Addetto Antincendio 3 domande 152-202
![]() |
![]() |
![]() |
Título del Test:![]() Addetto Antincendio 3 domande 152-202 Descripción: domande 152-202 |




Comentarios |
---|
NO HAY REGISTROS |
Con il simbolo E, utilizzato nella sigla REI (es: REI 60, REI 90), indichiamo la seguente prestazione di resistenza al fuoco. La capacità portante, cioè la capacità di un elemento strutturale di portare i carichi presenti in condizioni di incendio normalizzato, per un certo periodo di tempo. La tenuta, cioè la capacità di un elemento costruttivo o strutturale di impedire il passaggio di fumi e gas caldi per un certo periodo di tempo, in condizioni di incendio normalizzate. L’isolamento, cioè la capacità di un elemento costruttivo o strutturale di impedire il passaggio calore di un incendio normalizzato per un certo periodo di tempo. Con il simbolo I, utilizzato nella sigla REI (es: REI 60, REI 90), indichiamo la seguente prestazione di resistenza al fuoco. La capacità portante, cioè la capacità di un elemento strutturale di portare i carichi presenti in condizioni di incendio normalizzato, per un certo periodo di tempo. La tenuta, cioè la capacità di un elemento costruttivo o strutturale di impedire il passaggio di fumi e gas caldi per un certo periodo di tempo, in condizioni di incendio normalizzate. L’isolamento, cioè la capacità di un elemento costruttivo o strutturale di impedire il passaggio calore di un incendio normalizzato per un certo periodo di tempo. Con il simbolo REI 60 si identifica un elemento costruttivo che. deve conservare, per 60 minuti, la capacità portante, la tenuta e l’isolamento termico. deve conservare, per 60 minuti, la capacità portante e la tenuta. deve conservare, per 60 minuti, solo la capacità portante. Con il simbolo RE 60 si identifica un elemento costruttivo che. deve conservare, per 60 minuti, la capacità portante, la tenuta e l’isolamento termico. deve conservare, per 60 minuti, la capacità portante e la tenuta. deve conservare, per 60 minuti, solo la capacità portante. Con il simbolo R 60 si identifica un elemento costruttivo che. deve conservare, per 60 minuti, la capacità portante, la tenuta e l’isolamento termico. deve conservare, per 60 minuti, la capacità portante e la tenuta. deve conservare, per 60 minuti, la capacità portante e la tenuta. La Capacità di Compartimentazione rappresenta. attitudine di un elemento costruttivo a conservare, sotto l’azione del fuoco, un sufficiente isolamento termico (I) ed una sufficiente tenuta ai fumi e ai gas caldi della combustione (E), nonché tutte le altre eventuali prestazioni se richieste. attitudine di un elemento costruttivo a conservare, sotto l’azione del fuoco, unicamente un sufficiente isolamento termico (I). attitudine di un elemento costruttivo a conservare, sotto l’azione del fuoco, unicamente una sufficiente tenuta ai fumi e ai gas caldi della combustione (E). Con il termine “compartimento” intendiamo. parte dell’opera da costruzione delimitata da prodotti o elementi costruttivi idonei a garantire, sotto l’azione del fuoco e per un dato intervallo di tempo, la resistenza al fuoco (EI, …). parte dell’opera da costruzione nella quale la probabilità di avvio e sviluppo dell’incendio sia resa trascurabile. spazio “cielo libero” avente caratteristiche tali da contrastare temporaneamente la propagazione dell’incendio tra le eventuali opere da costruzione o strutture che lo delimitano. Con il termine “filtro” intendiamo. parte dell’opera da costruzione delimitata da prodotti o elementi costruttivi idonei a garantire, sotto l’azione del fuoco e per un dato intervallo di tempo, la resistenza al fuoco (EI, …). Un compartimento antincendio nel quale, per basso carico di incendio e limitata presenza di sorgenti di innesco, la probabilità di avvio e sviluppo dell’incendio è resa trascurabile. spazio “cielo libero” avente caratteristiche tali da contrastare temporaneamente la propagazione dell’incendio tra le eventuali opere da costruzione o strutture che lo delimitano. Con il termine “compartimento a prova di fumo” intendiamo. un compartimento separato dagli altri compartimenti adiacenti