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SIV maggio

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Título del Test:
SIV maggio

Descripción:
Lingua e letteratura latina

Fecha de Creación: 2025/05/28

Categoría: Letras

Número Preguntas: 90

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Il proverbio "In cauda venenum" significa: che un discorso o una frase si chiude con un'espressione ad effetto. che nella fine di un discorso può nascondersi una stoccata dell'interlocutore. che è nella fine del discorso il suo succo. che la frase velenosa è pronunciata a bassa voce.

Nel verso virgiliano nulli fas casto sceleratum insistere limen ("a nessuna persona casta è permesso di sostare sulla soglia scellerata"). c'è un'allitterazione antitetica. i due termini in antitesi sono giustapposti. c'è un ossimoro. i due termini in antitesi sono in asindeto avversativo.

L'enjambement è: Possibile anche nella prosa d'arte. a non corrispondenza di verso e metro. detto anche inarcatura. una figura di pensiero.

Il termine figura retorica è: tratto dal mondo della pittura. tratto dal mondo della danza. sinonimo di luce. tratto dal mondo dell'architettura.

Il "lettore implicito" è. il lettore al quale il poeta immagina di rivolgersi. Il lettore nascosto. Il destinatario di un messaggio implicito. Il dedicatario dell'opera.

La tecnica dei loci è: Una tecnica di caccia. Una tecnica retorica. Una tecnica mnemonica. Una tecnica elaborata da Virgilio.

Il genere letterario. è un insieme di testi che condividono una serie di tratti caratterizzanti. è un insieme di testi che condividono lo stesso verso. è l'epica virgiliana. un insieme di testi scritti da autori dello stesso sesso.

La litote è. Una semplificazione. La negazione di un concetto per affermarlo. La negazione di un concetto per affermare il contrario. Sinonimo di luce.

La parola textus rimanda alla metafora. del filato, della trama. dell'edificio. della creazione. della copertura, dal verbo tego.

La callida iunctura è: Un sintagma abbreviato. Una collocazione espressiva delle parole. sinonimo di Schema Horatianum. Un sintagma greco.

Nell'espressione decus atque dolor, "onore e dolore". c'è un asindeto avversativo. l'antitesi è evidenziata dall'allitterazione. c'è un ossimoro. c'è una litote.

Il termine "prosa". Deriva da prorsus che significa "semplicità". Deriva da prorsus che significa "a capo". Deriva da prorsus che significa "distesamente". Deriva da prorsus che significa "probo".

L' enjambement. Una figura consistente nella non corrispondenza tra suono e metro. Sinonimo di "accavallamento" e "spezzatura". è possibile anche nella prosa d'arte. Non può avere un valore stilistico.

La "tmesi" è. Il taglio di sintagma. Il taglio dei costituenti di una parola. Il taglio di una frase. sinonimo di inversione o anastrofe.

Lumina orationis è un'espressione impiegata per definire. L'espressionismo linguistico. Le figure retoriche. Le "figure" di danza. Gli abbellimenti della prosa d'arte.

La reminiscenza letteraria. é sempre voluta dall'autore. può essere inconsapevole. si basa su un gioco di parole. Nessuna delle altre risposte.

L'originalità per gli antichi. consiste nel trovare nuovi temi, mai trattati prima. è un concetto simile a come lo intendiamo noi moderni. è una prerogativa di Virgilio. consiste nel trattare temi già noti ma in maniera diversa.

La prima opera a noi giunta della letteratura latina, l'Odusia di Livio Andronico è una traduzione artistica. Ciò implica che. La letteratura latina è essenzialmente un mero rifacimento di quella greca. La letteratura latina manca di originalità. La letteratura latina nasce già adulta, in quanto la traduzione artistica è un'operazione complessa. La letteratura latina non propone alcun tema nuovo rispetto a quella greca.

