Estetica 4
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Título del Test:![]() Estetica 4 Descripción: Feyles Martino Maria |




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19-01. Dal punto di vista derridiano. il testo filosofico è sempre espressione dello stile di un genio. l'evento poetico è sempre espressione dell'interiorità di un genio. nessuna delle risposte indicate è corretta. l'idea moderna di genio è un'idea che non può essere accettata perché rimane troppo legata alla filosofia moderna del soggetto e al culto dell'originalità. 19-02. Per Valéry. "È impossibile raggiungere la certezza che un senso unico, uniforme e costante corrisponda a parole come ragione, universo, causa, materia o idea". nessuna delle risposte indicate è corretta. "Parole come ragione, universo, causa, materia o idea, non hanno alcun significato, in realtà, perché sono termini metafisici, che non indicano una realtà sensibile". "Solo grazie ad un lavoro etimologico è possibile raggiungere la certezza che un significato unico, uniforme e costante corrisponde a parole come ragione, universo, causa, materia o idea. 19-03. Per Valery l'evento poetico. è essenzialmente legato all'assoluta singolarità dello stile e del timbro. non può essere paragonato né al timbro della voce, né allo stile. non può essere paragonato al timbro della voce, perché il timbro della voce è unico. è essenzialmente diverso dallo stile, perché lo stile è imitabile, la poesia no. 19-05. Nel saggio "'Qual quelle'. Le fonti di Valéry". sostiene che il compito essenziale del pensiero decostruzionista è di rintracciare l'origine. Derrida distingue tre modalità diverse della firma. Derrida distingue due modalità diverse della firma. Derrida si domanda se sia possibile pensare altrimenti l'origine, cioè pensare un'origine che sia irriducibile alla categoria di presenza. 19-06. Per Valéry. è necessario considerare la filosofia come un “genere letterario particolare”, e questo è, secondo Derrida, uno degli elementi di somiglianza tra il pensiero di Valéry e quello di Nietzsche. è necessario considerare la poesia come un “genere letterario particolare”, e questo è, secondo Derrida, uno degli elementi di somiglianza tra il pensiero di Valéry e quello di Freud. è necessario considerare la filosofia come un “genere letterario particolare”, e questo è, secondo Derrida, uno degli elementi di somiglianza tra il pensiero di Valéry e quello di Freud. è necessario considerare la poesia come un “genere letterario particolare”, e questo è, secondo Derrida, uno degli elementi di somiglianza tra il pensiero di Valéry e quello di Nietzsche. 19-07. Per Valéry. il linguaggio poetico non è mai sufficientemente formalizzato e per questo non regge il paragone con il linguaggio esatto e univoco della filosofia. il linguaggio filosofico è un linguaggio esatto e univoco e per questo può essere considerato come un linguaggio scientifico. il linguaggio filosofico non è mai sufficientemente formalizzato e per questo non regge il paragone con il linguaggio esatto e univoco delle scienze sperimentali. il linguaggio filosofico non è mai sufficientemente formalizzato e per questo non regge il paragone con il linguaggio della poesia. 20-01. Dal punto di vista derridiano. la questione dell'inconscio non ha un legame con il problema dell'origine della poesia. le nozioni di mania, entusiasmo, delirio, ispirazione, che nella tradizione venivano usate per spiegare l'ispirazione poetica, sono il segno che l'evento poetico è legato all'ascolto di una voce estranea al soggetto. è sbagliato ritenere che il poeta quando scrive obbedisce alla legge di una voce estranea, come se fosse ispirato o delirante. nessuna delle risposte indicate è corretta. 20-02. Per Derrida l'illusione dell'io. "consisterebbe nel sognare di essere normale, sano, equilibrato". "consisterebbe nel sognare di essere eccezionale, fuori dal comune, geniale". "consisterebbe nel sognare un'operazione di dominio ideale, idealizzante, che trasforma l'autoaffezione in eteroaffezione, l'autonomia in eteronomia". "consisterebbe nel sognare un'operazione di dominio ideale, idealizzante, che trasforma l'eteroaffezione in autoaffezione, l'eteronomia in autonomia". 