DIRITTO PENALE
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Título del Test:
![]() DIRITTO PENALE Descripción: diritto penale criminologia |



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La differenza tra il mondo dei fatti e il mondo delle norme sta nella circostanza che: non vi è alcuna differenza posto che le regole nascono per disciplinare i fatti. nessuna delle precedenti risposte è corretta. le norme possono disciplinare sia dei fatti che degli atti a seconda della volontà del legislatore, mentre i fatti sono sempre degli accadimenti esterni. I fatti riguardano degli accadimenti esterni e seguono le regole causali, mentre le norme imprimono ai fatti un modo di essere, pretendendo la conformazione dei cittadini. Il principio di frammentarietà significa che: possono essere puniti solo i comportamenti socialmente pericolosi. qualsiasi comportamento può essere punito penalmente. il ricorso allo strumento penale deve essere improntato all'extrema ratio, cioè devono essere puniti solo quei comportamenti che provocano un grave danno o pericolo per un determinato bene meritevole di tutela. possono essere puniti penalmente solo i fatti che il legislatore ritiene meritevoli di punizione. Il principio di sussidiarietà significa che: si può ricorrere alle norme penali solo quando esse sono indispensabili poiché altri tipi di intervento sarebbero inefficaci per tutelare un determinato bene. il ricorso alle norme penali deve essere sussidiario a quelle amministrative. il ricorso alle norme penali e lasciato alla discrezionalità del legislatore. il ricorso alle norme penali deve essere sussidiario a quelle civili. L'illuminismo giuridico: puntava a creare un sistema giuridico fondato sulla consuetudine. poneva al centro del sistema penale l'esigenza che sia i fatti che le pene fossero predeterminate. poneva alla base l'esigenza di creare un diritto penale fondato sulla morale. poneva alla base l'esigenza di creare un diritto penale fondato sulla probità dei giudici. La legiferazione mediante decreto legislativo in materia penale: è ammessa in quanto il Parlamento detta al Governo le linee guida (legge delega) per poter disciplinare determinate materia del diritto penale che richiedono un alto grado di tecnicismo. è ammessa laddove sussistano dei casi di necessità ed urgenza. è vietata in quanto si tratta di atti del Governo e non del Parlamento. è ammessa solo con riferimento a determinate materia (ambiente, pesca, acque, alimenti ecc.). I regolamenti comunitari in materia penale: sono vincolanti solo se recepiti dallo Stato con un'apposita legge. non vincolano il giudice in quanto in materia penale possono applicarsi solo le leggi dello Stato. sono solo dei criteri di orientamento per i giudici quando applicano le norme penali. vincolano il giudice interno, il quale in caso di contrasto dovrà disapplicare la norma interna a favore di quella comunitaria. Le norme penali in bianco: sono norme penali senza precisi contenuti e dunque sono costituzionalmente illegittime. soddisfano il principio di legalità in quanto il precetto viene disciplinato dal legislatore, mentre un atto di fonte secondaria particolareggia il contenuto del precetto già individuato. non soddisfano il principio di legalità in quanto sono espressione dell'esecutivo. sono contrarie alle costituzione e dunque non fanno parte del sistema in quanto non rispettano il principio di legalità. Il principio di legalità in materia penale espresso dagli articoli 25 cost e 2 c.p.: prevede che mentre i fatti devono essere previsti dalla legge, le pene possono essere previste anche da fonti subordinate (es. atti del governo ecc.). prevede che sia i fatti penalmente rilevanti che le pene devono essere espressamente e previamente previste dalla legge. prevede che solo i fatti penalmente rilevanti, ma non anche le pene, devono essere espressamente e previamente previsti dalla legge. prevede che solo le pene devono essere previste dalla legge. Il principio di legalità: subordina alla legge e agli atti subordinati alla stessa l'esercizio del potere. subordina alla legge l'esercizio del potere. subordina al governo l'esercizio del potere. subordina alla legge e alla volontà del giudice l'esercizio del potere. Il principio di tassatività: riguarda il momento di formazione della norma penale. riguarda il momento di interpretazione della norma penale. alla politica criminale e riguarda le valutazioni attinenti all'incriminazione di un determinato fatto. riguarda l'informazione del cittadino circa i fatti penalmente rilevanti. L'articolo 27 comma 1 cost. sancisce che: la responsabilità penale è personale salvo casi di responsabilità di gruppo espressamente previsti dal legislatore. che nessuno può essere punito per un fatto che non sia preveduto dalla legge come reato. la responsabilità penale è personale, salvo eccezionali casi di responsabilità per fatto altrui espressamente previsti dalla legge. la responsabilità penale è personale. Le fonti comunitarie in materia penale: in forza dell'articolo 10 Cost. sono efficaci anche per il diritto interno. sono valide solo se accompagnate da un di recepimento del Governo. non hanno alcune validità in tale materia in quanto essa è riservata esclusivamente allo Stato. non possono esplicare alcun effetto se non vengono recepite dal legislatore interno. La norma penale ha ad oggetto: La punizione dei fatti socialmente pericolosi. la tutela di un valore di interesse pubblico. qualsiasi atto o fatto che il legislatore ritiene meritevole di punizione. l'inosservanza di una determinata norma giuridica. Le norme penali incriminatrici sono di stretta interpretazione e quindi: si può comunque ricorrere all'analogia nei casi espressamente previsti dalla legge. si può ricorrere all'analogia solo in casi eccezionali. non vi è spazio per interpretazioni analogiche. si può comunque ricorrere all'analogia. In ossequio al principio di tassatività il giudice: deve verificare che il fatto astratto previsto dalla norma incriminatrice sia simile a quello concretamente realizzato. deve verificare che il fatto astratto previsto dalla norma incriminatrice sia identico al fatto concretamente realizzato. deve verificare che il fatto astratto previsto dalla norma incriminatrice non sia identico a quello concretamente realizzato. deve verificare che il fatto astratto previsto dalla norma incriminatrice sia quasi identico a quello concretamente realizzato. Il principio di determinatezza: si ricava dall'articolo 1 c.p. nella parte in cui afferma che parla di "fatto espressamente preveduto dalla legge come reato". si ricava dall'articolo 47 c.p. in materia di errore. si ricava dalla disposizione dell'articolo 42 c.p. quando parla del dolo. si ricava dall'articolo 40 c.p. in materia di nesso casuale. Il principio di determinatezza costituisce un corollario del principio di legalità: che deve vincolare il giudice al rispetto della norma scritta dal legislatore. in quanto chiede che sia la legge o i regolamenti a disciplinare la materia penale. poiché chiede che la legge nel prevedere un reato deve descrivere un fatto storico suscettibile di accadimento esteriore. in quanto chiede al legislatore di disciplinare in modo certo i fatti e al Governo le pene per essi previste. il principio di determinatezza si rivolge al: al giudice, il quale nel rispetto di tale principio deve evitare interpretazioni analogiche. al legislatore, il quale nel legiferare in materia penale deve disciplinare dei fatti concreti di verificazione esterna e non meri propositi. ai cittadini, i quali devono conoscere e rispettare la legge penale. alla dottrina, la quale deve utilizzare tale principio nell'elaborazione delle categorie penali. L'analogia in bonam parte in materia penale: è ammessa solo con riferimento alle norme permissive che vanno a favore del reo. è sempre vietata. è ammessa solo con riferimento alle norme incriminatrici. è sempre ammesso. Il nostro codice penale aderisce: alla concezione sostanziale del reato. ad una concezione del reato legata alla pericolosità sociale dell'autore. alla concezione formale del reato. ad una concezione mista del reato. In diritto penale, con riferimento alla norme incriminatrici, l'analogia: è ammessa solo se il giudice deve espletare una interpretazione favorevole per il reo. è ammessa. è vietata, salvo i casi diversamente stabiliti dalla legge. è sempre vietata. L'utilizzo dei decreti legge in materia penale: può essere consentito in particolari casi di urgenza. è consentito nella misura in cui ricorrano gli estremi dell'urgenza di cui all'articolo 77 cost. e gli stessi perdono efficacia quando non vengono convertiti in legge. è vietato in quanto tale materia è riservata esclusivamente al Parlamento. può essere consentito nella misura in cui vi sia una preventiva delega del Parlamento in favore del Governo. Nel rispetto del principio di offensività: il legislatore deve individuare i fatti penalmente rilevante. il legislatore deve individuare all’interno del catalogo costituzionale I beni oggetto di tutela e dunque disporre delle incriminazioni che effettivamente ledono o mettono in pericolo tali beni. il legislatore deve individuare ed incriminare quei comportamenti che sono offensivi per l'etica, la morale e la religione dominante in un determinato momento storico. Il legislatore deve individuare ed incriminare i comportamenti moralmente riprovevoli dalla società. La riserva di legge in materia penale: è relativa, nel senso che sia il Parlamento che le Regioni possono legiferare in materia penale. è concorrente, nel senso che oltre al Parlamento anche le regioni possono legiferare in materia penale per determinate materie ad esse attribuite. è assoluta, nel senso che solo il Parlamento può emanare norme in materia penale. nessuna delle risposte è esatta. Con riferimento alle norme penali più favorevoli al reo, il principio di irretroattività in materia penale: si applica comunque, anche se una legge successiva è più favorevole. può essere derogato solo se vi è una espressa volontà in tal senso da parte del legislatore. non può essere derogato salvo se vi sia una espressa volontà in tal senso da parte del legislatore. in deroga a tale principio si applica la sopravvenuta e più favorevole disposizione. Coloro che sono contrari all'analogia in bonam partem in materia penale sostengono che: essa non può mai trovare applicazione poste che si rischierebbe di disapplicare in modo arbitrario le norme incriminatrici in violazione del principio della certezza del diritto. essa può trovare applicazione solo con riferimento alle norme penali che vanno a favore del reo ma non anche con riferimento a quello incriminatrici. essa può trovare applicazione in casi eccezionali non codificati dal legislatore negli articoli dal 50 al 54 c.p. essa può trovare applicazione solo in casi eccezionali di volta in volta stabiliti dal giudice. L'irretroattività in materia penale: rappresenta un principio corollario di quello di legalità, in quanto garantisce il reo che può essere punito da un legge penale solo per fatti successivi. non rappresenta un principio costituzionale e dunque può essere derogata dal legislatore ordinario. riguarda la possibilità di punire penalmente anche fatti che precedentemente non erano previsti dalla legge come reati. è esclusa con riferimento a reati particolarmente gravi come l'omicidio, la violenza sessusale, la rapina ecc. Ai sensi dell'articolo 14 prel., in materia penale l'analogia: è vietata. è permessa. ha una funzione sussidiaria, di integrazione delle lacune lasciate dal legislatore. è un procedimento cui il giudice penale può ricorrere per risolvere i casi non espressamente previsti dal legislatore. Per alcuni autori l'analogia in bonam partem: è ammessa solo nei casi espressamente previsti dal legislatore. è ammessa con riferimento alle norme penali che sono favorevoli al reo. non è mai ammessa. è sempre ammessa se va a favore del reo. Il principio di materialità non trova applicazione: con riferimento a delitti come l'omicidio, la rapina e la violenza sessuale. con riferimento all'applicazione delle misure di