L'allitterazione è. una figura di pensiero che istituisce legami di significato. la ripetizione di uno stesso termine in casi diversi. è la ripetizione di un morfema nella stessa frase. è la ripetizione di un fonema all'inizio di parole ravvicinate.

In stilistica, cosa s'intende per "densità". La densità di un enunciato stilisticamente rilevante. La densità dell'impiego di una figura stilistica, che costituisce un contrassegno di rilevanza stilistica. La densità nominale, specialmente nei versi nominali. La rarità di impiego di una figura stilistica.

In Aen. 6, 495-7 lacerum crudeliter ora, / ora manusque ambas populataque tempora raptis / auribus la figura di ripetizione impiegata è. Un'epifora. Un'epanalessi. Una separatio interlineare. Un'anafora interlineare.

Per quale motivo si preferisce il criterio della "funzionalità" a quello dell'"intenzionalità" dell'impiego di una figura?. Perché si preferisce non indagare le intenzioni dell'autore. Per rendere più chiara l'analisi stilistica. Per valutare la funzione semantica di un enunciato. Nessuna delle risposte proposte.

Per "convergenza dei fattori espressivi" s'intende: La ricerca di espressività che converge con la forma. Il convergere di diversi fattori nella costruzione dell'espressività. Il convergere di testi che condividono alcuni tratti salienti nella costruzione del concetto di genere letterario. La rarità di una forma espressiva convergente con il suono.

L'aggettivo possessivo di norma. Si pospone al sostantivo cui è riferito. Si prepone al sostantivo cui è riferito. Ha una collocazione ininfluente. é sempre in iperbato rispetto al sostantivo.

L'aggettivo determinativo (es. Romanus) di norma. è preposto al sostantivo cui si riferisce. è posposto rispetto al sostantivo cui è concordato. si scrive con l'iniziale minuscola. si omette.

L'aggettivo qualificativo di norma. Si prepone al nome. Si pospone al nome. Si giustappone al nome. è accompagnato da un pronome dimostrativo.

L'aggettivo con valore predicativo di norma. Si prepone al sostantivo. Si prepone al verbo. Si prepone all'avverbio. Si colloca in fine di frase.

L'iperbato è. Una sequenza di aggettivo e sostantivo. Uno stacco tra aggettivo e sostantivo. Un figura di pensiero. Una figura di collocazione consistente nello spezzare una parola.

Il rejet è. Una particolare forma di anastrofe. Una particolare forma di enjambement. Una recusatio, il rigetto dell'accusa di un interlocutore. Una forma di allocuzione patetica.

Nei versi Ille humilis supplex oculos dextramque precantem / praetendens. C'è un asindeto bimembre di aggettivi e un rejet. C'è una comparatio compendiaria e un rejet. C'è un ipermetro. C'e una clausola quadrisillabica.

In Aen.12.930-931 Ille humilis supplex oculos dextramque precantem / praetendens, l'espressione dextramque precantem. è un'enallage personificante. è una pathetic fallacy. è una giustapposizione interstichica. è un accusativo alla greca.

Alla fine del verso di norma non si pone. Sostantivo e verbo. Aggettivo, avverbio, preposizione, congiunzione. I nomi dei guerrieri. La fine del discorso.

L'avverbio di norma si colloca. Prima del verbo. Prima del soggetto. In fine di verso. In fine di frase.

Il verbo di norma si colloca. Ad inizio di frase. In fine di frase. Prima del soggetto. Prima del complemento oggetto.

Si pone ad inizio di frase il verbo che indica. Evento inaspettato, reazione emotiva, verbo icastico. Il verbum dicendi. Il verbum putandi. Dubbio.

abVAB è la struttura del verso. aureo. argenteo. spondaico. olodattilico.

Nell'espressione me, me! adsum. E' presente. una anafora. una geminatio. una separatio. una anadiplosi.

