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Teorie e tecnieche dei test

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Título del Test:
Teorie e tecnieche dei test

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domande Manzoni

Fecha de Creación: 2024/05/05

Categoría: Personal

Número Preguntas: 60

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Nella costruzione di un test, il dominio di contenuto di un costrutto viene definito: solo per i test di prestazione tipica. solo per i test di prestazione massima. in base a molteplici fonti. alla fine del processo di costruzione del test.

La psicometria scientifica ci aiuta a: quantificare soggettivamente la presenza di una caratteristica analizzata quantificare oggettivamente la presenza di una caratteristica. analizzare in maniera ingenua una variabile. quantificare oggettivamente la presenza di una caratteristica analizzata. valutare soggettivamente la presenza di una caratteristica analizzata.

Durante un'analisi gli attributi o caratteristiche vengono misurati facendo riferimento a: attributo. costante. oggetti. variabile.

Le caratteristiche che misuriamo durante un'analisi possono essere: oggetti o caratteristiche. variabili o oggetti. costanti o caratteristiche. variabili o costanti.

Una caratteristica viene definita variabile quando: si modifica durante la ricerca. non è misurabile. assume una sola modalità. assume almeno due modalità diverse.

Una caratteristica viene definita costante quando: assume almeno due modalità diverse. assume una sola modalità. non si modifica durante la ricerca non è misurabile. non è misurabile.

La misurazione ci permette di: identificare tramite delle caratteristiche qualitative i caratteri salienti dei soggetti. esprimere come quantità le caratteristiche degli oggetti reali. identificare tramite delle caratteristiche qualitative i caratteri secondari dei soggetti. esprimere come qualità le caratteristiche degli oggetti reali.

Una costante, nel processo di misurazione: È rilevante. Viene analizzata durante la misurazione. È irrilevante. Fornisce informazioni utili.

Durante un'analisi ciò che vogliamo misurare è definito come: attributo. costante. variabile. oggetto.

I primi tentativi di sistematizzare il processo di misurazione in psicologia nacquero grazie a: La filosofia. La psicofisica. La teologia. Il costruttivismo.

Uno dei primi scienziati ad occuparsi del problema della misurazione in psicologica fu: Cartesio. Krantz. Michell. Fechner.

La misurazione si basa sulla possibilità di: Esprimere come qualità le caratteristiche degli oggetti reali. Esprimere come ordine le caratteristiche degli oggetti reali. Esprimere come quantità le caratteristiche degli oggetti reali. Esprimere come struttura grafica le caratteristiche degli oggetti reali.

Per stabilire una scienza quantitativa è necessario attuare: Un processo scientifico. Nessuna delle alternative. Un processo strumentale. Entrambe le alternative.

Quando voglio rendere quantitativa una scienza dovrò: Entrambe le alternative. Sviluppare procedure di misurazione specifiche per l'attributo da misurare. Nessuna delle alternative. Indagare sperimentalmente l'ipotesi che l'attributo sia quantitativo.

Secondo Stevens la misurazione è: l'assegnazione di etichette numeriche a persone senza l'uso di regole specifiche. l'assegnazione di etichette numeriche a oggetti o eventi in base ad una regola. l'assegnazione di etichette alfa-numeriche a oggetti o eventi in base ad una regola. l'assegnazione di etichette alfa-numeriche a oggetti o eventi senza l'uso di regole specifiche.

La condizione principale che dobbiamo rispettare quando vogliamo creare un test è: sapere il numero di item che il test dovrà avere. ricreare uno strumento già esistente. definire a posteriori il costrutto da misurare. avere molto ben chiaro che cosa voglio andare a misurare.

Il processo di definizione del costrutto può anche essere detto: operazionalizzazione. costruzione. tabulazione. analisi fattoriale.

Per capire meglio quello che un test vuole misurare dobbiamo definire: le risposte. il costrutto. gli item. alfa.

Quando definiamo il dominio di contenuto è meglio scegliere: misure con più indicatori. misure con un singolo indicatore. item semplici. item complessi.

Definire il dominio di contenuto ci permette di: delimitare le risposte che meglio possono rappresentare le operazionalizzazioni del nostro costrutto. delimitare gli item che meglio possono rappresentare le operazionalizzazioni del nostro costrutto. delimitare i comportamenti che meglio possono rappresentare le operazionalizzazioni del nostro costrutto. delimitare i soggetti che meglio possono rappresentare le operazionalizzazioni del nostro costrutto.

Grazie all'operazionalizzazione troveremo: le risposte corrette al test. indicatori latenti del costrutto che vogliamo misurare. gli item di un questionario. indicatori osservabili del costrutto che vogliamo misurare.