sicurezza in ordine alle ipotesi di cui agli articoli 49 e 115 c.p. in ordine alle misure di sicurezza verso le persone particolarmente pericolose. per il reati particolarmente gravi. Il bene giuridico oggetto di tutela penale: deve avere un referente esplicito od implicito nella Costituzione, fungendo cosi da limite per il legislatore. viene individuato discrezionalmente dal legislatore. può essere individuato in qualsiasi comportamento contrario allo spirito della società in un determinato momento storico. può essere individuato dal giudice nella valutazione del caso concreto. Il principio di materialità presuppone che: si possano incriminare solo fatti percepibili dai sensi. che si possano incriminare tutti i fatti che il legislatore individua come pericolosi. si possano incriminare solo condotte attive ma non anche quello di natura prettamente omissiva. che si possano incriminare fatti, pensieri o atteggiamenti moralmente riprovevoli. Con la sentenza 42/1965 la Corte Costituzionale ha affermato che: che in caso di concorso anomalo di persone il compartecipe risponde sempre del reato diverso, dallo stesso non voluto. che in caso di concorso anomalo di persone il compartecipe risponde del reato diverso non voluto, ma la sua pena è attenuata. ai fini della responsabilità penale non è sufficiente il mero nesso causale tra fatto e autore ma occorre anche un legame di natura psichica tra la condotta e le sue conseguenze. ai fini della responsabilità penale è sufficiente il mero nesso causale tra fatto e autore. L'articolo 27 comma 1 cost. sancisce che: la responsabilità penale è personale. si è puniti solo in forza di una legge entrata in vigore prima del fatto commesso. la responsabilità penale è personale salvo casi di responsabilità di gruppo espressamente previsti dal legislatore. nessuno può essere punito per un fatto che non sia espressamente preveduto dalla legge come reato. La responsabilità oggettiva è: una delle forme di imputazione della responsabilità penale previste dal nostro codice e consiste nel mero legame causele tra il fatto realizzato e l'autore dello stesso. è una forma di responsabilità penale che oltre al nesso materiale tra fatto e autore richiede anche un legame di natura psicologica. è una forma di responsabilità per fatto altrui e come tale bandita dal nostro ordinamento. è una forma di responsabilità penale di natura concorsuale. Ai sensi dell'articolo 27 comma 3 Cost. la pena deve essere finalizzata: alla rieducazione del reo. all'isolamento dei soggetti pericolosi dalla società. alla punizione dei colpevoli di reato, secondo il principio di proporzionalità tra la condatta tenuta e il danno cagionato. al ripristino dell'ordine sociale violato dal reo. Con le sentenze 364/1988 e 1085/1988 la Corte Costituzionale affermò: che in virtù dell'articolo 10 Cost. l'Italia doveva uniformarsi alla legislazione comunitaria anche in materia penale. il principio della responsabilità personale e colpevole, per cui oltre al legame causale occorre che vi sia anche un legame psicologico, individuato quanto meno nella colpa, tra il fatto è l'autore del reato. che i delitti di plagio e percosse dovevano ritenersi incostituzionali poiché in violazione del principio di determinatezza. che in caso di concorso anomalo di persone il compartecipe risponde sempre del reato diverso, dallo stesso non voluto. La legge penale abrogata: non può esplicare più alcun effetto in quanto abrogata. continua ad esplicare i propri effetti limitatamente ai fatti commessi durante la sua vigenza se è più favorevole al reo. continua ad esplicare i propri effetti limitatamente ai fatti commessi durante la sua vigenza. continua ad esplicare i propri effetti limitatamente ai fatti commessi durante la sua vigenza solo con riferimento alla contravvenzioni. L'articolo 2 comma 4 c.p. stabilisce che: se la legge del tempo in cui fu commesso il reato e le posteriori sono diverse, si applica quella le cui disposizioni sono piu` favorevoli al reo. se la legge del tempo in cui fu commesso il reato e le posteriori sono diverse, si applica quella le cui disposizioni sono piu` favorevoli al reo, salvo che sia stata pronunciata sentenza ancora non irrevocabile. se la legge del tempo in cui fu commesso il reato e le posteriori sono diverse, si applica quella le cui disposizioni sono piu` favorevoli al reo, salvo che sia stata pronunciata sentenza irrevocabile. non vi è responsabilità penale se il fatto è previsto come reato da una legge successiva alla sua commissione. L'abolitio criminis riguarda: L'ipotesi in cui al momento della commissione del fatto, lo stesso non era preveduto dalla legge come reato. l'ipotesi in cui un fatto prima preveduto dalla legge penale come reato, non viene più previsto come tale da una legge posteriore. l'ipotesi in cui viene emanata successivamente alla commissione del fatto una legge più sfavorevole per il reo. l'ipotesi in cui viene emanata successivamente alla commissione del fatto una legge più favorevole per il reo. Ai sensi dell'articolo 2 comma 1 c.p.: se la legge successiva è più favorevole al reo, si applica quest'ultima e non quella del momento in cui fu commesso. nessuno può essere punito per un fatto che secondo la legge del tempo in cui fu commesso non costituiva reato. in caso di leggi penali diverse nel tempo, si applica quella più favorevole al reo. nessuno può essere punito per un fatto che non sia espressamente preveduto dalla legge come reato. La legge penale entrata in vigore successivamente alla commissione del fatto illecito: si applica anche ai fatti puniti da una precedente legge penale se quest'ultima risulta più sfavorevole al reo e non vi è stata sentenza di condanna definitiva. si applica solo per i fatti commessi dopo la sua entrata in vigore mentre non si estende a quelli precedenti. è l'unica che si applica al caso ancora in esame dal giudice. non si applica mai, ma i fatti puniti da una precedente legge penale continuano ad essere disciplinati da quest'ultima. In caso di abolizione della legge penale: il reo continua ad espirare la pena per i fatti già giudicati con sentenza definitiva. se precedentemente vi è stata condanna, ne cessano gli effetti anche laddove vi sia stata sentenza passata in giudicato. il reo continua ad espirare la pena per i fatti già giudicati con sentenza di primo grado. se precedentemente vi è stata condanna, ne cessano gli effetti salvo che la sentenza sia stata passata in giudicato. In caso di modifica della legge penale: la legge più favorevole si applica solo per i fatti commessi successivamente alla sua entrata in vigore. la sua applicazione trova quale limite l'emissione della sentenza di primo grado. si applica sempre la legge più favorevole al reo. la sua applicazione trova un limite nel passaggio in giudicato della sentenza. La modifica delle leggi penali interpretative: non soggiace al regime della successione delle leggi penali nel tempo in quanto tali norme non sono di natura incriminatrice. si applica il regime del tempus regit actum. soggiace al regime della successione delle leggi penali nel tempo in quanto si tratta di norme che producono effetti penali. si applica sempre la legge vigente al momento della commissione del fatto. In tema di successione di leggi processuali penali: si applica la disciplina della legge processuale penale più favorevole. si applica la disciplina della successione delle leggi penali di cui all'articolo 2 c.p. si applica la legge in vigore al momento del fatto. si applica la disciplina del tempus regit actum, cioè quella della legge vigente al momento di applicazione della norma. L'articolo 133 c.p. riguarda: individuazione dei criteri cui il giudice deve tener conto nella commisurazione della pena, una volta accertata la sussistenza di un fatto di reato. la disciplina della colpa. la disciplina della causalità. la disciplina del dolo. L'istituto dell'estradizione: è funzionale a garantire i latitanti alla giustizia. si applica ai cittadini stranieri. è funzionale a garantire alla giustizia i colpevoli di particolari e gravissimi delitti puniti con pene superiori a venti anni di reclusione. mira ad assicurare la presenza del reo nel territorio dello Stato che intenda procedere penalmente contro di lui. Il mandato di arresto europeo consiste: nell'esecuzione di un ordine di cattura emesso dalla Corte di Giustizia Europea. in una decisione giudiziaria emessa da un'autorita’ di uno Stato membro dell’Unione Europea, denominato stato membro di emissione, in vista dell'arresto e della consegna di una persona da parte di altro Stato membro (denominato Stato membro d'esecuzione) al fine dell'esercizio di azioni giudiziarie in materia penale o dell'esecuzione di una pena o misura sicurezza privativa della libertà personale. nell'esecuzione di un ordine di cattura emesso dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. nell'esecuzione di un ordine di cattura emesso dalla Corte Penale Internazionale. L'estradizione è esclusa: quando vi è il rischio di applicazione della pena di morte. per i delitti politici nei confronti del cittadino o di chi gode lo status di rifugiato, ovvero quando vi è il rischio di applicazione della pena di morte. per i delitti di omicidio. per i delitti politici. Ai sensi dell’art. 6 c.p. il reato si considera commesso nel territorio dello Stato quando: si è ivi verificato l'evento che è la conseguenza dell'azione od omissione. l'azione o l'omissione che lo costituisce è ivi avvenuta in tutto o in parte. l'azione o l'omissione che lo costituisce è ivi avvenuta in tutto o in parte ovvero si è ivi verificato l'evento che è la conseguenza dell'azione od omissione. sempre, a prescindere nel luogo dove avviene, posto che il legislatore italiano prevede il principio della giurisdizione universale in ordine a tutti i reati. Il momento consumativo del reato coincide con: il luogo in cui si è verificato l'evento che è la conseguenza dell'azione od omissione. con il luogo deve si è svolta l'azione od omissione. con il luogo dove l'azione o l'omissione che lo costituisce è avvenuta in tutto o in parte ovvero si è il luogo dove si è verificato l'evento che è la conseguenza dell'azione od omissione. con il luogo dove ha inizio l'esecuzione della condotta vietata. Le norme incriminatrici sono quelle norme che: istituiscono un obbligo, la cui violazione determina la commissione dell’illecito da cui deriva la necessaria risposta da parte dello stato, la pena. se combinate con altre norme penali definiscono la dimensione dell'illecito. definisco il contenuto di altre norme penali. sono norme che disciplinano gli istituti del diritto penale di parte generale. Quando non è in grado di ricondurre un fatto ad una norma penale, il giudice: deve assolvere l'imputato perché il fatto non è previsto dalla legge come reato. deve rimettere la decisione della questione alla Corte Costituzionale affinché trovi la soluzione per il caso concreto. deve condannare l'imputato. deve in via analogica applicare quella che più si attaglia a quel fatto. Durante l'interpretazione della legge penale, il giudice: deve verificare l'esatta identità tra il fatto descritto dalla norma e quello realizzato dall'imputato. deve verificare che il fatto realizzato dal reo posso in qualche modo ricondursi a quello previsto dalla fattispecie incriminatrice. deve attenersi alle interpretazioni della Corte di Cassazione. deve verificare che il fatto realizzato dal reo sia il più possibile simile a quello descritto dalla norma incriminatrice. L'ignoranza della legge penale è inevitabile quando: quando il soggetto per circostanze di natura oggettiva era impossibilitato a conoscere il contenuto della norma. il soggetto non si è informato circa la sua esistenza. il soggetto non si è sufficientemente informato circa la sua esistenza. il soggetto non ne ha avuto conoscenza, anche se era nella sua possibilità conoscerla. Le norme penali incriminatrici: stabiliscono un precetto. stabiliscono delle regole in materia di nesso di causalità. stabiliscono delle regole in materia di concorso di reati. stabiliscono delle regole in materia di concorso di