Nell'espressione nunc, o nunc liceat, è presente. una separatio. una anafora. un dicolon abundans. una copula epesegetica.

nel verso ardet abire fuga dulcisque relinquere terras è presente: Il dicolon abundans. La copula epesegetica. Lo hysteron proteron. l'intervento del narratore.

"Omosemia fonetica" significa che. Parole foneticamente simili hanno simile significato. Legami di suono possono istituire legami di significato. il significato dipende dal suono. Parole semanticamente affini sono giustapposte.

Quale scrittore dell'età repubblicana fa dell'arcaismo la sua cifra stilistica?. Cesare. Sallustio. Cicerone. Varrone.

La sezione archeologica nell'opera di Sallustio è. La prima parte delle Historiae perdute. La parte che Sallustio dedica, nel De coniura Catilinae, all'ascesa e decadenza di Roma. la parte che Sallustio dedica, nel Bellum Iugurthinum all'origine mitica di Roma. Una digressione mitologica relativa a Rea Silvia e ai gemelli.

Cosa scrisse Sallustio?. Annales. Commentarii. De coniuratione catilinae. Commedie.

Annalisti e storici nel mondo latino sono sinonimi. No, perché si riferiscono a due modi diversi di fare storia. nessuna delle risposte è vera. No, perché si riferiscono a due periodi storici diversi. SI.

Lo storico greco Tuicidide per Sallustio fu. un modello storiografico e di stile. Un suo imitatore. Uno scrittore greco del tutto ignorato. Un punto di riferimento da cui distaccarsi polemicamente.

In Sallustio il metus hostilis è. La corruzione che proviene dal mondo orientale. La minaccia che proviene dall'esterno e che consolida e rafforza concordia e unità interna. La guerra intestina che oppone plebe a classe senatoria. La corruzione della nobiltà senatoria in cotnrasto con il popolo.

Sallustio tratteggia la figura di Catilina. con ammirazione e stima. deridendolo e minimizzandone l'importanza. con perfetta adesione ai dati storici. come un'incarnazione dei peggiori vizi, non priva di eroicità nel male.

La sezione archeologica nell'opera di Sallustio è. La prima parte delle Historiae perdute. La parte che Sallustio dedica, nel De coniura Catilinae, all'ascesa e decadenza di Roma. la parte che Sallustio dedica, nel Bellum Iugurthinum all'origine mitica di Roma. Una digressione mitologica relativa a Rea Silvia e ai gemelli.

Lo stile di Sallustio si caratterizza per. Brevitas e variationes. Concinnitas et perspicuitas. paratassi. Poetismi.

Con quali orazioni Cicerone attaccò un corrotto governatore della Sicilia?. Filippiche. Verrine. Cesariane. Catilinarie.

Quali sono le opere politiche di Cicerone?. De republica e De legibus. Pro Milone e Verrine. Epistolae. Brutus e De officiis.

Cosa è il Somnum Scipionis. Un elogio rivolto a Scipione. Un passo delle Historiae di Sallustio. La parte finale del De Republica di Cicerone. Un'opera di Macrobio.

Perché le Filippiche hanno questo nome?. perché si ispirano alle orazioni pronunciate da Demostene. Perché sono dedicate a Filippo il macedone. Perché sono state scritte da Filippo il macedone. perché sono state composte nella città greca di Filippi.

Cicerone compose anche opere poetiche?. Nessuna delle affermazioni è vera. Si ma sono andate perdute. Si. No.

La concinnitas è la cifra stilistica di. Cicerone. Cesare. Lucrezio. Sallustio.

Chi ha scritto le Epistole a Lucilio?. Tacito. Sallustio. Seneca. Cicerone.

L'oggetto di interesse primario di Seneca è. La natura. Dio. La res publica. L'uomo.

Chi è l'autore delle Naturales Quaestiones?. Seneca. Varrone. Plinio il giovane. Plinio il vecchio.