mediante strutture EI adeguate senza alcuna comunicazione. un compartimento realizzato in modo da limitare l’ingresso di fumo generato da un incendio che si sviluppa in compartimenti comunicanti. Un compartimento dove è vietato fumare. Con il termine “filtro a prova di fumo” intendiamo. Un compartimento antincendio realizzato con i requisiti di “filtro”, cioè dove è improbabile l’innesco di un incendio, e anche con i requisiti di un compartimento a “prova di fumo”, cioè nel quale è impedito anche l’ingresso di effluenti dell’incendio. Un disimpegno realizzato con strutture e porte REI\EI mantenuto in sovrappressione, ovvero dotato di camino di smaltimento dei fumi o aerato direttamente verso l’esterno. Un disimpegno realizzato con strutture e porte REI\EI mantenuto in sovrappressione, ovvero dotato di camino di smaltimento dei fumi o aerato direttamente verso l’esterno. La finalità della Compartimentazione è quella di. limitare la propagazione dell’incendio e dei suoi effetti verso altre attività, afferenti ad altro responsabile dell’attività o di diversa tipologia, e all’interno della stessa attività. limitare la propagazione dell’incendio e dei suoi effetti solo all’interno della stessa attività. limitare la propagazione dell’incendio e dei suoi effetti solo verso altre attività, afferenti ad altro responsabile dell’attività o di diversa tipologia. La compartimentazione è realizzata mediante. Elementi strutturali e non aventi la capacità di conservare, sotto l’azione del fuoco, i requisiti di resistenza, tenuta ai fumi e isolamento termico per un determinato intervallo di tempo. interposizione di distanze di separazione, tra opere da costruzione o altri bersagli combustibili, anche ubicati in spazio a cielo libero. Entrambe le modalità indicate negli altri due punti. Al fine di realizzare una compartimentazione efficace è fondamentale che le chiusure d’ambito orizzontali e verticali costituiscano una barriera continua ed uniforme contro la propagazione degli effetti dell’incendio. No, eventuali discontinuità, grandi o piccole, (attraversamenti di impianti tecnologici o di processo, canalizzazioni, ecc) non invalidano le proprietà di compartimentazione delle chiusure di ambito. La continuità delle chiusure di ambito orizzontali e verticali sono fondamentali per garantire una effettiva ed efficace compartimentazione; pertanto, la loro realizzazione deve essere particolarmente accurata (giunzioni, serrande tagliafuoco, ecc). Si, ma solo in caso di attività utilizzate prevalentemente da persone classificabili di tipo C, D ed E ai fini del Rvita. Fra diverse attività o ambiti della stessa attività, separate da spazio a cielo libero, è possibile la propagazione di un incendio. No, mai; l’interposizione di uno spazio superiormente libero (cortile, strada, ecc) fra due edifici non consente la propagazione di un incendio in nessun caso. Si, pertanto, al fine di impedire la propagazione di un incendio all’esterno di un’attività è sempre necessario verificare che sia esistente una adeguata distanza di separazione fra ambiti della stessa attività o verso altre attività. Si, ma solo in caso di attività non classificabili a basso rischio di incendio. La porta “taglia fuoco” (porta EI) è. L’elemento di chiusura di un varco di comunicazione tra compartimenti adiacenti, in grado di limitare per un determinato intervallo di tempo la propagazione degli effetti di un incendio. L’elemento di chiusura di un varco di comunicazione tra scala protetta e piani serviti, in grado di limitare per un determinato intervallo di tempo la propagazione degli effetti di un incendio. L’elemento di chiusura di un varco di comunicazione tra la scala a prova di fumo e i piani serviti, in grado di limitare per un determinato intervallo di tempo la propagazione degli effetti di un incendio. La porta “taglia fuoco” (porta EI), elemento di chiusura di un varco di comunicazione tra compartimenti adiacenti, in grado di limitare per un determinato intervallo di tempo la propagazione degli effetti di un incendio. deve essere adeguatamente segnalata su entrambi i lati e oggetto di specifica attività di