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Título del Test:![]() due Descripción: parte due |




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Sono fenomeni tipici del latino medievale. grecismi e poetismi. Riduzione dei dittonghi, semplificazione dei nessi consonantici, palatalizzazione. Caduta della metrica quantitativa. riduzione dei dittonghi e rotacismo. La Vulgata è. La traduzione di Antico e Nuovo Testamento dal greco. La versione della Bibbia di San Girolamo. La prima versione della Bibbia condotta sull'aramaico. La prima versione della Bibbia condotta sul greco. Cosa sono gli acta martyrum?. Un'opera cristiana tradotta dal greco. Elogi funebri. Un'opera storica sul Cristianesimo. Relazioni dei processi dei primi cristiani. E' un costrutto sintattico non classico. participio congiunto. quia seguito da verbo in forma esplicita. ablativo assoluto. accusativo piu infinito. La glossa biblica è. una figura retorica. una pronuncia del latino medievale. un metro della lirica medievale. Il commento ai libri scritturali. Le forme nominali del verbo (participio, infinito, supino). in età medievale il loro uso rimane invariato. in età medievale sono usate sempre più. in età medievale sono usate sempre meno. in età medievale scompaiono del tutto. Individuare la corretta morfologia del sostantivo moderatio. 4 decl., abl. sing. 3 decl., abl. sing. 2 decl., dat. sing. 3 decl.,nom, sing. Quante sono in latino le classi degli aggettivi?. tre. quattro. cinque. due. La vocale tematica è. La vocale che unisce il tema alla desinenza. la vocale presente nella radice. La vocale presente nella desinenza. La vocale più importante. L'accusativo è il caso. del complemento di termine. del complemento diretto. del complemento indiretto. del complemento di colpa. Individua la sequenza corretta. Il nominativo è il caso del soggetto; il genitivo è il caso del complemento ditermine; il dativo è il caso del complemento di causa; l'accusativo è il caso del complemento oggetto; il vocativo è il caso del complemento di vocazione; l'ablativo è il caso del complemento di specificazione. Il nominativo è il caso del soggetto; il genitivo è il caso del complemento di specificazione; il dativo è il caso del complemento di causa; l'accusativo è il caso del complemento oggetto; il vocativo è il caso del complemento di vocazione; l'ablativo è il caso del complemento di termine. Il nominativo è il caso del soggetto; il genitivo è il caso del complemento di specificazione; il dativo è il caso del complemento di termine; l'accusativo è il caso del complemento oggetto; il vocativo è il caso del complemento di vocazione; l'ablativo è il caso del complemento di causa. Il nominativo è il caso del soggetto; il genitivo è il caso del complemento oggetto; il dativo è il caso del complemento di termine; l'accusativo è il caso del complemento di specificazione; il vocativo è il caso del complemento di vocazione; l'ablativo è il caso del complemento di causa. Individuare la corretta morfologia del sostantivo puer. 2 decl., voc. sing. 2 decl., nom. plur. 3 decl., nom. sing. 4 decl., abl. sing. La radice è. L'unione tra nucleo + vocale tematica. L'unione tra nucleo + vocale tematica+desinenza. La parte minima della parola. l'etimologia della parola. Da quale caso derivano i sostantivi italiani?. accusativo. nominativo. vocativo. ablativo. La forma verbale scripsi. Un congiuntivo passivo. Un imperativo. un infinito attivo. Un perfetto sigmatico. Qual è la desinenza originaria dell'infinito latino?. -isse. -re. -se. -ere. Quali sono i modi finiti del verbo latino?. indicativo, congiuntivo, condizionale. infinito, participio, supino e gerundio. indicativo, imperativo, congiuntivo. presente, imperfetto, piuccheperfetto. Quali sono le forme nominali del verbo latino?. i predicativi del soggetto e dell'oggetto. infinito, participio, gerundio, gerundivo. indicativo, imperativo e congiuntivo. aggettivi e participi sostantivati. Il perfetto a raddoppiamento è proprio. della prima coniugazione. di particolari verbi. dei temi in vocali. dei temi in consonanti. Individuare la corretta morfologia del sostantivo flesso manus. 