persone. L'articolo 56 c.p. rappresenta: una norma di disciplina. una norma penale in bianco. una norma permissiva. una norma incriminatrici, la cui entita’ viene data dalla combinazione di due elementi, contenuti in due disposizioni diverse del codice. Ai sensi dell'articolo 5 c.p., l'ignoranza della legge penale: scusa nei casi in cui il soggetto non si è informato dell'esistenza della norma. scusa sempre. non scusa salvo che si tratti di ignoranza inevitabile. non scusa mai poiché vi è un dovere di informazione continua. Nel giudizio di tipicità il giudice: valuta se vi sia o meno l'elemento psicologico della colpa. valuta se vi sia o meno l'elemento psicologico del dolo. valuta l'esatta rispondenza tra il fatto concretamente realizzato e quello astrattamente descritto dalla norma incriminatrice. si limita ad accertare il nesso casuale tra la condotta e l'evento. Nelle norme incriminartici a forma libera la condotta vietata: può essere di qualsiasi tipo, basti che sia causalmente idonea a cagionare l'evento tipico. può essere solo di natura omissiva. può essere solo di natura commissiva. è espressamente descritta dal legislatore. Nelle norme incriminatrici a forma vincolata: è sufficiente qualsiasi condotta purché casualmente idonea alla verificazione dell'evento. rilevano solo le condotte di natura commissiva. il legislatore individua specificamente le condotte che intende perseguire. rilevano solo le condotte di natura omissiva. L'articolo 132-bis c.p. disciplina: le regole di giudizio in tema di commisurazione della pena. la non punibilità per ipotesi di particolare tenuità del fatto. il giudizio di tipicità. il giudizio di colpevolezza. Nelle norme interpretative suppletive: il legislatore stabilisce il contenuto della norma. è il giudice che crea liberamente il significato della norma. il legislatore indica il percorso interpretativo da seguire nell'interpretare la norma. il legislatore non stabilisce il contenuto della norma. Nelle norme di interpretazione autentica: spetta alla parti stabilire quale è stata la volontà del legislatore nel momento in cui ha realizzato una determinata norma. il legislatore prescrive delle particolare condotte da osservare da parte del reo durante lo svolgimento del giudizio. è il legislatore che diffidando di possibili errori interpretativi ne da il significato autentico ad una disposizione. viene demandato al giudice il compito di stabilire il significato autentico di una disposizione penale. Con riferimento alle cause di giustificazione, l'analogia in bonam partem è problematica: no, a patto che il giudice espleti un ragionamento rigoroso attraverso una dettagliata motivazione in sentenza. si, poiché c'è il rischio di minare il principio di tassatività, posto che la loro funzione è quella di disapplicare le norme penali. si, sè il reo si imbatte in un giudice non all'altezza del proprio compito. no. L'articolo 14 delle preleggi stabilisce: i casi e i modi in cui si può ricorrere all'analogia ina materia penale. il divieto di analogia in materia penale. Il principio del tempus regit actum. Il principio di legalità. L'analogia in bonam partem riguarda: una speciale ipotesi di analogia in materia penale espressamente disciplinata dal legislatore con riferimento alle contravvenzioni. una speciale ipotesi di analogia in materia penale espressamente disciplinata dal legislatore. la possibilità di ricorrere all'analogia con riferimento alle norme penali che vanno a favore del reo. la possibilità di ricorrere all'analogia con riferimento alle norme penali incriminatrici. Con riferimento alle persone non imputabili che hanno commesso un reato, la pericolosità sociale: si presume solo con riferimento ai delitti. si presume. si presume solo con riferimento a reati particolarmente gravi. deve essere accertata caso per caso. La distinzione tra delitti e contravvenzioni: sta nel fatto che le contravvenzioni sono punite solo con la pena della multa, mentre i delitti con la pena della reclusione. si ricava avendo riguardo alle conseguenze giuridiche previste dal legislatore per il singolo reato. non sussiste, in quanto per entrambi sono previste le stesse regole. sta nel fatto che le contravvenzioni sono punite solo con la pena dell'arresto, mentre i delitti con la pena della reclusione e della multa. Lo scopo del diritto penale è: di punire che si pone contro lo Stato e la morale dominante. di ripristinare l'equilibrio sociale messo in discussione dalla commissione di un fatto socialmente riprovevole. il contrasto al male sociale (il reato), in un ottica di prevenzione generale e non mera punizione del trasgressore (prevenzione speciale). di affermare i valori morali, religiosi e sociali violati da chi compie atti a loro contrari. Per la legge italiana, il minore di anni 14: è considerato incapace di intendere e di volere solo con riferimento ai delitti. è sempre considerato incapace di intendere e di volere. è considerato semi incapace di intendere e di volere. è considerato incapace di intendere e di volere solo con riferimento alle contravvenzioni. L'imputabilità sussiste: se vi è la sola capacità di intendere. se si ha la suitas. se vi è la sola capacità di volere. se vi è sia la capacità di intendere che di volere. L'imputabilità è un concetto: naturalistico che coincide con la capacità di intedere e di volere alla commissione di un fatto. che riguarda i casi in cui una persona incapace di intendere e di volere compie un reato. che riguarda i casi in cui una persona parzialmente incapace di intendere e di volere compie un reato. normativo, cioè disciplinato dalla legge e che non sempre coincide con quello naturalistico. L'imputabilità riguarda: la capacità di intendere e di volere del reo. uno status soggettivo proprio delle persone con ridotte capacità di intendere e di volere. la capacità di orientarsi ragionevolmente nel mondo. la capacità di agire. La pericolosità sociale si fonda: in un giudizio prognostico circa la probabilità che il soggetto possa compiere altri reati. in un giudizio diagnostico con riferimento al fatto che il soggetto ha compiuto. sul fatto che si è dinanzi a dei soggetti che avendo compiuto un reato sono in sé pericolosi. in un giudizio prognostico circa la probabilità che il soggetto possa compiere delitti gravi, puniti con la reclusione superiore nel massimo di 15 anni. La definizione di reato: viene espletata dal giudice, il quale secondo coscienza decide quando un fatto è contrario ai valori espressi dalla società e dunque è un reato. è di natura formale e giuridica. viene data dalla violazione dei valori morali e sociali dominanti in una società in un determinato momento storico. si ricava dalle condotte socialmente riprovevoli. Le misure di sicurezza si applicano: solo con riferimento a reati particolarmente gravi. ad un soggetto che abbia commesso un reato e che sia al contempo pericoloso. a tutti coloro che hanno compiuto un reato. ai soggetti pericolosi. L'ubriachezza o l'intossicazione, quando sono croniche: rappresentano delle circostanze aggravanti da applicare al reo. escludono l'imputabilità, ma al reo possono applicarsi le misure di sicurezza laddove si tratti di un soggetto pericoloso. non rilevano ai fini della valutazione dell'imputabilità del reo, la quale si presume. rappresentano delle circostanze attenuanti da applicare al reo. Ai sensi dell'articolo 90 c.p., gli stati emotivi e passionali che escludono di fatto la capacità di intendere e di volere: escludono solo parzialmente l'imputabilità dell'agente. non rilevano ai fini dell'esclusione dell'imputabilità. escludono l'imputabilità dell'agente. escludono l'imputabilità dell'agente con riferimento ai soli delitti a sfondo passionale. L'imputabilità del maggiore di 14 anni ma minore di 18: non è mai esclusa, ma è prevista comunque una attenuazione di pena. è sempre esclusa con riferimento alle contravvenzioni. viene stabilita caso per caso. è sempre esclusa. L'infermità mentale: esclude l'imputabilità solo con riferimento ad alcune tipologie di reato. esclude l'imputabilità se vi è una totale incapacità di intendere e di volere. esclude l'imputabilità se vi è una condizione che scema grandemente la capacità di intendere e di volere. esclude l'imputabilità per i delitti doloso, ma non anche per quelli colposi e le contravvenzioni. L'imputabilità del minore di anni 14: è sempre esclusa, nel senso che vi è una presunzione di legge in merito alla sua incapacità di intendere e di volere. non è esclusa e quindi lo stesso viene punito per il reato commesso, ma la pena è attenuata. è sempre esclusa con riferimento alle contravvenzioni e ai delitti colposi, mentre rimane in forma attenuata con riferimento ai delitti dolosi. è esclusa in via di principio, salvo che si provi che al momento del fatto fosse pienamente maturo. L'infermità totale dovuta all'assunzione di sostanze stupefacenti o ubriachezza: esclude l'imputabilità solo con riferimento alle contravvenzioni e ai delitti dolosi. non esclude l'imputabilità, salvo che si tratti di stato di necessità o forza maggiore. esclude solo parzialmente l'imputabilità. esclude l'imputabilità, posto che naturalisticamente l'agente manca della capacità di intendere e di volere. La differenza tra imputabilità e capacità processuale sta nel fatto che: sono sostanzialmente la stessa cosa. in entrambi i casi il processo si definisce con sentenza di non luogo a procedere. la prima attiene alla capacità del reo nel momento della realizzazione del fatto mentre la seconda al momento dello svolgimento del processo. in entrambi i casi il processo si sospende. La capacità a delinquere: va valutata con riferimento al fatto commesso dal reo, nonché alla sua capacità di realizzare nuovi reati nel futuro. va valutata solo con riferimento a coloro che hanno realizzato dei reati puniti con la pena delle reclusione superiore ad anni 15. va valutata solo con riferimento a coloro che hanno realizzato dei reati puniti con la pena delle reclusione superiore ad anni 10. è identica alla pericolosità sociale. Ai fini della configurazione di un reato occorre: che venga realizzato un fatto colposo. che sussista un fatto, antigiuridico e colpevole. che venga realizzato un fatto preterintenzionale. che venga realizzato un fatto doloso. L'antigiuridicità attiene: all'offesa del bene giuridico che si consuma con la realizzazione del fatto di reato. al conflitto tra un fatto e una norma che lo vieta. all'offesa che si reca attraverso un determinato comportamento. alla violazione dell'ordine sociale tutelato dalla norma. Gli elementi essenziali del reato sono: Il fatto e il dolo. il fatto, l'assenza di cause che escludono l'antigiuridicità e la colpevolezza. Il fatto e la colpevolezza. Il nesso causale e la colpa. Il fatto: riguarda le dinamiche causali tra condotta e colpevolezza. riguarda i rapporti tra autore e dolo. riguarda un accadimento storico. riguarda l'atteggiamento che il reo ha verso la proprio condotta. Con il termine struttura del reato si intende: l'insieme degli elementi essenziali per la configurazione del reato stesso. la somma degli elementi essenziali e delle circostanze del reato. il reato nel suo insieme. una norma incriminatrice. L'elemento oggettivo del reato è composto da: condotta, nesso causale e dolo. condotta, nesso causale, evento e dolo. condotta, nesso causale ed evento (nonché l'assenza di elementi di esclusione dell'antigiuridicità, per i sostenitori della teoria bipartita). azione, nesso causale, evento e dolo. Per la teoria tripartita, l'antigiuridicità: rappresenta uno status esterno al reato. non fa parte della struttura del reato. è collocata all'interno del fatto tipico. rappresenta un elemento assestante nella struttura del reato. Per la teoria bipartita, l'antigiuridicità: non fa parte della struttura del reato. rappresenta uno status esterno al reato. rappresenta l'insieme degli elementi negativi che non devono sussistere ai fini della configurazione del reato. rappresenta un elemento assestante. Ai sensi dell'articolo 40 c.p.: deve sussistere la colpa in capo all'agente. deve sussistere il dolo in capo all'agente. non deve sussistere un