L'operazionalizzazione: rendere osservabile una variabile misurabile. rendere latente una variabile osservabile. permette di assegnare etichette numeriche a oggetti o eventi in base ad una regola. rendere osservabile e misurabile una variabile latente.

Per definire i pattern di comportamenti sarà necessario che i comportamenti selezionati: nessuna delle alternative. si modifichino in maniera prevedibile grazie alla teoria di riferimento. entrambe le alternative. si modifichino in maniera coerente tra loro.

Le facets sono: le sfaccettature che un costrutto può avere quando è semplice. le sfaccettature che un costrutto può avere quando è astratto. le sfaccettature che un costrutto può avere quando è ampio. le sfaccettature che un costrutto può avere quando è concreto.

Quando un costrutto è composto da facets dovrà essere chiamato: dominio. questionario. item. struttura.

Invece di scegliere dei comportamenti osservabili per definire un costrutto potrei usare: risposte aperte. risposte chiuse. aggettivi. verbi.

Quando abbiamo terminato la definizione del dominio di contenuto le aree di contenuto specifiche ci permettono di: raggruppare operazionalizzazioni più differenti tra loro. definire le risposte del test. raggruppare operazionalizzazioni più omogenee tra loro. definire gli item del test.

Per misurare le facets userò: la correlazione. nessuna delle alternative. il t test. la regressione.

Quando uso un test per uno scopo diverso rispetto a quello per cui è stato creato: non avrò nessun problema. otterrò dei dati non appropriati. non è corretto parlare di scopo di un test. misurerò il costrutto sbagliato.

I test orientati al criterio ci servono per: operazionalizzare un costrutto. ottenere un campionamento corretto. identificare particolari gruppi di soggetti in base al punteggio ottenuto alla nostra prova. verificare empiricamente la nostra teoria.

Quando creo un test devo aver in mente sin da subito: a cosa serve. a chi si rivolge. entrambe le alternative. nessuna delle alternative.

Nei test orientati al costrutto useremo il nostro strumento per: ottenere un campionamento corretto. verificare empiricamente la nostra teoria. operazionalizzare un costrutto. identificare particolari gruppi di soggetti in base al punteggio ottenuto alla nostra prova.

Per creare un test orientati al costrutto dovrò partire: dalla definizione degli item. da una precisa e corretta operazionalizzazione teorica del costrutto. dall'osservazione del comportamento. dalla creazione delle risposte.

Un limite dei test orientati al criterio è quello di: avere un'applicabilità limitata. essere troppo corto. essere troppo lungo. essere applicabile solo da chi abbraccia la teoria specifica di riferimento.

Un limite dei test orientati al costrutto è quello di: essere troppo corto. avere un'applicabilità limitata. essere troppo lungo. essere applicabile solo da chi abbraccia la teoria specifica di riferimento.

L'orientamento al costrutto e al criterio: non vengono usati in picologia. vengono usati solo in psicologia dell'educazione. non sono mutualmente escludentisi. sono mutualmente escludentisi.

Nella formula della Teoria classica dei test "X" è: l'errore di misurazione. il punteggio vero. il punteggio osservato al test. le abilità del soggetto.

Lo scaling ci permette di: ottenere la misura qualitativa di una variabile psicologica. ottenere la misura qualitativa di un disegno sperimentale. ottenere la misura quantitativa di un processo di definizione del costrutto. ottenere la misura quantitativa di una variabile psicologica.

Quando mettiamo in atto un processo di scaling assegnamo ad un individio un numero che indica: il grado in cui possiede la caratteristica che vogliamo indagare. Il numero di risposte sbagliate. il numero di risposte giuste. il numero di caratteristiche indagate che possiede.

Un modello di misurazione ci permette di: nessuna delle alternative. esplicitare la relazione tra gli item e gli indicatori. esplicitare la relazione tra la variabile latente e gli indicatori. esplicitare la relazione tra la variabile latente e il costrutto.

Solitamente il peso che viene dato ad ogni item è pari a: 1. alla sua correlazione con il costrutto. alla percentuale di concordanza. 100.

La formula che rappresenta la Teoria classica dei test è: E=V+X. X=V+V. X=V+E. V=X+E.

Nei "Causal Indicator Measurement Model": gli indicatori osservabili determinano la variabile latente. nessuna delle alternative. gli indicatori latenti determinano la variabile osservabile. gli indicatori riflettono la presenza del costrutto.

Nella formula della Teoria classica dei test "V" è: l'errore di misurazione. il punteggio osservato al test. il punteggio vero. le abilità del soggetto.