4 decl., nom. e gen. sing. 4 decl., gen. sing. 3 decl., nom. sing. 2 decl., nom. plur. La forma verbale veni è. Un imperativo e un presente. Un perfetto. Un presente. Un imperativo. Quanti sono i temi della coniugazione tematica dei verbi latini?. 5. 2. 3. 4. Le Confessioni di Agostino si compongono di. 12 libri. 13 libri. 7 libri. 10 libri. I Padri della Chiesa. Apprezzarono e 'adottarono' il pensiero di Seneca. Guardarono con sospetto alle posizioni di Seneca. Assunsero molte delle sue posizioni travisandole e adattandole al pensiero cristiano. respinsero le posizioni di Seneca, in quanto fondamentalmente pagane. L'Eneide è composta. in esametri. in prosa. in distici elegiaci. in endecasillabi. Il De tranquillitate animi è. un poema didascalico. un dialogo filosofico. un trattato autobiografico. un'opera epica. L'Eneide rappresenta l'inizio di un'epoca nuova perché. Si tratta di un'opera del tutto priva di legami con la letteratura precedente. La lingua che utilizza e del tutto nuova e in contrasto con al tradizione. Segna la fine della repubblica e in essa vi è l'eco della perdita definitiva della libertà. coincide con l'inizio dell'età imperiale e la nuova epoca di pace promessa da Augusto. E' corretto dire che con l'Eneide Virgilio fonda un nuovo stile perché. Utilizza una lingua diversa, ricca di neologismi e grecismi. Nessuno prima di lui aveva scritto epica in esametri. riesce a fondere il massimo della libertà con il massimo del rigore stilistico. Usa un metro poetico diverso da tutti gli autori precedenti. Nell'Eneide viene raccontata la fine di Troia. nell'ultimo libro. vero. nel primo libri. falso. Ennio negli Annales parla dell'arrivo di Enea in Italia. vero. falso. è solo una supposizione. si tratta di un'invenzione del Medioevo. La struttura dell'Eneide è del tutto originale. solo in parte. vero. falso. è stata alterata dagli editori antichi. Nell'Eneide vengono celebrate le virtù guerriere dei protagonisti. falso. solo di enea. vero. solo dei troiani. Il fato nell'Eneide. E' una divinità minore al servizio di Zeus. E' una forza superiore che anticipa il Dio cristiano. E' una divinità personificata. E' qualcosa che si deve necessariamente compiere. Il viaggio di Enea è un viaggio di ritorno. solo il primo tratto. vero. solo il secondo tratto. falso. Le vicende narrate nell'Eneide durano sette anni. falso. non si può sapere. nessuna delle risposte è vera. non si può sapere. Nel proemio dell'Eneide ha forte rilievo il nome del protagonista. Falso, perché per gli antichi il nome proprio non aveva nessuna importanza. Vero: si tratta del pius Aeneas, contrapposto a Odisseo. Falso: nei primi 11 vv non appare. Nessuna delle affermazioni è vera. La tempesta scatenata da Giunone nel I libro dell'Eneide. fa naufragare i Troiani sulle coste laziali. fa naufragare i Troiani in Sicilia. fa naufragare i Troiani sulle coste africane. Allontana i Troiani dal ritorno in patria. La versione dell'Eneide che conosciamo. manca della revisione finale dell'autore. è quella rivista e corretta dall'autore. è quella rivista e corretta da Augusto. è quella salvata dal naufragio. La tempesta con cui inizia il I libro dell'Eneide. E' causata dal canto delle Sirene. Ha la funzione di ritardare il ritorno in patria di Enea. E' scatenata da Giunone nemica di Enea. E' scatenata da Nettuno nemico di Enea. Nell'Eneide troviamo anche influssi della poesia alessandrina. 0. Nessuna delle affermazioni è vera. Vero, ma rivisitata con una profondità psicologica peculiare a Virgilio. 1. Nell'Eneide il mondo degli uomini e il mondo degli dei. il mondo degli dei non trova spazio nell'Eneide. sono completamente disgiunti. si intersecano influenzandosi. Nessuna delle affermazioni è vera. La meta della vicenda narrata nell'Eneide è. La fondazione della stirpe da cui nascerà Roma e e premesse della gloria del suo impero. Il coronamento della storia d'amore tra Enea e Didone. L'affermazione del potere di Enea nel lazio. La vendetta dei Troiani contro i Greci. Nel colloquio tra Venere e Zeus, all'inizio del libro I. Venere si lamenta del destino di Enea e chiedere rassicurazioni a Zeus. Venere chiede che Enea possa restare a