rapporto di causalità tra l'evento e la condotta. deve sussistere un rapporto di causalità tra l'evento e la condotta. Il nesso causale rappresenta: il rapporto tra l'elemento oggettivo e l'elemento soggettivo del reato. il rapporto tra condotta e l'elemento psicologico. il nesso tra l'imputabilità e la colpevolezza. il rapporto di causa ed effetto tra la condotta e l'evento. Nei reati a forma libera: la condotta vietata è espressamente descritta dal legislatore. vi è pena libertà nella realizzazione dell'evento ma non della condotta che è tassativamente descritta. è tipica quella condotta idonea a produrre l'evento. il legislatore descrive in modo dettagliato la condotta vietata. Ai sensi dell'articolo 40 comma 2 c.p., nei reati omissivi impropri la fonte dell'obbligo di attivarsi: si trova in appositi regolamenti della P.A. si trova in apposite norme previste dal legislatore per tale categoria di reati. in qualsiasi atto giuridico (legge, regolamento, contratto ecc.). si trova nella singola norma incriminatrice. La condotta penalmente rilevante consiste: solo in un non fare (un'omissione). una azione od omissione produttive di un evento in senso materiale. in un fare o un non fare (in un azione o un omissione). solo in un fare (un'azione). Nei reati omissivi, l'obbligo di tenere una determinata condotta: deve essere individuato nella legge. deve essere individuato in un atto dell'autorità giudiziaria. deve essere previsto da un atto dell'autorità di polizia. deve essere individuato in qualsiasi fonte giuridica. Nei reati omissivi si è puniti: per aver omesso di tenere una condotta che si aveva l'obbligo giuridico di tenere. per non aver rispettato la legge. per aver omesso di tenere una determinata condotta. per non aver fatto qualcosa. Le cause sopravvenute quando sono state da sole sufficienti a produrre l'evento: escludono la configurazione del reato. non escludono la configurazione del reato, ma attenuano la pena da un terzo a due terzi. non escludono la configurazione del reato. non escludono la configurazione del reato, ma attenuano la pena di un terzo. In tema di concorso di cause, ai sensi dell'articolo 41 comma 1 c.p., la cause preesistenti, simultanee e sopravvenute: sono delle circostanze che attenuano la pena. non escludono la configurazione del reato. escludono la configurazione del reato. escludono la configurazione delle sole contravvenzioni. In tema di causalità, il nostro codice penale aderisce alla teoria: dell'aumento del rischio. dell'imputazione obbiettiva dell'evento. della conditio sine qua non. della causalità umana. L'errore inescusabile sulle scriminanti: esclude la responsabilità a titolo do dolo, ma non a titolo di colpa. non esclude la configurazione del reato, posto che nel nostro sistema vige il principio per cui l'ignoranza della legge penale non scusa. rappresenta una circostanza attenuante del reato. esclude sempre la responsabilità. Le scriminanti sono: cause di estinzione del reato. cause di esclusione dell'antigiuridicità. cause di estinzione della pena. cause di esclusione della colpevolezza. In presenza di un fatto scrimnato, l'agente: deve risarcire almeno i famigliari della vittima. deve ripristinare lo stato dei luoghi cui venne il fatto. deve comunque risarcire il danno cagionato. non deve risarcire il danno cagionato, posto che il fatto realizzato è lecito. Ai sensi dell'articolo 59 c.p., le circostanze aggravanti del reato si applicano all'agente: solo se da egli ignorate. se da lui conosciute, ignorate per colpa o ritenute inesistenti per errore determinato da colpa. solo se da egli ignorate per errore;. solo se da egli conosciute;. Il consenso dell'avente diritto trova applicazione: sempre. solo nei casi stabiliti dalla legge. sia con riferimento a diritti disponibili che per diritti non disponibili (come la vita). con riferimento ai diritti disponibili da parte della persona offesa. Ai fini dell'applicazione dell'esimente del consenso dell'avente diritto di cui all'articolo 50 c.p., occorre che il titolare del diritto abbia: la capacità di intendere e di volere. la capacità di agire. la capacità di autodeterminarsi. la capacità di intendere o di volere. L'esercizio di un diritto esclude la punibilità: solo se la sua fonte è riconosciuta in Italia. sempre. anche se la sua fonte non è riconosciuta. se la sua fonte è riconosciuta in un qualsiasi Paese anche se diverso dall'Italia. Ai sensi dell'articolo 51 comma 3 c.p., in caso di ordine illegittimo, del reato ne risponde: chi l'ha eseguito. nessuno. sia chi l'ha eseguito che chi ha dato l'ordine. chi ha dato l'ordine. Ai fini dell'esercizio del diritto di cronaca la notizia deve: vera e rilevante. rilevante. vera, rilevante e continente. essere vera. Ai fini dell'applicazione della scriminante dell'adempimento di un dovere, occorre che: il dovere sia riconosciuto da una fonte giuridica. il dovere sia stabilito dalla legge. il dovere sia stabilito da un atto dell'autorità giudiziaria. il dovere sia stabilito da un atto dell'autorità di polizia. Nella legittima difesa, l'offesa ingiusta deve essere: deve essersi conclusa non oltre 24 ore dalla reazione dell'offeso. deve essersi conclusa. attuale. deve essersi conclusa non oltre 1 ora dalla reazione dell'offeso. Ai sensi dell'articolo 52 comma 2 c.p., nella legittima difesa in casa, si può ricorrere all'utilizzo di un arma: per difendere la propria proprietà. per difendere i propri beni. per difendere la persona. sempre. In tema di stato di necessità, perché trovi applicazione l'articolo 54 c.p.: deve trattarsi di reati particolarmente importanti come l'omicidio, la rapina ecc. in pericolo deve essere particolarmente grave, tale da mettere a rischio la vita delle persone. deve trattarsi solo di casi estremi, come calamità naturali. il pericolo non deve essere stato generato dallo stesso soggetto agente. Ai fini della configurazione della scriminante di cui all'articolo 53 c.p., l'utilizzo delle armi da parte del privato è legittimo: mai. in occasione di tumulti. se lo stesso legittimamente le possiede. se ordinato da un pubblico ufficiale. La suitas riguarda: la rappresentazione e volizione del reato. la coscienza e volontà (consapevolezza) della condotta. il dolo. il dolo e la colpa. Il reato commesso in circostanza di costringimento fisico o caso fortuito esclude: il nesso causale. il dolo. la colpa. la suitas. L'imputazione a titolo di colpa o preterintenzione è prevista: nei soli casi espressamente indicati dalla legge. solo per le contravvenzioni. per i reati a forma libera. sempre. Il titolo di imputazione soggettiva nella contravvenzioni è: indifferentemente dolo o colpa. il dolo. la preterintenzione. la colpa. Il nesso psicologico consiste: nella colpa. nel legame psicologico tra fatto e autore. nel dolo. nel legame causale tra condotta ed evento. Nel nostro ordinamento li titolo principale di imputazione soggettiva del reato è: la responsabilità oggettiva. il dolo. La colpa. la preterintenzione. L'errore sul fatto di reato: esclude la configurazione del reato a titolo di dolo, ma non anche a titolo di colpa. esclude la sussistenza della suitas. esclude la configurazione del reato. esclude la sussistenza del nesso psicologico tra fatto e autore. L'errore è scusabile quando: mai. l'agente è stato disattento nella propria condotta. chiunque al posto dell'agente poteva cadere nello stesso errore. esistono elementi tali per ritenere che l'agente non voleva la commissione di quel determinato fatto di reato. Le componenti del dolo sono: La rappresentazione e la volizione. la negligenza, l'imprudenza e l'imperizia. L'azione e l'omissione. la suitas. L'errore su di un elemento specializzante: esclude sempre il dolo. esclude la configurazione del fatto realizzato, ma l'agente ne rispondere per il reato effettivamente voluto. esclude sempre la colpa. esclude la punibilità a titolo di dolo ma non anche quella a titolo di colpa. Nell'errore indotto, del reato commesso risponde: colui che ha generato l'errore. l'esecutore del fatto solo se si tratta di reati colposi. nessuno. l'esecutore del fatto. L'errore sulla legge extra penale: esclude il dolo se si traduce in un errore di fatto. non rileva mai. esclude il dolo se si traduce in un errore di fatto, ma non anche la responsabilità a titolo di colpa salvo che si tratti di errore scusabile. esclude il dolo se si traduce in un errore di fatto, ma non anche la responsabilità a titolo di colpa. Nel dolo intenzionale: vi è una perfetta coincidenza tra il rappresentato, il voluto e il realizzato. l'agente non si rappresenta l'evento. l'agente si rappresenta l'evento come altamente probabile. l'agente si rappresenta l'evento come possibile conseguenza della propria condotta ed agisce accettando il rischio della sua verificazione. Nel dolo eventuale, l'agente: si rappresenta ma non vuole la realizzazione dell'evento, tuttavia agisce al costo di determinarlo. l'agente si rappresenta ma ritiene non concretamente possibile la verificazione dell'evento che si realizza, confidando eccessivamente nelle proprie capacità o sottovalutando il rischio. non si rappresenta e non vuole la realizzazione dell'evento. si rappresenta e vuole la realizzazione dell'evento. Nella struttura del reato, l'evento in senso giuridico: non è configurabile. determina la modifica della realtà circostante e dunque lede il bene giuridico protetto. non comporta una modifica della realtà, ma coincide con la messa in pericolo del bene protetto. rappresenta una sotto forma dell'evento in senso materiale. In caso di reato putativo, l'agente: non risponde penalmente, salvo che il fatto realizzato costituisca un diverso reato. non risponde penalmente. non risponde penalmente, salvo si tratti di reati particolarmente gravi. risponde penalmente per il reato che crede di aver commesso. Il dolo specifico si contraddistingue: per il raggiungimento di un determinato fine da parte dell'agente, che effettivamente si deve materializzare. per la specificità della condotta. per l'esecuzione di uno specifico reato. per il raggiungimento di un determinato fine da parte dell'agente, anche se effettivamente lo stesso non si materializza. Il dolo di danno: appartiene alle ipotesi dei reati non materiali. appartiene alle ipotesi dei reati materiali, ove l’evento in senso materiale è espressamente richiesto dalla norma ai fini della configurazione del reato stesso. appartiene alle ipotesi dei reati materiali, ove l’evento in senso materiale non è espressamente richiesto dalla norma ai fini della configurazione del reato stesso. appartiene alle ipotesi dei reati di pericolo. Il dolo di pericolo: si ha nelle ipotesi di dolo d'impeto. si ha nella rappresentazione e volontà di esporre a pericolo il bene giuridico tutelato dalla norma. appartiene alle ipotesi dei reati materiali, ove l’evento in senso materiale non è espressamente richiesto dalla norma ai fini della configurazione del reato stesso. appartiene alle ipotesi dei reati materiali, ove l’evento in senso materiale è espressamente richiesto dalla norma ai fini della configurazione del reato stesso. Si ha dolo d'impeto: quando l'agente ha meditato per un apprezzabile lasso di tempo la realizzazione di una determinata condotta. quando l’agente nell’immediatezza, si rappresenta e vuole un determinato fatto di reato. quando l'agente persegue un determinato fine. quando l’agente nell’immediatezza, si rappresenta anche se non vuole un determinato fatto di reato. Il dolo si accerta: attraverso le dichiarazioni del reo. attraverso la lettura della norma incriminatrice. in re ipsa. attraverso una attenta lettura di come il fatto si manifesta. Si ha dolo d'impeto quando: quando l’agente nell’immediatezza, si rappresenta e vuole un determinato fatto di reato. quando l'agente si rappresenta l'evento e in un lungo lasso di tempo si determina per la sua realizzazione. quando l'agente non si rappresenta l'evento, poiché preso dallo stato d'ira. quando l'agente vuole l'evento, non si rappresenta le sue conseguenze, perché in preda allo stato d'ira. Si ha dolo di proposito quando: l’agente nell’immediatezza, si rappresenta e vuole un determinato