sorveglianza, controllo e manutenzione. non deve essere segnalata né oggetto di specifica attività di sorveglianza, controllo e manutenzione. deve essere sempre colorata di “rosso”. Qualunque spazio a cielo libero (es: cortile, cavedio, …) è qualificabile come “spazio scoperto” ai fini del contrasto temporaneo alla propagazione dell’incendio tre le opere da costruzione o strutture che lo delimitano. Si, è sufficiente che un’area sia a “cielo libero”, a prescindere dalla superficie e dalle distanze fra le strutture che la delimitano, per contrastare la propagazione dell’incendio tra le opere. No, un’area a “cielo libero” per potere essere qualificata come “spazio scoperto” deve avere una superficie determinata e deve essere garantita una adeguata distanza fra gli eventuali edifici che la delimitano. No, nessun spazio a “cielo libero” può essere qualificato come “spazio scoperto” ai fini del contrasto alla propagazione di un incendio fra edifici che lo delimitano. L’interposizione di un’adeguata distanza di separazione “d” in spazio a cielo libero fra edifici adiacenti ovvero fra edifici e depositi esterni di materiale combustibile, opportunamente valutata sulla base delle indicazioni fornite dalle regole di prevenzioni incendi, consente di limitare la propagazione dell’incendio. Si, un’adeguata distanza di separazione consente di limitare l’irraggiamento, al di sotto di valori critici, fra il compartimento interessato dall’incendio e altri compartimenti o materiali combustibili in deposito. No, non è necessario valutare tali distanze, qualunque spazio a cielo libero consente di garantire la limitazione della propagazione dell’incendio. No, solo strutture o elementi tagliafuoco (REI, EI …) consente di limitare la propagazione dell’incendio. Nella progettazione della sicurezza antincendio è consentito che si realizzino opere prive di resistenza al fuoco (Livello di prestazione I ai sensi del DM 03/08/2015). No, mai. Si, a condizione che l’attività non preveda la presenza di occupanti, ad esclusione di quella occasionale e di breve durata di personale addetto. Si, sempre. Le “Classi”, cioè l’intervallo di tempo nel quale è garantito il requisito di resistenza al fuoco del prodotto\elemento costruttivo. Sono codificati dalle disposizioni legislative in materia (ES: elementi portanti privi di funzione di compartimento R 15,20,30, 45, 60 ….). Sono codificati da progettista della prevenzione incendi. Sono codificati dal Comando VVF competente territorialmente. Con “carico di incendio” intendiamo: potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio, corretto in base ai parametri indicativi della partecipazione alla combustione dei singoli materiali, espresso in MJ. potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio riferito all’unità di superficie lorda di piano, espresso in MJ/m2. potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio riferito all’unità di superficie lorda di piano (MJ/m2), corretto in base ai parametri indicatori del rischio di incendio del compartimento antincendio e dei fattori relativi alle misure antincendio presenti. Con “carico di incendio specifico” intendiamo: potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio, corretto in base ai parametri indicativi della partecipazione alla combustione dei singoli materiali, espresso in MJ. potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio riferito all’unità di superficie lorda di piano, espresso in MJ/m2. potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio riferito all’unità di superficie lorda di piano (MJ/m2), corretto in base ai parametri indicatori del rischio di incendio del compartimento antincendio e dei fattori relativi alle misure antincendio presenti. Con “carico di incendio specifico di progetto” intendiamo: potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio, corretto in base ai parametri indicativi della partecipazione alla combustione dei singoli materiali, espresso in MJ. potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio riferito all’unità di superficie lorda di piano, espresso in MJ/m2. potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio riferito all’unità di superficie lorda di piano (MJ/m2), corretto in base ai parametri indicatori del rischio di incendio del compartimento antincendio e dei fattori relativi alle misure antincendio presenti. Il “carico di incendio” è un parametro fondamentale per la progettazione della sicurezza antincendio. Si, in particolare il “carico di incendio specifico di progetto” è fondamentale per la progettazione della resistenza al fuoco delle strutture. Si, è il parametro indicativo del rischio di incendio presente in un luogo di lavoro. Si, solo nel caso di approccio ingegneristico alla progettazione della sicurezza antincendi. I valori del carico di incendio specifico di progetto adottati nel progetto della prevenzione incendi costituiscono un vincolo d’esercizio per le attività da svolgere all’interno della costruzione. No, la progettazione della resistenza al fuoco non è influenzata dai valori assunti dal carico di incendio specifico di progetto. No, la progettazione della resistenza al fuoco non è influenzata dai valori assunti dal carico di incendio specifico di progetto. Si, il mantenimento delle condizioni che hanno determinato il valore del carico di incendio specifico di progetto è un obbligo di esercizio per le attività che vengono svolte nella costruzione. La finalità della misura Esodo (S.4) è quella di. assicurare che gli occupanti dell’attività possano raggiungere un luogo sicuro o permanere al sicuro, autonomamente o con assistenza, prima che l’incendio determini condizioni incapacitanti negli ambiti dell’attività ove si trovano. assicurare che gli occupanti dell’attività possano raggiungere un luogo sicuro autonomamente prima che l’incendio determini condizioni incapacitanti negli ambiti dell’attività ove si trovano. assicurare che gli occupanti dell’attività possano raggiungere un luogo sicuro autonomamente prima che l’incendio determini condizioni incapacitanti negli ambiti dell’attività ove si trovano. Il Sistema di Esodo è. L’insieme delle misure di salvaguardia della vita che consentono agli occupanti di raggiungere un luogo sicuro o permanere al sicuro, autonomamente o con assistenza, prima che l’incendio determini condizioni incapacitanti negli ambiti dell’attività ove si trovano. L’insieme delle misure di salvaguardia della vita che consentono agli occupanti di raggiungere un luogo sicuro, autonomamente o con assistenza, prima che l’incendio determini il crollo delle strutture. Il percorso senza ostacoli al deflusso che consente agli occupanti di raggiungere un luogo sicuro dal luogo in cui si trovano. Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, per “Luogo sicuro” intendiamo. Un luogo in cui è temporaneamente trascurabile il rischio d’incendio per gli occupanti che vi stazionano o vi transitano durante l’esodo. Un luogo in cui è permanentemente trascurabile il rischio d’incendio per gli occupanti che vi stazionano o vi transitano. Uno spazio a “cielo libero” (cortile, ….). Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, per “Luogo sicuro temporaneo” intendiamo. Un luogo in cui è temporaneamente trascurabile il rischio d’incendio per gli occupanti che vi stazionano o vi transitano durante l’esodo. Un luogo in cui è permanentemente trascurabile il rischio d’incendio per gli occupanti che vi stazionano o vi transitano;. Uno spazio a “cielo libero” (cortile, ….). Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, per “spazio calmo” intendiamo. Uno spazio a “cielo libero”. Un luogo in cui è permanentemente trascurabile il rischio d’incendio per gli occupanti che vi stazionano o vi transitano. luogo sicuro temporaneo ove gli occupanti possono attendere e ricevere assistenza per completare l’esodo verso luogo sicuro. Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, per “via di esodo” intendiamo. Un qualunque percorso, a prescindere dalla geometria, che adduce dall’interno dell’edificio all’esterno. Un percorso a prova di fumo rispetto al compartimento servito, che adduce dall’interno all’esterno. Un percorso senza ostacoli al deflusso, appartenente al sistema d’esodo, che consente agli occupanti di raggiungere un luogo sicuro dal luogo in cui si trovano. Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, per “corridoio cieco” intendiamo. Una porzione di via d’esodo da cui è possibile l’esodo in un’unica direzione. Una porzione di via d’esodo nella quale non sono realizzate aperture di aerazione e illuminazione naturale. Un percorso senza ostacoli al deflusso, appartenente al sistema d’esodo, che consente agli occupanti di raggiungere un luogo sicuro dal luogo in cui si trovano. Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, le modalità di esodo da un’opera di costruzione possono essere diverse. Si, esodo simultaneo, esodo per fasi, esodo orizzontale progressivo ovvero protezione sul posto. No, in caso di incendio gli occupanti devono spostarti obbligatoriamente tutti verso un luogo sicuro. No, in caso di incendio gli occupanti devono spostarti obbligatoriamente tutti dal compartimento di primo innesco in un compartimento adiacente. Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, l’ “esodo simultaneo” da un’opera di costruzione è. modalità di esodo che prevede lo spostamento contemporaneo degli occupanti fino a luogo sicuro. modalità di esodo di una struttura organizzata con più compartimenti, in cui l’evacuazione degli occupanti fino a luogo sicuro avviene in successione dopo l’evacuazione del compartimento di primo innesco. modalità di esodo che prevede lo spostamento degli occupanti dal compartimento di primo innesco in un compartimento adiacente capace di contenerli e proteggerli fino a quando l’incendio non sia estinto o fino a che non si proceda ad una successiva evacuazione fino a luogo sicuro. Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, l’“esodo per fasi” da un’opera di costruzione è. modalità di esodo che prevede lo spostamento contemporaneo degli occupanti fino a luogo sicuro. modalità di esodo di una struttura organizzata con più compartimenti, in cui l’evacuazione degli occupanti fino a luogo sicuro avviene in successione dopo l’evacuazione del compartimento di primo innesco. modalità di esodo che prevede lo spostamento degli occupanti dal compartimento di primo innesco in un compartimento adiacente capace di contenerli e proteggerli fino a quando l’incendio non sia estinto o fino a che non si proceda ad una successiva evacuazione fino a luogo sicuro. Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, l’“esodo orizzontale progressivo” da un’opera di costruzione è. modalità di esodo che prevede lo spostamento contemporaneo degli occupanti fino a luogo sicuro. modalità di esodo di una struttura organizzata con più compartimenti, in cui l’evacuazione degli occupanti fino a luogo sicuro avviene in successione dopo l’evacuazione del compartimento di primo innesco. modalità di esodo che prevede lo spostamento degli occupanti dal compartimento di primo innesco in un compartimento adiacente capace di contenerli e proteggerli fino a quando l’incendio non sia estinto o fino a che non si proceda ad una successiva evacuazione fino a luogo sicuro. Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, la “protezione sul posto” è. modalità di esodo che prevede lo spostamento contemporaneo degli occupanti fino a luogo sicuro. modalità di esodo di una struttura organizzata con più compartimenti, in cui l’evacuazione degli occupanti fino a luogo sicuro avviene in successione dopo l’evacuazione del compartimento di primo innesco. modalità di esodo che prevede la protezione degli occupanti nell’ambito in cui si trovano. Uno “spazio a cielo libero” può essere qualificato come “luogo sicuro” ai fini dell’esodo. Si, se è collegato ad una pubblica via in ogni condizione di incendio e nel quale siano garantita la protezione delle persone dai prodotti della combustione, dal pericolo di crolli e sia di ampiezza sufficiente e contenere gli occupanti che lo impiegano nell’esodo. No, mai. Si, è sufficiente che sia collegato ad una pubblica via. Nell’ambito dell’organizzazione del sistema di esodo, possono essere considerate ed utilizzate le scale portatili, gli ascensori e le rampe con grande pendenza (superior a 20 %). Si, sempre a condizione che il loro