Cartagine e sposare Didone. Venere litiga col padre sulla sorte di Enea. Venere chiede vendetta contro Giunone sua nemica. Nell'espressione fato profugus Virgilio indica. Il destino di Enea che è stato cacciato dalla patria troiana. Il destino di Enea che è vittima degli dei. Il destino di Enea che deve combattere il ato per l'affermazione di Roma. Il destino di Enea che è in viaggio per volere del fato. Virgilio definisce Didone infelix e misera. Perché sarà costretta dal destino ad abbandonare Enea. Perché ha avuto una storia sfortunata. Per commuovere il pubblico e suscitare la pietà. Perché anticipa con queste note il suo tragico destino. La storia di Didone. Rappresenta il prototipo della donna debole che ha bisogno di un uomo che la salvi. E' talmente pietosa e commuovente che Enea prova pietà per Didone. presenta forti analogie con quella di Enea. E' destinata al lieto fine. Nell'incontro tra Enea e Venere nel libro I. Enea riconosce la madre solo quando si gira per andarsene. Venere intende punire il figlio della sua superficialità. Enea riconosce immediatamente la madre. Venere si dimostra una madre affettuosa che conforta e consola il figlio. La descrizione del tempio di Giunone a Cartagine. E' un omaggio di Enea a Giunone, per propiziarsela. Riprende la tecnica alessandrina dell'ecfrasis per sfoggio di erudizione. riprende la tecnica alessandrina dell'ecfrasis e pone le premesse psicologiche dell'incontro tra Didone ed Enea. E' la traduzione latina di un parallelo episodio omerico. Nelle scene del tempio di Giunone. Viene messo in rilievo l'eroismo dei Greci. Viene messo in rilievo l'eroismo dei Troiani sconfitti. Viene messo in rilievo l'eroismo dei Romani. Viene messo in rilievo l'eroismo dei Cartaginesi. Virgilio riprende la similitudine omerica. solo rarissime volte. si tratta di veri e propri calchi. vero, ma apportandovi modifiche originali. falso. La figura di Didone regina amata e rispettata. Viene consapevolmente distrutta da Virgilio, in quanto cartaginese. Riprende l'immagine omerica di Arete, la regina dei Feaci. Riprende l'immagine della dea Giunone, sposa di Zeus. E' un modello femminile del tutto nuovo e originale nella letteratura classica. Al momento del loro primo incontro, Enea appare a Didone. non riesce a vederlo chiaramente perché è seminascosto da una nube magica. nemico minaccioso e arrogante. bello come un dio. profugo miserevole in cerca di aiuto. Didone decide di. accogliere i Troiani ma mantenere le distanze perché è sospettosa. offrire denaro ai Troiani perché rientrino nella loro terra. incarcerare i Troiani superstiti. dare ospitalità ai Troiani superstiti. Didone in quanto regina di Cartagine. Era tra gli alleati dei Greci nell'assalto a Troia. è nemica fin dall'inizio dei Troiani, antenati dei Romani. non è ancora nemica dei Troiani e di conseguenza dei Romani. ha interesse che i Troiani lascino al più presto la sua terra. Os umerosque (v. I, 589) è un accusativo alla greca, cioè. Un accusativo di relazione. Un metro prosodico. un costrutto usato esclusivamente in poesia. due parole con la desinenza dell'accusativo greco. Venere chiede a Cupido. di far innamorare Enea di Didone. di creare inimicizia perpetua tra il popolo dei Troiani e i Cartaginesi. di far innamorare Didone di Enea. di instaurare un'alleanza perpetua tra il popolo dei Troiani e i Cartaginesi. Quale è il modello greco dell'utilizzo di Cupido per far nascere l'amore?. Apollonio Rodio: i due amanti sono Giasone e Medea. Omero con Ettore e Andromaca. Callimaco nella Chioma di Berenice. Apollonio Rodio: i due amanti sono Zeus e Giunone. Nel banchetto alla reggia di Cartagina, Iopa è. Un aedo che narra la vicenda di Troia. Un cantore che allieta il banchetto con canti mitologici naturalistici. Il più fido compagno di Enea. Un Troiano che si esibisce davanti ai Cartaginesi. Il primo libro si chiude. Con il canto del cielo di Iopa. Con l'invito di Didone rivolto ad Enea a narrare la sua storia. Con un brindisi di amicizia tra Troiani e Cartaginesi. Con la prima notte d'amore tra Enea e Didone. Il De tranquillitate animi è rivolto a. Sereno, amico di Seneca. a Nerone, l'imperatore di