Seneca propone a Nerone il modello del. sovrano colto che si ritira ad una vita di studi. sovrano autoritario che domina con la paura. sovrano colto e illuminato. sovrano che rinuncia al potere a favore della de,ocrazia.

Le parole circumit animum labentem sono. Le parole finali dell'opera di Seneca. Le parole iniziali dell'opera di Seneca. Le parole finali dell'opera di Agostino. Le parole iniziali dell'opera di Agostino.

Infirmitas e tranquillitas rappresentano. le posizioni rispettivamente di Seneca e Sereno. Le posizioni altrui, che Sereno e Seneca respingono e disprezzano. La condizione che Sereno e Seneca condividono. le posizioni rispettivamente di Sereno e Seneca.

Il dialogo filosofico in Seenca. è una forma letteraria che non utilizza mai. è la cornice astratta di una trattazione filosofica. presuppone una dinamica dialogica e parenetica. coinvolge più attori che intervengono con i loro diversi punti di vista.

Neminem flebo laetum, neminem flentem. In questa frase possiamo vedere. E' una frase di Agostino. Possiamo individuare le figure retoriche dell'hysteron proton, enjambement e climax. E' una frase di Agostino. Possiamo individuare le figure retoriche dell'allitterazione, omoteleuto, anafora e chiasmo. E' una frase di Seneca. Possiamo individuare le figure retoriche dell'anafora, poliptoto (verbale) e parallelismo. E' una frase di Seneca. Possiamo individuare le figure retoriche dell'allitterazione, omoteleuto, anafora e chiasmo.

Poissiamo definire lo stile di Seneca. pacato ed equilibrato. spezzato e condensato. originale e fantasioso. arcaizzante.

possiamo definire la lingua di Seneca. sussurrata. ripiegata in una pacata riflessione intima. statica. dinamica.

Perché si parla per Seneca di linguaggio della predicazione. Perché si rivolge a Sereno, ma anche a tutti i suoi lettori, coinvolgendo anche se stesso nell'analisi dei limiti e dei difetti dell'umanità. Perché nel Dialogo si rivolge alla vasta platea dei suoi interlocutori, protagonisti dell'opera. Perché intende diffondere il messaggio della nuova religione, il Cristianesimo. Per il frequente uso dei riflessivi e l'andamento della riflessione intimo e ripiegato in sé.

L'adesione di Seneca alla filosofia stoica. e' indubbia, tuttavia soggetta ad intrerpretazione individuale. Caratterizza solo gli anni giovanili. E' totale e pienamente ortodossa. E' combattuta e oscillante.

Per Seneca il denaro. Ci protegge contro la sorte avversa. Non è l'unica fonte di felicità, ma è un elemento importante. Non garantisce né felicità né serenità. E' l'unica fonte di felicità.

La riflessione di Seneca sulla concursatio. Si riferisce all'intensità degli studio filosofici. Si riferisce alla critica dell'uso del tempo che ci rende schiavi. Si riferisce ai rischi dell'impegno politico. E' legata alla critica morale contro il vizio.

L'elaborazione retorica in Seneca. Si trasforma in poetismo lirico. è del tutto assente. E' presente e considerevole, anche se rimane quasi innavertita. caratterizza solo alcune sezioni dell'opera.

Con 'linguaggio della predicazione' in Seneca si intende. L'elaborazione retorica dello stile di Seneca. Un movimento che va dall'interno all'esterno, in un crescendo che culmina con la sententia. Il frequente ricorso ai dialoghi. Il ricorso a volgarismi ed espressioni del parlato.

Il divino per Seneca. E' oltre l'uomo. E' irraggiungibile dall'uomo. E' dentro l'uomo, l'uomo stesso. Non esiste.

L'espressione suum esse indica in Seneca. L'indipendenza e l'autonomia materiale e intellettuale. La padronanza dei propri gesti. L'età matura. Lo status di persona giuridicamente libera.