fatto di reato. l’agente si rappresenta per un certo periodo la propria condotta cosi come le sue conseguenze, e ad un certo punto matura la volontà di agire. l'agente non vuole la realizzazione dell'evento anche se lo rappresenta. l'agente agisce con la certezza di realizzare l'evento preso di mira. Si ha dolo alternativo quando: si attua una sola condotta per la realizzazione di due o più eventi e l'agente accetta indifferentemente la realizzazione dell'uno o dell'altro. la condotta dell’agente si inserisce nell’ambito di un decorso causale già avviato. il dolo sorge nella mente dell’agente successivamente al compimento della propria condotta tipica. l’agente all’inizio della propria condotta agiva con la rappresentazione e volizione di realizzare l’evento preso di mira. Si ha dolo susseguente quando: l’agente all’inizio della propria condotta agiva con la rappresentazione e volizione di realizzare l’evento preso di mira. il dolo sorge nella mente dell’agente successivamente al compimento della propria condotta tipica. l’agente nell’immediatezza, si rappresenta e vuole un determinato fatto di reato. la condotta dell’agente si inserisce nell’ambito di un decorso causale già avviato. Si ha dolo iniziale quando: l’agente all’inizio della propria condotta agiva con la rappresentazione e volizione di realizzare l’evento preso di mira. si attua una sola condotta per la realizzazione di due o più eventi. l’agente nell’immediatezza, si rappresenta e vuole un determinato fatto di reato. la condotta dell’agente si inserisce nell’ambito di un decorso causale già avviato. Si ha dolo concomitante: la condotta dell’agente si inserisce nell’ambito di un decorso causale già avviato. l’agente all’inizio della propria condotta agiva con la rappresentazione e volizione di realizzare l’evento preso di mira. si attua una sola condotta per la realizzazione di due o più eventi. l’agente nell’immediatezza, si rappresenta e vuole un determinato fatto di reato. Si ha colpa cosciente: quando l'agente si rappresenta la possibile verificazione del fatto anche se non vuole la sua verificazione, ma comunque agisce al costo di realizzarlo accettando ln tal guisa tale rischio. quando l'agente agisce con negligenza, imprudenza o imperizia. quando l'agente non si rappresenta l'evento il quale si verifica per mancato rispetto di specifiche norme di cautela. quando l'agente si rappresenta l'astratta verificazione del fatto, ma ne esclude la sua concreta consumazione, confidando nelle proprie capacità o sottovalutando il rischio di verificazione dell'evento nel caso concreto. La differenza tra il dolo eventuale e la colpa cosciente, sta nel fatto che: nel dolo eventuale l'agente non accetta il rischio di verificazione dell'evento, mentre nella colpa cosciente si. nel primo caso l'agente non si rappresenta, mentre nel secondo lo rappresenta ma non accetta il rischio della sua verificazione. nel primo caso l'agente si rappresenta l'evento che anche se non lo vuole accetta il rischio della sua verificazione, mentre nel secondo non accetta tale rischio. nel dolo eventuale l'agente si rappresenta l'evento, mentre nella colpa cosciente no. Si ha colpa impropria quando: l'agente agisce con negligenza, imprudenza ed imperizia. l'agente agisce in violazione di norme di cautela idonee a scongiurare la verificazione di un determinato evento. nei casi di responsabilità colposa disciplinata dagli articoli 47, 48, 55 e 59 c.p. l'agente agisce con negligenza ed imperizia. Si ha colpa specifica: quando si agisce con imprudenza. quando si agisce con negligenza. quando si agisce con negligenza ed imprudenza. quando si violano norme di cautela funzionali ad evitare la realizzazione di quel determinato evento. Nel codice Rocco, la responsabilità a titolo di preterintenzione veniva configurata come: dolo con riferimento alla condotta e responsabilità oggettiva con riferimento all'evento. dolo, con riferimento alla condotta e colpa con riferimento all'evento. dolo con premeditazione. dolo intenzionale. Dopo l'intervento della Corte Costituzionale del 1998, la preterintenzione viene configurata come: dolo con premeditazione. dolo intenzionale. dolo con riferimento alla condotta e responsabilità oggettiva con riferimento all'evento. dolo, con riferimento alla condotta e colpa con riferimento all'evento. Le condizioni obbiettive di punibilità: sono elementi essenziali del reato. sono circostante interne al reato. sono delle circostanze aggravanti del reato. sono circostanze esterne al reato, da cui verificarsi dipende la punibilità dello stesso. Le condizioni di punibilità intrinseche attengono: all'evento. alla condotta. all'offesa del bene protetto. alla colpevolezza. Secondo la concezione eclettica della colpevolezza: bisogna accertare il dolo o la colpa solo con riferimento agli imputabili, mentre per i non imputabili è sufficiente l'accertamento dell'incapacità di intendere e di volere. sia per gli imputabili che i non imputabili bisogna accertare la sussistenza del dolo o della colpa di fattispecie. bisogna accertare il dolo e la colpa solo per i non imputabili. bisogna accertare il dolo o la colpa solo con riferimento gli imputabili, gli unici che possono essere rimproverati. La colpevolezza in senso normativo consiste: nei coefficienti del dolo e della colpa. in un rimprovero verso il soggetto agente per non aver rispettato i valori comunemente condivisi. nella preterintenzione. nel legame psicologico tra il fatto e l'autore. Secondo la concezione normativa della colpevolezza quest'ultima consiste: in un misto tra responsabilità dolosa e colposa. in un rimprovero per il cattivo uso dell’imputabilità da un soggetto capace di intendere e di volere, che commette un reato. nei coefficienti del dolo e della colpa. nella responsabilità oggettiva. La componente soggettiva del reato è chiamata: suitas. preterintenzione. colpevolezza. responsabilità oggettiva. Secondo la concezione psicologica della colpevolezza, essa consiste: nei coefficienti del dolo e della colpa. nella suitas. la colpevolezza viene vista come un rimprovero per il cattivo uso dell’imputabilità da un soggetto capace di intendere e di volere, che commette un reato. nella preterintenzione. Si ha concorso eterogeneo di circostanze: quando sono presenti circostanze aggravanti comuni e circostanze aggravanti speciali. quando il fatto manifesta la presenza sia solo circostanze attenuanti. quando il fatto manifesta, al contempo, la presenza sia di circostanze aggravanti che di attenuanti. quando il fatto manifesta la presenza di solo circostanze aggravanti. L'articolo 69 c.p. disciplina: i criteri di imputazione delle circostanze. i criteri per applicare le circostanze attenuanti. i criteri di applicazione delle circostanze. i criteri di applicazione della pena. Le circostanze sono: elementi negativi del fatto. elementi fondamentali del reato. elementi accidentali del reato. elementi essenziali del reato. Le circostanze attenuanti: sono valutate a favore del reo solo se conosciute. sono valutate a favore del reo solo se conosciute, ignorate per colpa o ritenute inesistenti per errore determinato da colpa. sono valutate a favore del reo solo se conosciute o ignorate per colpa. sono sempre valutate a favore del reo. Con la riforma del 1990, le circostanze aggravanti vengono imputate al reo se: sono oggettivamente esistenti. sono conosciute. sono conosciute, ignorate per colpa o ritenute inesistenti per errore determinato da colpa. sono conosciute o ignorate per colpa. Nel codice del 1930 le circostanze aggravanti venivano applicate: oggettivamente, per il sol fatto di esistere. discrezionalmente da parte del giudice. tenendo conto se fossero conosciute da parte dell'agente. tenendo conto se fossero conosciute, ignorate per colpa o ritenute inesistenti per errore determinato da colpa da parte dell'agente. Le circostanze comuni si applicano: solo a determinate categorie di reati. a tutti i reati. solo ai reati che espressamente le prevedono. solo ai delitti di omicidio. La supposizione erronea delle circostanze: non rileva. è valutata in favore del reo solo con riferimento alle circostanze attenuanti. è sempre valutata. è valutata in favore del reo solo con riferimento alle circostanze aggravanti. La recidiva consiste: nel riportare una nuova condanna dopo una già passata in giudicato. nel riportare una nuova condanna dopo una inflitta dal giudice di secondo grado. nel riportare una nuova condanna dopo una inflitta dal giudice di primo grado. nel riportare una nuova condanna, mentre si è già sottoposto ad un altro procedimento penale. Le circostanze attenuanati generiche prevedono: una attenuazione di pena fino a un mezzo. una attenuazione di pena di un terzo. un attenuazione di pena fino ad un terzo. un attenuazione di pena di un mezzo. Nei delitto tentato, il coefficiente psicologico è: la responsabilità oggettiva. la colpa. il dolo. la preterintenzione. Il tentativo riguarda: i soli delitti colposi. sia i delitti che le contravvenzioni. i soli delitti dolosi. solo le contravvenzioni. Con riferimento ai delitti omissivi impropri, il tentavo: si configura solo con riferimento ai delitti contro il patrimonio. non si configura. si configura solo con riferimento ai delitti di omicidio. si configura. Nel delitto tentato, gli atti idonei vengono accertati attraverso un giudizio: ex ante. ex post. misto. in re ipsa. Nel delitto tentato, gli atti univoci vengono accertati attraverso un giudizio: misto. ex ante. ex post. in re ipsa. Si parla di tentativo incompiuto: quando l'azione viene portata a compimento, ma l'evento non si verifica. quando con più condotte si violano più norme. quando la condotta non è idonea per la realizzazione del fatto. quando l'azione non viene portata a compimento. Il tentativo riguarda: sia i delitti dolosi che quelli colposi. le sole contravvenzioni. sia i delitti che le contravvenzioni. i soli delitti dolosi. L'articolo 56 c.p. rappresenta: una disposizione che disciplina l'istituto del reato complesso. una norma di disciplina, nel senso che non incrimina ma detta delle regole interpretative. una norma incriminatrice aperta che si combina con altre della parte speciale. una disposizione che disciplina l'istituto del reato continuato. Si ha desistenza volontaria quando: l'agente pone in essere una contro-azione per scongiurare la realizzazione del reato. quando l'agente realizza l'azione delittuosa, ma l'evento non si verifica e poi non continua più nella stessa azione. l'agente volontariamente decide di non proseguire nella realizzazione del reato. la condotta non è idonea ai fini della configurazione del reato. Si parla di recesso attivo quando: quando l'agente desiste dal continuare il proposito criminoso. l'azione si compie ma l'evento non si verifica. l'azione non si compie. quando l'agente pone in essere una contro-azione che evita la consumazione del delitto. Si parla di delitto mancato: quando l'azione si compie ma l'evento non si verifica. quando l'azione non era idonea ai fini della realizzazione del fatto. quando l'azione non si compie. quando con una sola condotta si violano più norme. Si ha reato impossibile quando: l'azione è idonea ma l'evento è impossibile. l'azione è inidonea o l'evento è impossibile. l'azione è inidonea e l'evento e impossibile. l'agente realizza l'azione delittuosa, ma l'evento non si verifica. Nell'ipotesi di reato impossibile: l'agente viene condannato ad una specifica contravvenzione prevista per tale reato. l'agente non viene applicata alcuna sanzione, posto che il fatto materiale non si poteva realizzare. l'agente viene comunque condannato alla pena della reclusione per il reato che voleva commettere. all'agente si applicano le misure di sicurezza, ove si tratti di soggetto socialmente pericoloso. Si ha concorso apparente di norme quando: nel caso di specie sembrano applicabili più norme mentre in verità è applicabile una sola. quando al caso di specie sono applicabili solo due norme. quando al caso di specie sono applicabili solo tre norme. quando più norme sono applicabili al caso di specie. Il reato complesso: consiste in un reato composto