cui Seneca era precettore. Sereno, personaggio immaginario. a se stesso, come dialogo - confessione. Il tema fondamentale del De tranquillitate animi è. la partecipazione del saggio alla vita politica. la malattia. gli studi letterari. l'ozio. Caratteristico dello stile di Seneca è. la subordinazione e la concinnitas. il periodare spezzato e per opposizioni. il periodare ampio e arcaizzante. la retoricità di un eloquio fluido e disteso. Inquirenti mihi in me. Troviamo la figura retorica. dell'allitterazione. dell'anafora. del poliptoto. del chiasmo. Quali correnti filosofiche troviamo riflesse nel De tranquillitati animi?. Stoicismo e cristianesimo. Epicureismo e stoicismo. Storicismo e manicheismo. Storicismo e neoplatonismo. Nello stile di Seneca le figure di suono. Sono rarissime e di derivazione greca. Non ricorrono mai. Nessuna delle affermazioni è vera. Sono spesso usate per ottenere effetti espressivi. L'atarassia del sapiente. E' respinta totalmente da Seneca. Viene proposta, pur nella consapevolezza che anch'essa risulti a volte insufficiente. E' un concetto sconosciuto a Seneca perchè estraneo alla filosofia stoica. E' proposta da Seneca come unica e totale soluzione ai problemi di Sereno. Il participio nella lingua di Seneca. compare solo come grecismo. E' spesso usato per la sua capacità sintetica. Non compare quasi mai, a favore della subordinazione esplicita. Viene utilizzato in costrutti ormai anti-classici. Per Senca la virtù. Trova sempre modo di esprimersi, anche in condizioni di assenza di libertà. Ha spazio solo sotto il governo di un principe illuminato. Può esprimersi solo in circostanze politiche favorevoli. Non è un concetto attinente con il saggio. Nella lingua di Seneca i pronomi e aggettivi riflessivi. sono indizio di volgarismi. non compiano se non rarissimamente. sono una costante, spesso in gruppo. sono indizio di sciatteria stilistica. Abruptum sermonis genus è definizione dello stile di. Seneca. Cersare. Cicerone. Livio. Nell'opera di Seneca la società romana. è descritta con moralismo critico e severo. viene spesso descritta con vivacità. è del tutto assente. è descritta con nostalgia e rimpianto. Nell'ottica di Seneca la patria del sapiens è. Roma. L'impero romano. La dimensione di esclusione dal mondo. il mondo. Il verbo vindicare significa. liberare. punire una colpa. vendicarsi. rivendicare il possesso. Per linguaggio dell'interiorità si intende. Un artificio retorico dell'asianesimo. La perdita di equilibrio e armonia che caratterizza lo stile di Sallustio. Un linguaggio in cui il focus del discorso è puntato sulla riflessione intima e sull'autoanalisi. La perdita di equilibrio e armonia che caratterizza lo stile di Seneca. L'espressione suum esse indica in Seneca. Lo status di persona giuridicamente libera. L'indipendenza e l'autonomia materiale e intellettuale. L'età matura. La padronanza dei propri gesti. Per Seneca il denaro. Ci protegge contro la sorte avversa. Non garantisce né felicità né serenità. E' l'unica fonte di felicità. Non è l'unica fonte di felicità, ma è un elemento importante. Sapientes e stulti. I primi sono da Seneca disprezzati, i secondi esaltati. I primi sono da Seneca esaltati, i secondi disprezzati. sono posti da Seneca sullo stesso piano. Sono i due poli della filosofia stoica. Il divino per Seneca. E' oltre l'uomo. E' dentro l'uomo, l'uomo stesso. E' irraggiungibile dall'uomo. Non esiste. La riflessione di Seneca sulla concursatio. Si riferisce alla critica dell'uso del tempo che ci rende schiavi. Si riferisce all'intensità degli studio filosofici. E' legata alla critica morale contro il vizio. Si riferisce ai rischi dell'impegno politico. L'elaborazion retorica in Seneca. è del tutto assente. caratterizza solo alcune sezioni dell'opera. Si trasforma in poetismo lirico. E' presente e considerevole, anche se rimane quasi innavertita. Con 'linguaggio della predicazione' in Seneca si intende. Il ricorso a volgarismi ed espressioni del parlato. Il frequente ricorso ai dialoghi. L'elaborazione retorica dello stile di Seneca. Un movimento che va dall'interno all'esterno, in un crescendo che culmina con la sententia. Possiamo