valutazione, aumentando la chiusura dello stimolo: si aumenta la libertà di interpretazione ma si riduce la libertà di organizzare la risposta dell'allievo. si aumenta la libertà di interpretazione e di organizzazione della risposta dell'allievo. si riduce la libertà di interpretazione e di organizzazione della risposta dell'allievo. si riduce la libertà di interpretazione ma aumenta la libertà di organizzazione della risposta dell'allievo. 3. In uno strumento di valutazione lo stimolo aperto: ha un unico criterio di interpretazione. ha un unico criterio di interpretazione, da trovare tra dei "distrattori". non ha un criterio fisso di interpretazione. consente all'allievo di scegliere tra varie interpretazioni, ma di cui una è privilegiata dal docente. 4. In uno strumento di valutazione, stimolo aperto e risposta chiusa: portano l'allievo ad esprimere un certo grado di accordo/disaccordo con ciò che dice il docente. consentono all'allievo di scegliere tra varie interpretazioni, ma di cui una è privilegiata dal docente. portano l'allievo ad interpretare liberamente lo stimolo del docente. sono utilizzate efficacemente nelle interrogazioni. 5. Le prove semistrutturate hanno: due stimoli aperti tra cui l'allievo può scegliere e la risposta chiusa. lo stimolo aperto e la risposta chiusa. lo stimolo chiuso e la risposta aperta. una struttura sostanzialmente aperta sia degli stimoli sia delle risposte. 6. Utilizzando stimolo chiuso e risposta aperta, il docente: deve preparare delle risposte-criterio per una correzione analitica. deve individuare tra i compiti degli allievi quello da utilizzare come modello per le risposte-criterio. deve preparare una griglia con le possibili risposte errate che un allievo con scarsa preparazione potrebbe dare. deve correggere i compiti singolarmente confrontandoli con le sue conoscenze dell'argomento. 7. Con stimolo chiuso e risposta aperta, l'allievo: deve utilizzare la memoria riconoscitiva per selezionare la risposta adeguata. deve utilizzare la memoria rievocativa per dare una risposta adeguata. deve utilizzare la memoria episodica per dare una risposta adeguata. utilizza diverse tipologie di memoria a seconda delle discipline coinvolte. 8. Gli esercizi di calcolo e di grammatica sono strumenti di valutazione che hanno: stimolo chiuso e risposta chiusa. stimolo chiuso e risposta aperta. stimolo aperto e risposta chiusa. stimolo aperto e risposta aperta. 9. Se l'istituto scolastico volesse avere un serio impegno colleggiale, le funzioni e le procedure della valutazione: dovrebbero essere condivise tra docenti e studenti. dovrebbero essere condivise tra docenti, dirigenti, studenti e famiglie. dovrebbero essere decise nel colleggio docenti e, su richiesta, comunicate a famiglie e studenti. dovrebbero essere decise da famiglie e studenti ed applicate dai docenti. 10. Con un'impegno collegiale: si svolge il lavoro collettivo nel collegio docenti. si svolge il lavoro collettivo nel consiglio di classe. si prevede un confronto continuo dei docenti, ma ognuno lavora in maniera indipendente. si applica un'azione didattica collettiva, supportata da un confronto continuo. |