da due reato ovvero da un reato ed elementi costitutivi di altro reato. è un reato particolarmente grave. riguarda quei casi di reati che evidenziano un altro grado di difficoltà in termini di accertamento. riguarda un ipotesi speciale di concorso di persone nel reato. Ai sensi dell'articolo 15 c.p. nessuno può essere punito se non ha recato una effettiva offesa. quando più leggi o più disposizioni della medesima legge penale regolano la stessa materia, la legge o la disposizione di legge speciale deroga alla legge o alla disposizione di legge generale, salvo che si sia stabilito altrimenti. la disciplina del concorso di persone nel reato si applica solo nei casi stabiliti dalla legge. quando più leggi o più disposizioni della medesima legge penale regolano la stessa materia, la legge o la disposizione di legge generale deroga alla legge o alla disposizione di legge speciale, salvo che si sia stabilito altrimenti. Ai sensi dell'articolo 84 c.p.: la norma penale speciale deroga quella generale. le disposizioni sul concorso di reati si applicano quando la legge considera come elementi costitutivi o circostanze aggravanti di un solo fatto, fatti che costituirebbero, per se stessi, reato. le disposizioni sul concorso di reati non si applicano quando la legge considera come elementi costitutivi o circostanze aggravanti di un solo fatto, fatti che costituirebbero, per se stessi, reato. la norma penale generale deroga quella speciale. Si parla di concorso formale di reati quando: quando si realizzano una pluralità di reati, anche in momenti lontani nel tempo. con una sola condotta si violano più disposizioni di legge e dunque si commettono più reati. quando con più condotte si compiono più reati in un breve lasso di tempo. quando con più condotte si compiono più reati in un ampio lasso di tempo. Si parla di concorso materiale di reati quando: quando si compiono più reati uniti dallo stesso disegno criminoso. quando si violano più norme con una sola condotta, ma solo una risulta applicabile nel caso di specie. con una sola condotta si compiono più reati. con più condotte si compiono più reati. Con riferimento al reato continuato di cui all'articolo 81 comma 2 c.p.: si è in presenza di una ipotesi speciale di concorso di persone nel reato. si è in presenza di una ipotesi speciale di reato. si tratta di una norma incriminatrice che punisce comportamenti penalmente rilevanti abitualmente posti in essere nel tempo. si tratta di una norma che disciplina un'ipotesi particolare di concorso materiale di reati. L'elemento che caratterizza il reato continuato è: il medesimo disegno criminoso che deve unire tutti i reati. la premeditazione della condotta criminosa. la permanenza della condotta criminosa. l'abitualità della condotta criminosa. Nel concorso di persone, l'elemento soggettivo è: la colpa. la responsabilità oggettiva. la preterintenzione. il dolo. Si ha concorso di persone quando: quando almeno cinque persone partecipano alla commissione di un reato. quando almeno tre persone partecipano alla commissione di un reato. quando tre o più persone si associano tra di loro per compiere una pluralità di reati. quando due o più soggetti partecipano alla commissione di un reato. Con riferimento alle fattispecie plurisoggettive necessarie, la partecipazione a titolo concorsuale: è ipotizzabile a titolo di concorso esterno. è ipotizzabile solo con riferimento ai delitto mafiosi a titolo di concorso esterno. è ipotizzabile solo con riferimento ad alcuni delitti espressamente indicati dal legislatore. non è ipotizzabile posto che si tratta di casi che già presuppongono la sussistenza di un concorso. Le fattispecie plurisoggettive necessarie: sono quelle per la cui configurazione il legislatore richiede la partecipazione di un almeno cinque persone nella realizzazione del fatto fatto. sono quelle per la cui configurazione il legislatore richiede la partecipazione di un almeno tre persone nella realizzazione del fatto fatto. sono quelle per la cui configurazione il legislatore richiede la partecipazione di un numero minimo di persone nella realizzazione del fatto. sono quelle per la cui configurazione il legislatore richiede la partecipazione di un almeno sette persone nella realizzazione del fatto fatto. Si ha cooperazione colposa quando: più persone si accordano per commettere un delitto colposo. più persone si accordano per commettere un delitto. più persone si accordano per commettere una contravvenzione. più persone con più condotte negligenti, imprudenti o imperite contribuiscono alla realizzazione di un reato. Il tentativo nel concorso di persone: non è configurabile. è configurabile. non è configurabile posto che l'articolo 56 c.p. riguarda i soli casi di realizzazione monosoggettiva del reato, mentre nulla prevede con riferimento alle ipotesi di concorso di persone nel reato. è configurabile solo per i delitti causalmente orientati. L'indulto è: una causa di non punibilità. una causa di estinzione del reato. una causa di estinzione della pena. una causa di estinzione del processo. La grazia viene concessa dal: Presidente della Repubblica. Corte di Cassazione. Governo. Parlamento. In caso di determinazione al reato di una persona non imputabile, del reato risponde: che l'ha determinata ma la pena è aumentata. sia chi l'ha determinata sia il non imputabile. chi l'ha determinata ma la pena è diminuita. nessuno. In tema di concorso di persone, il legislatore: prevede delle aggravanti solo con riferimento ai mandanti del reato. prevede delle aggravanti solo con riferimento agli esecutori materiali del reato. prevede anche delle specifiche circostanze aggravanti. non prevede alcuna aggravante. Nel concorso di persone nel reato, le circostanze aggravanti speciali di cui all'articolo 118 c.p. sono configurabili: con riferimento a tutti i concorrenti. solo con riferimento all'esecutore materiale del reato. solo con riferimento all'esecutore e al mandante del reato. solo con riferimento all'esecutore materiale e ai fiancheggiatori del reato. Nel concorso di persone nel reato, le circostanze: sono configurabili sono con riferimento ad alcuni delitti espressamente previsti dal legislatore. sono configurabili. non sono configurabili. sono configurabili solo con riferimento ai delitti. Ai sensi dell'articolo 116 comma 2 c.p., la pena per il concorrente che non volle il reato diverso realizzato da taluno degli altri concorrenti: può essere diminuita. è diminuita. è diminuita di un mezzo. è diminuita da un terzo a un mezzo. Ai sensi dell'articolo 116 c.p., prima dell'intervento della Corte Costituzionale, il concorrente risponde del reato non voluto realizzato: solo se verte in colpa sul secondo reato. mai. solo se il reato diverso rappresenta uno sviluppo logico e prevedibile del primo reato. sempre a titolo di responsabilità oggettiva. Ai sensi dell'articolo 116 c.p., successivamente all'intervento della Corte Costituzionale, il concorrente risponde del reato non voluto realizzato: sempre a titolo di responsabilità oggettiva. mai. solo se verte in colpa sul secondo reato. solo se il reato diverso rappresenta uno sviluppo logico e prevedibile del primo reato. In tema di concorso di persone nel reato, le circostanze che escludono la pena per taluno dei concorrenti: si applicano solo agli esecutori materiali del reato. si applicano solo ai compartecipanti che hanno dato un contributo di minima importanza alla realizzazione del reato. si applicano a tutti i compartecipanti al reato. si applicano esclusivamente a questi ultimi. L'articolo 117 comma 2 c.p. prevede una circostanza attenuante: facoltativa solo per alcune categorie di reato. obbligatoria solo per alcune categorie di reato. obbligatoria. facoltativa. L'articolo 117 c.p., prevede: il mutamento del fatto per taluno dei concorrenti. il mutamento della qualifica del fatto per taluno dei concorrenti. la realizzazione di un reato aberrante da taluno dei concorrenti. la disciplina del reato continuato nel concorso di persone. Le pene previste per i delitti sono: l'ergastolo, e la multa. l'ergastolo, la reclusione e la multa. La reclusione e la multa. l'ergastolo e la reclusione. Le conseguenze giuridiche del reato sono: le pene. il carcere. le pene e le misure di sicurezza. le misure di sicurezza. La pena della multa va: dai 15 ai 6237 euro. dai 5 ai 5164 euro. dai 30 ai 5164 euro. 25 ai 3481 euro. La durata legale della pena dell'arresto è: da 5 giorni a 3 anni. da 15 giorni a 3 anni. da 15 giorni a 5 anni. da 5 giorni a 2 anni. La durata legale della pena della reclusione è: da 30 giorni a 21 anni. da 15 giorni a 24 anni. da 5 giorni a 21 anni. da 15 giorni a 21 anni. La pena dell'ammenda va: dai 2 ai 1032 euro. dai 10 ai 1032 euro. 15 ai 3654 euro. dai 5 ai 2132 euro. Le misure di sicurezza si applicano ai soggetti pericolosi che: hanno commesso un reato o un quasi reati ex artt. 49 e 115 c.p. che sono recidivi. hanno manifestato più volte la loro indole in pubblico. che hanno commesso un reato. Le misure di sicurezza si fondano: sulla suitas del reo. sulla capacità di intendere e di volere del reo. sulla gravità del fatto commesso. sulla pericolosità del reo. I presupposti per l'applicazione delle misure di sicurezza sono: che sia stato commesso un reato e il soggetto agente sia socialmente pericoloso. che si tratti di una persona socialmente pericolosa. che si tratti di fatti commessi da soggetti che non hanno la capacità di intendere e di volere. che si tratti di una persona dedita alla commissione di fatti riprovevoli. La persona offesa: la persona danneggiata dal reato. è il soggetto passivo, cioè il titolare del bene giuridico protetto dalla norma incriminatrice. la persona che ha diritto al risarcimento del danno da reato. la persona che ha diritto alla restituzione dei beni, sottratti attraverso la realizzazione del reato. il soggetto passivo del reato: può essere più di uno. può essere solo il titolare del bene giuridico e i suoi famigliari. può essere uno solo. può essere solo il titolare del bene giuridico e i suoi parenti. Il danneggiato dal reato: è la parte civile. è la persona offesa dal reato. è la persona che ha subito il danno ma non sempre coincide con il soggetto passivo. è la persona che ha subito il danno e coincide sempre con il soggetto passivo. I reati casco, come il possesso ingiustificato di grimaldelli: hanno come soggetto passivo la pubblica amministrazione. hanno come soggetto passivo lo Stato. hanno come soggetto passivo il Comune. non hanno un soggetto passivo, ma sono funzionale a prevenire la commissione di reati. Ai sensi dell'articolo 74 c.p.p. l'azione civile: può essere esercitata solo dinanzi al giudice civile ai sensi dell'articolo 2043 c.c. non può essere esercitata nel processo penale. può essere esercitata nel processo penale. può essere esercitata solo dinanzi al giudice civile ai sensi dell'articolo 2055 c.c. Le obbligazioni civili nascenti da reato sono: indivisibili. solidali e indivisibili. solidali. divisibili. La pubblicazione della sentenza ha una funzione: mista e cioè sia sanzionatoria che riparatoria. riparatoria. sanzionatoria. punitiva. L'oblazione è: una causa di estinzione dei delitti. una causa di estinzione delle pene. una causa di estinzione delle contravvenzioni. una causa di estinzione delle contravvenzioni e dei delitti. La prescrizione è: una causa di estinzione del reato. una causa di estinzione del processo. una causa di estinzione della pena. una causa di non luogo a procedere. Ai sensi dell'articolo 198 c.p., l'estinzione del reato o della pena: comporta la possibilità di chiedere in sede civile i soli danni materiali. comporta l'estinzione della obbligazioni civili. non comporta l'estinzione delle azioni civili. comporta la possibilità di chiedere in sede civile i soli danni morali. La sospensione condizionale della pena si applica: a condanne non superiori ad anni 3 di reclusione. a condanne non superiori ad anni 4 di reclusione. a condanne non superiori ad anni 5 di reclusione. a condanne non superiori ad anni 2 di reclusione. Nel nostro ordinamento: è prevista una responsabilità da reato degli enti. non