definire lo stile di Seneca. pacato ed equilibrato. arcaizzante. spezzato e condensato. originale e fantasioso. possiamo definire la lingua di Seneca. ripiegata in una pacata riflessione intima. statica. dinamica. sussurrata. L'adesione di Seneca alla filosofia stoica. Caratterizza solo gli anni giovanili. E' totale e pienamente ortodossa. E' combattuta e oscillante. e' indubbia, tuttavia soggetta ad interpretazione individuale. Le parole circumit animum labentem sono. Le parole iniziali dell'opera di Seneca. Le parole finali dell'opera di Agostino. Le parole finali dell'opera di Seneca. Le parole iniziali dell'opera di Agostino. Il dialogo filosofico in Seenca. è una forma letteraria che non utilizza mai. è la cornice astratta di una trattazione filosofica. presuppone una dinamica dialogica e parenetica. coinvolge più attori che intervengono con i loro diversi punti di vista. Infirmitas e tranquillitas rappresentano. le posizioni rispettivamente di Seneca e Sereno. le posizioni rispettivamente di Sereno e Seneca. La condizione che Sereno e Seneca condividono. Le posizioni altrui, che Sereno e Seneca respingono e disprezzano. la struttura delle Confessioni denuncia. un progetto unitario. Una giustapposizione di corpi indipendenti. una revisione pesante nella seconda parte. una non riuscita fusione. Le Confessiones sono attraversate. dall'ortodossia di Agostino. dal dubbio di Agostino. dall'inquietudine di Agostino. dall'orgoglio di Agostino. I protagonisti delle Confessiones sono. Agostino e Dio. Agostino e il suo amico Sereno. Agostino e Ambrogio. Solo Agostino. A quale genere letterario appartengono le Confessiones di Agostino?. Autobiografia. Storiografia. Poesia. Filosofia. Nella lingua di Agostino gli astratti. soo del tutto assenti. sono presenti solo se relativi a termini greci. sono usati frequentemente. sono usati secondo la tradizione classica. Nelle Confessiones il tema della lode. è marginale. attraversa tutta l'opera. è presente solo nella sezione finale. è l'argomento principale della seconda parte. La lettura dell'Hortensius di Cicerone. ha significato per Agostino ma solo finché è un laico pagano. gli cambia la vita. lo allontana definitivamente dalla ricerca di Dio. è un episodio insignificante della sua giovinezza. Ibam in profundum (Agostino, Conf. IV, 20) significa. ero lontano dalle certezze. ero immerso nel vizio. camminavo verso l'abisso. navigavo in mare aperto. Di Ambrogio Agostino apprezza principalmente. Di Ambrogio Agostino apprezza principalmente. la ricchezza. la capacità di illustrare la Sacra Scrittura. la vita pia. Il libro VIII delle Confessioni narra. la conversione. L'incontro con Ambrogio. la fanciullezza. la lettura dell'Hortensio. Nella filosoafia neopalatonica Agostino non trova. La raffinatezza stilistica. La figura di Gesù. La Grazia di Dio. Modelli di santità. Agostino racconta la sua vita. in modo assolutamente sincero. come esempio di virtù. in forma edificante. rinnegando tua la prima parte della sua esistenza. Lo stile di Agostino si caratterizza. per i volgarismi. per gli ebraismi e le citazioni scritturali. per il classicismi. per i grecismi. Agostino mira di raggiungere Dio. solo dopo la morte. solo con lo spirito. coin tutti i sensi. attraverso le opere buone. Nelle Confessioni trova spazio anche l'esperienza mistica del contatto con Dio. No: le esperienze deli mistici sono cronologicamente successive. Vero, ma riguarda solo la madre Monica. Vero, riguarda sia Agostino che la madre Monica. 0. L'elaborazione e rifinitura stilistica per Agostino. mantengono il valore di requisito primo per un'opera scritta. non sono importanti. fanno parte della sua formazione e impregnano sempre e comunque il suo stile. vengono completamente trascurate dopo la conversione. Possiamo definire la scrittura di Agostino. fredda e distaccata. drammatica ed espressiva. mistica e poetica. moraleggiante e parenetica. Spesso la lingua di Agostino. ricorre ai termini astratti per indicare la divinità (magnitudo, pulchritudo). usa ampie perifrasi per indicare la divinità. usa termini ebraici per indicare la divinità. ricorre a termini greci per indicare la divinità. |