20-03. Per Derrida un soggetto "normale". è un soggetto che non parla a se stesso e che non intende alcune "voce" all'interno della coscienza. non esiste perché tutti sentiamo delle voci nello spazio della nostra coscienza. è un soggetto che si autoillude che la voce che risuona nella sua coscienza sia sempre la sua propria voce, una voce che gli appartiene. nessuna delle risposte indicate è corretta. 04. Per Derrida quando qualcuno "intende delle voci che egli resta solo a intendere e quando percepisce come fonte estranea ciò che proviene, si dice, dal proprio interno". significa che il "normale" processo di riappropriazione che costituisce l'io è fallito, come accade nel caso del folle, del mistico o dell'allucinato. significa che è un poeta, che ascolta la voce dell'ispirazione. significa che il soggetto si autoconosce, come una autocoscienza. nessuna delle risposte indicate è corretta. 05. "A regime “normale”, l'io controlla la distinzione tra una alterità interna, in qualche modo, e una alterità esterna". Questo significa per Derrida. che un soggetto "normale" è in grado di controllare le sue relazioni con gli altri, mentre un soggetto "anormale" no. che un soggetto "normale" è in grado di riconoscere ciò che proviene dal proprio inconscio, dalle zone oscure della propria personalità, come qualcosa che non appartiene ad un altro io. che un soggetto "normale" non è in grado di riconoscere ciò che proviene dal proprio inconscio, dalle zone oscure della propria personalità, come qualcosa che non appartiene ad un altro io. che un soggetto "normale" non è in grado di controllare le sue relazioni con gli altri, mentre un soggetto "anormale" sì. 20-06. Per Valéry. l'amplesso è sostanzialmente equivalente all'inconscio. l'implesso è sostanzialmente equivalente all'inconscio. l'implesso è qualcosa di sostanzialmente diverso dall'inconscio. l'amplesso è qualcosa di sostanzialmente diverso dall'inconscio. 20-07. Per Derrida. la questione della psicoanalisi è la questione più importante per Valery. la filosofia del soggetto ha reso impossibile distinguere tra l'io e l'altro. la questione della psicoanalisi è strettamente legata al problema dell'alterità che abita l'interiorità della coscienza. la filosofia del soggetto sostiene con forza che vi sia una alterità nell'interiorità della coscienza. 20-08. Per Derrida il rifiuto di Freud. da parte di Valery appare quasi come una forma di "resistenza", nel senso psicoanalitico del termine. da parte di Mallarmé appare quasi come una forma di "resistenza", nel senso psicoanalitico del termine. da parte di Ponge appare quasi come una forma di "resistenza", nel senso psicoanalitico del termine. da parte di Artaud appare quasi come una forma di "resistenza", nel senso psicoanalitico del termine. 09. Per Derrida l'inconscio. non è semplicemente una coscienza virtuale, come pensa Mallarmé. non è semplicemente una coscienza virtuale, come pensa Valéry. è una coscienza virtuale, come pensa Mallarmé. è una coscienza virtuale, come pensa Valéry. 20-10. Per Derrida. Artaud riduce l'alterità radicale dell'inconscio, considerandolo come una forma di virtualità o potenzialità. Valéry scopre l'alterità radicale dell'inconscio, considerandolo come una forma di virtualità o potenzialità. Artaud scopre l'alterità radicale dell'inconscio, considerandolo come una forma di virtualità o potenzialità. Valéry riduce l'alterità radicale dell'inconscio, considerandolo come una forma di virtualità o potenzialità. 11. Per Valéry. l'amplesso è la semplicità dell'identico, la medesimezza del differente. l'implesso è la semplicità dell'identico, la medesimezza del differente. l'amplesso è la complessità che si ritrova all’interno di ciò che dovrebbe essere semplice, l’alterità all’interno del medesimo. l'implesso è la complessità che si ritrova all’interno di ciò che dovrebbe essere semplice, l’alterità all’interno del medesimo. 