Nei "Reflective Indicator Measurement Model": gli indicatori riflettono la presenza del costrutto. gli indicatori riflettono la presenza della variabile. entrambe le alternative. nessuna delle alternative.

Nella formula della Teoria classica dei test "E" è: il punteggio vero. l'errore di misurazione. le abilità del soggetto. il punteggio osservato al test.

La Teoria classica dei test è un modello in cui: non vengono considerate anche le abilità del soggetto. gli indicatori non riflettono la presenza del costrutto. gli indicatori riflettono la presenza del costrutto. vengono considerate anche le abilità del soggetto.

La validità del Metodo dei Confronti a Coppie dipende da: l'esaustività della prima lista di stimoli. lingua con cui viene stilata la lista. dalla continua modifica della prima lista di stimoli. tutte le alternative.

Il Metodo dei Confronti a Coppie è stato elaborato per misurare: il Q.I. i valori sociali. le preferenze elettorali. la personalità.

Il Metodo dei Confronti a Coppie è stato elaborato da: Michell. Krantz. Fechner. Thurstone.

Il Metodo dei Confronti a Coppie fa parte dello scaling;. centrato sullo sperimentatore. centrato sui soggetti. centrato sugli stimoli. centrale.

L'assunzione del metodo dei Confronti a Coppie è: esiste una media relativa della caratteristica e i giudizi estremi sono più rari di quelli medi. non esiste una media relativa della caratteristica e i giudizi estremi sono più rari di quelli medi. non esiste una media relativa della caratteristica e i giudizi medi sono più rari di quelli estremi. esiste una media relativa della caratteristica e i giudizi medi sono più rari di quelli estremi.

Tra le caratteristiche delle misure associate al modello di Rasch l'indipendenza locale indica: il punteggio al test ci basta per determinare il livello di caratteristica posseduto dal soggetto e la difficoltà degli item. le misure relative agli oggetti da misurare devono essere indipendenti dalle misure degli oggetti usati per misurare. i punteggi degli indicatori osservabili sono fra loro indipendenti quando la variabile latente viene mantenuta tale. in base al comportamento di risposta osservato è possibile separare gli effetti dovuti alle persone e quelli dovuti agli item.

Tra le caratteristiche delle misure associate al modello di Rasch la sufficienza indica: le misure relative agli oggetti da misurare devono essere indipendenti dalle misure degli oggetti usati per misurare. in base al comportamento di risposta osservato è possibile separare gli effetti dovuti alle persone e quelli dovuti agli item. i punteggi degli indicatori osservabili sono fra loro indipendenti quando la variabile latente viene mantenuta tale. il punteggio al test ci basta per determinare il livello di caratteristica posseduto dal soggetto e la difficoltà degli item.

Il modello di Rasch afferma che: l'abilità di una persona non influenza la probabilità di rispondere correttamente ad uno specifico item. una persona che è meno abile dovrebbe avere una maggiore probabilità di rispondere correttamente ad uno specifico item rispetto ad una persona con maggiore abilità. una persona che è più abile dovrebbe avere una maggiore probabilità di rispondere correttamente ad uno specifico item rispetto ad una persona con minore abilità. una persona che è più abile dovrebbe avere una minore probabilità di rispondere correttamente ad uno specifico item rispetto ad una persona con minore abilità.

La curva caratteristica dell'item indica la probabilità di rispondere correttamente ad un item in funzione: dell'abilità del soggetto. entrambe le alternative. nessuna delle alternative. della differenza tra l'abilità del soggetto e la difficoltà dell'item.

Se l'abilità del soggetto è inferiorre alla difficoltà dell'item, il rapporto tra le due risulterà: uguale a zero. uguale a 1. minore di 1. maggiore di 1.

Se l'abilità del soggetto è maggiore della difficoltà dell'item, il rapporto tra le due risulterà: uguale a zero. maggiore di 1. minore di 1. uguale a 1.

La teoria classica dei test ha come limite il fatto di non considerare: le competenze del soggetto. il punteggio al test. il grado di difficoltà degli item. gli errori di misura.

Tra le caratteristiche delle misure associate al modello di Rasch la separabilità indica: i punteggi degli indicatori osservabili sono fra loro indipendenti quando la variabile latente viene mantenuta tale. in base al comportamento di risposta osservato è possibile separare gli effetti dovuti alle persone e quelli dovuti agli item. il punteggio al test ci basta per determinare il livello di caratteristica posseduto dal soggetto e la difficoltà degli item. le misure relative agli oggetti da misurare devono essere indipendenti dalle misure degli oggetti usati per misurare.

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