utilizzo sia indicato nel piano di emergenza. No,. Si, se la gestione dell’emergenza prevede una specifica struttura di supporto. Le superfici dei percorsi individuati come vie di esodo (corridoi, scale, androni, …) devono garantire specifici requisiti. Si, non devono essere sdrucciolevoli, né presentare avvallamenti o sporgenze pericolose e devono essere in condizioni tali da rendere sicuro il movimento ed il transito degli occupanti. No, è sufficiente che i percorsi di esodo adducono all’esterno, a prescindere dalle caratteristiche delle superfici. No, è sufficiente che siano in condizioni tali da rendere sicuro il movimento ed il transito degli occupanti. Le porte installate lungo le vie di esodo devono garantire specifici requisiti. Si, devono essere facilmente identificabili ed apribili da parte di tutti gli occupanti e l’apertura delle porte non deve ostacolare il deflusso degli occupanti lungo le vie d’esodo. No, è sufficiente che siano solo identificabili. No, è sufficiente che siano apribili da parte di tutti gli occupanti. Le porte ad apertura manuale installate lungo le vie di esodo, in condizioni di elevata densità di affollamento, devono garantire specifici requisiti. Si, devono essere dotate di dispositivi di apertura a semplice spinta per consentire l’affidabile, immediata e semplice apertura delle stesse. No, è sufficiente che siano solo identificabili con specifica segnaletica. No, è sufficiente che siano dotate di una maniglia funzionante. Il sistema di esodo deve essere facilmente riconosciuto e identificabile dagli occupanti. Si, sempre mediante apposita segnaletica di sicurezza. No, è sufficiente che le vie di esodo siano indicate nelle planimetrie semplificate affisse ai piani. No, solo nei luoghi con elevata densità di affollamento. Ai fini dell’identificazione degli elementi del sistema di esodo con il seguente cartello intendiamo. Luogo sicuro, punto di ritrovo. spazio calmo, per attendere i soccorritori. Via di esodo. Ai fini dell’identificazione degli elementi del sistema di esodo con il seguente cartello intendiamo. Luogo sicuro, punto di ritrovo. Spazio calmo, attesa dei soccorritori. Via di esodo. Ai fini dell’identificazione degli elementi del sistema di esodo con il seguente cartello intendiamo. Luogo sicuro, punto di ritrovo. Spazio calmo, attesa dei soccorritori. Via di esodo. Ai fini dell’identificazione degli elementi del sistema di esodo con il seguente cartello intendiamo. Luogo sicuro, punto di ritrovo. Spazio calmo, attesa dei soccorritori. Via di esodo verso spazio calmo. Lungo le vie di esodo deve essere installato un impianto di illuminazione di sicurezza. Si, sempre qualora l’illuminazione possa risultare anche occasionalmente insufficiente a consentire l’esodo degli occupanti. No, mai. No, solo nei luoghi con elevata densità di affollamento. Negli ambiti ove l’attività sia svolta con assente o ridotta illuminazione ordinaria (es. sale cinematografiche, sale teatrali, …) eventuali gradini lungo le vie d’esodo devono essere provvisti di illuminazione. Si, sempre con idonea illuminazione “segnapasso” dei gradini. No, mai. No, solo nei luoghi con affollamento superiore a 1000 persone. Il sistema d’esodo in un’attività lavorativa, al fine di limitare la probabilità che agli occupanti sia impedita l’evacuazione dall’incendio, il numero minimo di vie d’esodo e uscite indipendenti da ciascun locale deve essere specificamente progettato. Si, in funzione del rischio di incendio e dell’affollamento. Si, in funzione del rischio di incendio. No, è sufficiente che ci siano almeno due uscite da ogni compartimento per garantire un corretto ed efficace esodo. Le vie di esodo previste in un luogo di lavoro devono essere di lunghezza limitata, in funzione del rischio di incendio dell’attività. Si, a seconda delle condizioni di rischio dell’attività hanno lunghezze consentite differenti. No, solo i corridoi ciechi devono rispettare dei limiti di lunghezza massima in funzione del rischio di incendio. No, le lunghezze delle vie di esodo, compresi i corridoi ciechi, possono essere di qualunque valore a prescindere dal rischio dell’attività. |