è prevista una responsabilità da reato degli enti. è in discussione l'opportunità di prevedere una disciplina attinente la responsabilità da reato degli enti. è prevista solo la responsabilità civile degli enti. Ai fini dell'affermazione della responsabilità da reato degli enti, si accede alle teoria della colpevolezza in senso: psicologico. eclettico. normativo. sociologico. Il d.lgs 231 del 2001 ha introdotto nel nostro ordinamento la disciplina: della responsabilità penale degli enti. della responsabilità amministrativa da reato degli enti. della responsabilità fiscale da reato degli enti. della responsabilità civile da reato degli enti. I criteri di imputazione del reato all'ente sono: L'interesse. L'interesse e il vantaggio. in nome e per conto. Il vantaggio. Ai sensi del d.lgs 231 del 2001, i partiti politici e i sindacati: non sono responsabili per i reati commessi nel loro interesse o vantaggio. sono responsabili per i reati commessi nel loro esclusivo interesse. sono responsabili per alcuni particolari e gravi reati commessi nel loro interesse o vantaggio. sono responsabili per i reati commessi nel loro interesse o vantaggio. L'organismo di vigilanza è: un organo che vigila sulla contabilità e la corretta amministrazione dell'ente. un organo che vigila sulla corretta amministrazione dell'ente. un organo deputato al controllo della corretta adozione del modello organizzativo da parte dell'ente. un organo che vigila sulla conduzione economica dell'ente. I modelli organizzativi sono: sono delle regole interne che l'ente deve darsi al fine di essere economicamente più efficiente. sono dei codici etici. sono modelli di condotta cui l'ente deve ispirarsi. dei criteri comportamentali che gli enti devono seguire per evitare la realizzazione di reati al loro interno. Le norme incriminatrici poste fuori dalla parte speciale del codice penale: sono norme alle quali non si applicano le regole previste dalla parte generale del codice. sono comunque norme speciali del diritto penale. non sono comunque norme speciali del diritto penale. sono norme che appartengono alla disciplina giuridica in cui risultano inserite. La parte speciale del diritto penale: nasce successivamente alla parte generale. riguarda la punizione di alcune ipotesi specifiche di reato. nasce prima della parte generale. nasce contestualmente con la parte generale. Tra le norme di parte speciale e quelle di parte generale: le seconde sono subordinate alle prime. le prime sono subordinate alle seconde. vi è autonomia. vi è un rapporto di reciproca integrazione. I delitti contro l'amministrazione della giustizia, sono funzionali: alla tutela dell'immagine della giustizia. alla tutela dell'esecuzione delle sentenze emesse dai Tribunali. alla tutela delle funzioni giurisdizionali tipiche. alla tutela di qualsiasi attività che ha come scopo ultimo la giustizia. Con i delitti contro l'amministrazione della giustizia, il legislatore intende tutelare: l'ordine democratico dello Stato. il buon andamento dell'amministrazione pubblica. la fede pubblica. il buon andamento dell'amministrazione della giustizia. I delitti contro l'amministrazione della giustizia si articolano in: 4 capi. 5 capi. 3 capi. 2 capi. Se l'autorità giudiziaria già dispone della notizia criminis, il fatto che la stessa non è stata trasmessa da parte del pubblico ufficiale: determina comunque la responsabilità di quest'ultimo ai sensi dell'articolo 362 c.p. determina comunque la responsabilità di quest'ultimo ai sensi dell'articolo 363 c.p. non determina alcuna responsabilità in capo a quest'ultimo. determina comunque la responsabilità di quest'ultimo ai sensi dell'articolo 361 c.p. Il delitto di omessa denuncia del pubblico ufficiale: può essere solo di natura commissiva. non si consuma se l'omessa denuncia riguarda un fatto realizzato in presenza di cause di giustificazione. offende il bene giuridico dell'amministrazione pubblica. si consuma anche se l'omessa denuncia riguarda un fatto realizzato in presenza di una causa di giustificazione. Il delitto di omessa denuncia da parte del pubblico ufficiale: è un reato contro la pubblica amministrazione. è un reato comune. non si realizza con riferimento ai fatti perseguibili a querela di parte. si realizza anche con riferimento ai fatti perseguibili a querela di parte. Il delitto di cui all'articolo 361 c.p., è: di natura omissiva. è un reato contro l'amministrazione pubblica. di natura commissiva. un reato comune. La diversità tra l'articolo 361 c.p. e l'articolo 362 c.p. risiede: nel diverso soggetto passivo del reato. nel diverso soggetto attivo del reato. nel diverso elemento psicologico. nella diversità della condotta. Il sanitario non ha l'obbligo di trasmettere il referto all'autorità giudiziaria: se sono passate più di 48 ore dal fatto. se si tratta di reati per i quali si procede d'ufficio. se sono passate più di 72 ore dal fatto. se ciò esporrebbe a procedimento penale la persona assistita. Ai sensi dell'articolo 366 comma 1 c.p. Il delitto di rifiuto di uffici legalmente dovuti, può essere commesso: dal perito, dal consulente tecnico o dal custode nominati in un procedimento penale. dal difensore. dal perito nominato in un procedimento penale. dal perito e dal custode nominati in un procedimento penale. Il comma 2 dell'articolo 366 c.p. punisce la condotta: del perito che rifiuta di assumere o adempiere alle relative funzioni. di chiunque chiamato dall'autorità giudiziaria a rendere un servizio, si rifiuta di farlo. del perito, del custode giudiziario e del consulente tecnico che rifiuta di assumere o adempiere alle relative funzioni. del testimone, che chiamato a rendere testimonianza dinanzi all'autorità giudiziaria, si rifiuta di farla. Il dolo del delitto di calunnia è: diretto. intenzionale. eventuale. specifico. Il delitto di calunnia: punisce chi incolpa di un reato una persona verso la quale ha dei dubbi che sia colpevole. punisce chi incolpa di un reato una persona che sa innocente. punisce che simula le tracce di un reato, in verità mai avvenuto. punisce chi dissimula le tracce di un reato per incolpare se stesso. In caso di dubbio circa la commissione di un delitto da parte di un soggetto, Tizio che le denuncia comunque: sarà punibile a titolo di calunnia. non sarà punibile. sarà punibile per procurata falsa notizia di reato all'Autorità. sarà punibile a titolo di simulazione di reato. il delitto di simulazione di reato consiste: nel dissimulare le tracce di un reato a carico di una persona che si sa innocente. nel incolpare mediante denuncia, querela o esposto diretti all'Autorità Giudiziaria una persona che si sa innocente. nel simulare di aver realizzato un reato. nel denunciare, querelare o esporre all'Autorità Giudiziaria fatti di reato mai avvenuti, ovvero dissimulando le tracce. La simulazione di reato reale consiste: nel proporre una querela realmente volta ad incolpare di un reato una determinata persona. nel proporre una denuncia realmente volta ad incolpare di un reato una determinata persona. nel dissimulare le tracce di un reato mai avvenuto. nel esporre mediante, esposto, denuncia o querela all'Autorità Giudiziaria l'esistenza di un fatto di reato mai avvenuto. Il delitto di falso giuramento, si consuma: nel processo amministrativo. nel processo civile. nel processo penale. in qualsiasi processo. Il delitto di false informazioni al pubblico ministero si consuma: solo in caso di false informazioni fornite a quest'ultimo ovvero anche alla polizia giudiziaria che agisce su delega dello stesso. solo in caso di false informazioni fornite a quest'ultimo ovvero anche alla polizia giudiziaria che agisce su propria iniziativa. solo in caso di false informazioni fornite al giudice delle indagini preliminari. solo in caso di false informazioni fornite allo stesso. Il delitto di false informazione al difensore si realizza: sia con dichiarazioni scritte che orali. con dichiarazioni scritte. con dichiarazioni orali. solo per le dichiarazioni rilasciata davanti all'Autorità giudiziaria. L'articolo 371.ter c.p.: delinea un reato proprio. riguarda il delitto di autocalunnia. delinea un reato comune. riguarda il delitto di calunnia. Nei delitti di false informazioni al difensore o al pubblico ministero rilevano penalmente: solo le dichiarazioni rese per iscritto. solo le dichiarazioni false che possono incidere in modo determinante sull'esito del processo. tutte dichiarazioni false rese dinanzi a costoro. solo le dichiarazioni rese oralmente. Il delitto di falsa testimonianza: si consuma quando si nega il vero dinanzi all'Autorità giudiziaria dinanzi alla quale si è chiamati a deporre. si consuma quando si afferma il falso, si nega il vero o si tace in tutto o in parte su ciò che si sa dinanzi all'Autorità giudiziaria dalla quale si è chiamati a deporre. si consuma quando si tace dinanzi all'Autorità giudiziaria dinanzi alla quale si è chiamati a deporre. . si consuma quando si afferma il falso dinanzi all'Autorità giudiziaria dinanzi alla quale si è chiamati a deporre. . il delitto di falsa testimonianza si configura: in relazione alle false affermazioni rese in un processo civile. in relazione alle false affermazioni rese dinanzi a qualsiasi Autorità giudiziaria in cui si è chiamati come testimoni. in relazione alle false affermazioni rese in un processo militare. in relazione alle false informazioni rese in un processo penale. Il delitto di falsa testimonianza: può essere realizzato solo nel processo penale. è un reato proprio. ha come oggetto di tutela il buon andamento della pubblica amministrazione. è un reato comune. La frode processuale punisce la condotta: di chiunque, nel corso di un procedimento civile o amministrativo, al fine di trarre in inganno il giudice in un atto di ispezione o di esperimento giudiziale, ovvero il perito nell’esecuzione di una perizia, immuta artificiosamente lo stato dei luoghi o delle cose o delle persone, qualora il fatto non sia previsto come reato da una particolare disposizione di legge. del testimone volta a trarre in inganno il giudice. del perito, del consulente tecnico o dell'interprete, volta ad ingannare il giudice. del difensore volta a trarre in inganno il giudice. L'articolo 373 comma 1 c.p. punisce: Il consulente tecnico o l'interprete che danno pareri o interpretazioni mendaci o non conformi al vero quando vengono chiamati dall'Autorità Giudiziaria. il perito, il consulente tecnico del pubblico ministero o l'interprete che danno pareri o interpretazioni mendaci o non conformi al vero quando vengono chiamati dall'Autorità Giudiziaria. il perito, il consulente tecnico della difesa o l'interprete che danno pareri o interpretazioni mendaci o non conformi al vero quando vengono chiamati dall'Autorità Giudiziaria. il perito o l'interprete che danno pareri o interpretazioni mendaci o non conformi al vero quando vengono chiamati dall'Autorità Giudiziaria. L'articolo 374-bis c.p. punisce: la falsa perizia. le false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all’autorità giudiziaria o alla Corte penale internazionale . l'omessa denuncia del pubblico ufficiale. la falsa testimonianza. La ritrattazione è prevista: dall'articolo 376 c.p. dall'articolo 384 c.p. dall'articolo 388 c.p. dall'articolo 380 c.p. Ai sensi dell'articolo 376 comma 1 c.p., la ritrattazione delle falsità affermate nel processo penale può essere fatta: non oltre il giudizio di cassazione. non oltre la chiusura delle indagini preliminari. non oltre il giudizio d'appello. non oltre la chiusura del dibattimento. Affinché operi la causa di non punibilità di cui all'articolo 376 c.p., occorre: che non sia concluso il grado di appello nel processo dove è stata realizzata la falsità. che chi ha dichiarato il falso, ritratti le sue dichiarazioni. che chi ha dichiarato il falso ritratti quanto dichiarato e manifesti il vero. che chi ha dichiarato il falso ritratti quanto dichiarato o manifesti il vero. L’articolo 376 comma 1 c.p. prevede l’applicabilità della ritrattazione ai reati: di false informazioni al P.M. (art. 371-bis) e false dichiarazioni al difensore (371-ter). di false informazioni al P.M. (art. 