Sapientes e stulti. sono posti da Seneca sullo stesso piano. I primi sono da Seneca disprezzati, i secondi esaltati. I primi sono da Seneca esaltati, i secondi disprezzati. Sono i due poli della filosofia stoica.

Nell'ottica di Seneca la patria del sapiens è. il mondo. Roma. L'Impero Romano. La dimensione di esclusione dal mondo.

Nella lingua di Seneca i pronomi e aggettivi riflessivi. Sono usati frequentemente e corrispondono a quello che Traina definisce 'linguaggio della predicazione'. Sono usati frequentemente e corrispondono a quello che Traina definisce 'linguaggio dell'interiorità'. Non sono usati frequentemente. Nessuna delle risposte presentate è corretta.

Per linguaggio dell'interiorità si intende. Un linguaggio in cui il focus del discorso è puntato silla riflessione intima e sull'autoanalisi. La perdita di equilibrio e armonia che caratterizza lo stile di Seneca. La perdita di equilibrio e armonia che caratterizza lo stile di Sallustio. Un artificio retorico dell'asianesimo.

Per Seneca la virtù. Può esprimersi solo in circostanze politiche favorevoli. Ha spazio solo sotto il governo di un principe illuminato. Trova sempre modo di esprimersi, anche in condizioni di assenza di libertà. Non è un concetto attinente con il saggio.

Nell'opera di Seneca la società romana. è descritta con moralismo critico e severo. è del tutto assente. viene spesso descritta con vivacità. è descritta con nostalgia e rimpianto.

Abruptum sermonis genus è definizione dello stile di. Livio. Cicerone. Cesare. Seneca.

Nella lingua di Seneca i pronomi e aggettivi riflessivi. sono indizio di sciatteria stilistica. non compiano se non rarissimamente. sono una costante, spesso in gruppo. sono indizio di volgarismi.

Il participio nella lingua di Seneca. Non compare quasi mai, a favore della subordinazione esplicita. E' spesso usato per la sua capacità sintetica. Viene utilizzato in costrutti ormai anticlassici. compare solo come grecismo.

L'atarassia del sapiente. E' respinta totalmente da Seneca. E' un concetto sconosciuto a Seneca perch* estraneo alla filosofia stoica. Viene proposta, pur nella consapevolezza che anch'essa risulti a volte insufficiente. E' proposta da Seneca come unica e totale soluzione ai problemi di Sereno.

Nello stile di Seneca le figure di suono. Non ricorrono mai. Nessuna delle affermazioni è vera. Sono spesso usate per ottenere effetti espressivi. Sono rarissime e di derivazione greca.

Quali correnti filosofiche troviamo riflesse nel De tranquillitate animi?. Stoicismo e cristianesimo. Storicismo e manicheismo. Storicismo e neoplatonismo. Epicureismo e stoicsmo.

Inquirenti mihi in me. Troviamo la figura retorica. del chiasmo. dell'allitterazione. del poliptoto. dell'anafora.

Caratteristico dello stile di Seneca è. la retoricità di un eloquio fluido e disteso. il periodare spezzato e per opposizioni. il periodare ampio e arcaizzante. la subordinazione e la concinnitas.

Il tema fondamentale del De tranquillitate animi è. la partecipazione del saggio alla vita politica. l'ozio. gli studi letterari. la malattia.

Il De tranquillitate animi è rivolto a. a Nerone, l'imperatore di cui Seneca era precettore. Sereno, personaggio immaginario. Sereno, amico di Seneca. a se stesso, come dialogo - confessione.

I Dialoghi di Seneca: alla luce del testo esaminato in quali termini va intesa la forma dialogica?. Come dialogo fittizio: dopo l'intervento iniziale Sereno resta sullo sfondo. Sereno e Seneca interloquiscono vivacemente nel corso di tutto il trattato. Sul solco della tradizione platonica: molti personaggi e dialogo serrato. Sereno non esiste: è un puro nome, sempre muto.

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