371-bis), false dichiarazioni al difensore (371-ter), falsa testimonianza (372) e falsa perizia o interpretazione (373). di false informazioni al P.M. (art. 371-bis), false dichiarazioni al difensore (371-ter) e falsa testimonianza (372). di false informazioni al P.M. (art. 371-bis), false dichiarazioni al difensore (371-ter), falsa testimonianza (372), falsa perizia o interpretazione (373). e favoreggiamento personale (378). La ritrattazione delle falsità affermate nel giudizio civile è valida: se viene proposta nell'atto immediatamente successivo ala dichiarazione falsa. finché sulla domanda giudiziale non sia pronunciata sentenza definitiva, anche se non irrevocabile. se proposta entro la precisazione delle conclusioni. se viene proposta entro il giudizio di appello. Il destinatario della condotta di induzione di cui all'articolo 377-bis c.p.: deve avere l'obbligo di rispondere secondo verità. deve avere la facoltà di non rispondere. deve essere un perito o un interprete. deve essere un consulente tecnico. Il delitto di intralcio alla giustizia: si configura anche se l’offerta o la promessa per compiere il reato presupposto non sia accettata, ma la pena è diminuita dalla metà ai due terzi. non si configura se l’offerta o la promessa per compiere il reato presupposto non sia accettata. si configura anche se l’offerta o la promessa per compiere il reato presupposto non sia accettata, ma la pena è diminuita di un terzo. si configura anche se l’offerta o la promessa per compiere il reato presupposto non sia accettata, ma la pena è diminuita della metà. Ai fini della configurazione del reato di cui all'articolo 377 c.p., la condotta tipica: deve essere volta ad indurre a commettere i reati previsti dagli articoli 371-bis, 371-ter, 372, 373, 378 c.p. deve essere volta ad indurre a commettere i reati previsti dagli articoli 371-bis, 371-ter. deve essere volta ad indurre a commettere i reati previsti dagli articoli 371-bis, 371-ter, 372, 373 c.p. deve essere volta ad indurre a commettere i reati previsti dagli articoli 371-bis, 371-ter, 373 c.p. L'articolo 377-bis c.p.: mirano a tutelare le dichiarazioni proveniente esclusivamente da persone che hanno la facoltà di non rispondere nell’ambito di un processo penale. mira a tutelare il buon andamento della pubblica amministrazione. mira a tutelare le dichiarazioni provenienti da testimoni, periti, consulenti tecnici ed interpreti. mira a tutelare le dichiarazioni provenienti da tutti i testimoni. Il delitto di favoreggiamento personale punisce: chiunque aiuta taluno nella realizzazione di un reato. chiunque concorre con taluno nel compiere il delitto di calunnia. chiunque aiuta taluno a eludere le investigazioni dell'Autorità. chiunque aiuta taluno nell'occultare i proventi del reato. Ai fini della configurazione del delitto di cui all'articolo 378 c.p. occorre che le investigazioni da parte dell’autorità giudiziaria siano state effettivamente fuorviate. non occorre che le investigazioni da parte dell’autorità giudiziaria siano state effettivamente fuorviate. occorre che il soggetto attivo del reato sia un pubblico ufficiale. occorre che il soggetto attivo si sottragga volontariamente alle ricerche dell'Autorità. L'auto favoreggiamento personale: non è punibile. è punito ma la pena è diminuita da un terzo alla metà. è punito ma la pena è diminuita di un terzo. è punito ma la pena è diminuita della metà. In caso di concorso nel reato presupposto, il delitto di favoreggiamento personale: si configura ma la pena è diminuita di un terzo. si configura ma la pena è diminuita di un mezzo. si configura ma la pena è aumentata. non si configura. Nel delitto di favoreggiamento personale, le cause di estinzione del reato presupposto: fanno sempre venir meno il delitto. non fanno mai venir meno la responsabilità per il delitto. fanno venir meno la responsabilità per il delitto anche se intervenute dopo la condotta favoreggiatrice. non fanno venir meno la responsabilità per il delitto se intervenute dopo la condotta favoreggiatrice. Il delitto di cui all'articolo 379 c.p. si configura: solo in mancanza di un concorso (materiale o morale) del soggetto attivo nel reato presupposto. in concorso formale con il delitto di riciclaggio. in concorso materiale con il delitto di riciclaggio. anche in caso di concorso (materiale o morale) del soggetto attivo nel reato presupposto. Ai fini della configurazione del delitto di favoreggiamento reale, occorre: che vi sia un accordo tra il reo e gli autori del reato presupposto. che il soggetto attivo sia un pubblico ufficiale. che non siano configurabili i reati di ricettazione e riciclaggio. che il soggetto attivo sia un incaricato di pubblico servizio. Il delitto di favoreggiamento reale consiste: nell'aiutare taluno ad evadere dal luogo di detenzione. nell'aiutare taluno ad assicurare il prodotto o il profitto o il prezzo di un reato. nell'aiutare taluno ad eludere le investigazioni dell'Autorità giudiziaria. nell'aiutare taluno a compiere un reato. Ai fini della configurazione del delitto di patrocinio infedele di cui all'articolo 380 c.p. occorre: il patrocinatore o il consulente tecnico che, rendendosi infedele ai suoi doveri professionali, arreca nocumento agli interessi della parte da lui difesa, assistita o rappresentata sia dinanzi all’Autorità giudiziaria che in sede stragiudiziale. il patrocinatore o il consulente tecnico che pone in pericolo gli interessi della parte da lui difesa, assistita o rappresentata. il patrocinatore o il consulente tecnico che, rendendosi infedele ai suoi doveri professionali, pone in pericolo gli interessi della parte da lui difesa, assistita o rappresentata. il patrocinatore o il consulente tecnico che, rendendosi infedele ai suoi doveri professionali, arreca nocumento agli interessi della parte da lui difesa, assistita o rappresentata dinanzi all’Autorità Giudiziaria. La violazione del segreto istruttorio di cui all'articolo 379-bis c.p.: ha ad oggetto notizie attinenti agli atti di indagine compiuti dal P.M. o dalla polizia giudiziaria e di cui l’indagato non può avere conoscenza fino al momento della chiusura delle indagini. ha ad oggetto attinenti agli atti di indagine compiuti dal P.M. o dalla polizia giudiziaria i quali non devono essere rivelati fino alla chiusura con sentenza definitiva. ha ad oggetto attinenti agli atti di indagine compiuti dal P.M. o dalla polizia giudiziaria i quali non devono essere rivelati fino alla chiusura del procedimento di primo grado. ha ad oggetto attinenti agli atti di indagine compiuti dal P.M. o dalla polizia giudiziaria i quali non devono essere rivelati fino alla chiusura del processo di appello. Il comma 2 dell'articolo 381 c.p. punisce: il fatto del difensore o del consulente che dopo aver assistito una parte assume, con il consenso di questa, la difesa della parte avversa. il patrocinio infedele durante la causa. la condotta del patrocinante o del consulente che, anche per interposta persona, presta contemporaneamente patrocinio o consulenza a favore di parti contrarie. il fatto del difensore o del consulente che dopo aver assistito una parte assume, senza il consenso di questa, la difesa della parte avversa. Il soggetto attivo del delitto di cui all'articolo 382 c.p. è: il pubblico ufficiale. il patrocinatore. il perito. chiunque. Il delitto di cui all'articolo 382 c.p. punisce: il pubblico ufficiale che, millantando credito presso il giudice o il pubblico ministero che deve concludere, ovvero presso il testimone, il perito o l’interprete, riceve fa dare o promettere dal suo cliente, a sé o ad un terzo, denaro o altra utilità col pretesto di doversi procurare il favore di costoro ovvero di doverli remunerare. chiunque che, millantando credito presso il giudice o il pubblico ministero che deve concludere, ovvero presso il testimone, il perito o l’interprete, riceve fa dare o promettere dal suo cliente, a sé o ad un terzo, denaro o altra utilità col pretesto di doversi procurare il favore di costoro ovvero di doverli remunerare. il patrocinatore che, millantando credito presso il giudice o il pubblico ministero che deve concludere, ovvero presso il testimone, il perito o l’interprete, riceve fa dare o promettere dal suo cliente, a sé o ad un terzo, denaro o altra utilità col pretesto di doversi procurare il favore di costoro ovvero di doverli remunerare. l'incaricato di pubblico servizio che, millantando credito presso il giudice o il pubblico ministero che deve concludere, ovvero presso il testimone, il perito o l’interprete, riceve fa dare o promettere dal suo cliente, a sé o ad un terzo, denaro o altra utilità col pretesto di doversi procurare il favore di costoro ovvero di doverli remunerare. L'articolo 381 coma 1 c.p. punisce: la condotta del patrocinante o del consulente che, anche per interposta persona, presta contemporaneamente patrocinio o consulenza a favore di parti contrarie. la condotta del patrocinante o del consulente che personalmente presta contemporaneamente patrocinio o consulenza a favore di parti contrarie. la condotta del patrocinante che presta contemporaneamente patrocinio a favore di parti contrarie. la condotta del consulente che presta contemporaneamente consulenza a favore di parti contrarie. L'articolo 384 comma 2 c.p.: configura una causa di esclusione della colpevolezza dei fatti di cui agli artt. 371-bis, 371-ter, 372, 373, 378 e 388 c.p. configura una causa di esclusione della tipicità dei fatti di cui agli artt. 371-bis, 371-ter, 372, 373 e 378 c.p. configura una causa di esclusione della colpevolezza dei fatti di cui agli artt. 371-bis, 371-ter, 372 c.p. configura una causa di esclusione della colpevolezza dei fatti di cui agli artt. 371-bis, 371-ter, 372, 373 c.p. La ratio dell'articolo 384 comma 1 c.p. si fonda: nel principio in dubio pro reo. nella mancanza di antigiuridicità del fatto tipico. sul principio di inesigibilità. in una scelta di politica criminale per favorire la collaborazione con la giustizia. L'articolo 384 comma 1 c.p. rappresenta: un'esimente. una causa di estinzione della pena. una causa di estinzione del reato. una scusante. L'articolo 384 c.p.: prevede una causa di non punibilità per alcuni delitti contro l'amministrazione della giustizia. punisce il delitto di millantato credito. punisce il delitto di patrocinio infedele. punisce il delitto di favoreggiamento. Ai fini della configurazione del delitto di evasione propria: è necessario che il soggetto sia sottoposto ad un vincolo di restrizione consistente nell’arresto o nella detenzione, ovvero ad una misura di prevenzione. è necessario che il soggetto sia sottoposto ad un vincolo di restrizione consistente nell’arresto o nella detenzione. è necessario che il soggetto sia sottoposto ad un vincolo di restrizione consistente nell’arresto o nella detenzione, ovvero ad una misura di sicurezza personale. il soggetto deve essere condannato definitivamente. Il delitto di procurata evasione consiste: nel procurare o agevolare l’evasione di una persona legalmente arrestata o detenuta per una reato. nell'offrire ospitalità ad una persona evasa dal luogo di detenzione. nel procurare l’evasione di una persona legalmente arrestata o detenuta per una reato. nell'agevolare l’evasione di una persona legalmente arrestata o detenuta per una reato. L'articolo 388 comma 1 c.p. descrive: un delitto punibile a titolo di dolo specifico. un delitto punibile a titolo di dolo generico. un delitto punibile a titolo di dolo eventuale. un delitto punibile a titolo di dolo intenzionale. L'articolo 388 comma 2 c.p. punisce: chi elude l’esecuzione di un provvedimento del giudice civile, che concerna l’affidamento di minori o di altre persone incapaci. chi elude l’esecuzione di un provvedimento del giudice civile. chi elude l’esecuzione di un provvedimento del giudice civile, che concerna l’affidamento di minori o di altre persone incapaci, ovvero prescriva misure cautelari a difesa della proprietà, del possesso o del credito. chi sottrae, sopprime, distrugge, disperde o deteriora una cosa di sua proprietà sottoposta a pignoramento ovvero a sequestro giudiziario o conservativo. |