21-01. Per Derrida. Artaud prescrive di sospendere il titolo, di lasciarlo in sospeso, di farlo tacere, perché il titolo ha una funzione gerarchica ed è un dispositivo di controllo ermeneutico. Mallarmé prescrive di sospendere il titolo, di lasciarlo in sospeso, di farlo tacere, perché il titolo è fonte di ambiguità e confusione. Artaud prescrive di sospendere il titolo, di lasciarlo in sospeso, di farlo tacere, perché il titolo è fonte di ambiguità e confusione. Mallarmé prescrive di sospendere il titolo, di lasciarlo in sospeso, di farlo tacere, perché il titolo ha una funzione gerarchica ed è un dispositivo di controllo ermeneutico. 22-02. Dal punto di vista di Derrida. è importante che nella scrittura di Ponge anche il bianco della pagina diventi paradossalmente significativo, perché il bianco rappresenta la purezza dell'origine. è importante che nella scrittura di Mallarmé anche il bianco della pagina diventi paradossalmente significativo, perché il bianco rappresenta la purezza dell'origine. è importante che nella scrittura di Mallarmé anche il bianco della pagina diventi paradossalmente significativo, perché "la legge della spaziatura" è una legge fondamentale della scrittura. è importante che nella scrittura di Ponge anche il bianco della pagina diventi paradossalmente significativo, perché "la legge della spaziatura" è una legge fondamentale della scrittura. 21-03. "La doppia seduta". è un saggio compreso in "La disseminazione" in cui Derrida analizza un testo di Valéry. è un saggio compreso in "Margini della filosofia" in cui Derrida analizza un testo di Mallarmé. è un saggio compreso in "La disseminazione" in cui Derrida analizza un testo di Mallarmé. è un saggio compreso in "Margini della filosofia" in cui Derrida analizza un testo di Valéry. 04. Chi è l'autore di "Un coup de dés jamais n'abolira le hasard" ("Un tiro di dadi non abolirà mai il caso")?. Valéry. Ponge. Mallarmé. Artaud. 05. Per Derrida. Valéry è il primo che ha posto la domanda "che cos'è la letteratura?". la domanda "che cos'è?" è all'origine della filosofia decostruzionista. Mallarmé è il primo che ha posto la domanda "che cos'è la letteratura?". la possibilità che la filosofia ha di domandare "che cos'è?", cercando di definire l'essenza di una realtà, rimane problematica. 20-06. "La doppia seduta". è un saggio in cui Derrida analizza in parallelo un testo di Aristotele e un testo di Mallarmé. è un saggio in cui Derrida analizza in parallelo un testo di Platone e un testo di Valéry. è un saggio in cui Derrida analizza in parallelo un testo di Platone e un testo di Mallarmé. è un saggio in cui Derrida analizza in parallelo un testo di Aristotele e un testo di Valéry. 20-07. "La doppia seduta". prende le mosse dalla domanda: "che cos'è la filosofia?". prende le mosse dalla domanda: "che cos'è la letteratura?". prende le mosse dalla domanda: "che cos'è la scrittura?". prende le mosse dalla domanda: "che cos'è la scrittura?". 22-01. Quale autore ha reinterpretato la nozione di verità concependola come "s-velamento" o "non nascondimento"?. Nietzsche. Aristotele. Husserl. Heidegger. 22-02. Dal punto di vista derridiano. il lettore non entra mai in contatto con il significante "originale" di un testo, perché il significante lo raggiunge sempre attraverso una infinita catena di mediazioni. il lettore deve cercare di ritrovare il referente "originale" di un testo oltrepassando tutte le mediazioni. il lettore deve cercare di ritrovare il significato "originale" di un testo oltrepassando tutte le mediazioni. il lettore non entra mai in contatto con il significato "originale" di un testo, perché il significato lo raggiunge sempre attraverso una infinita catena di mediazioni. 22-03. "La doppia seduta" è un saggio. che originariamente viene presentato da Derrida alla rivista Tel Quel senza un titolo. che originariamente viene presentato da Derrida alla rivista La disseminazione con il titolo "Tel Quel". che originariamente viene presentato da Derrida alla rivista Tel Quel con il titolo "La disseminazione". che originariamente viene presentato da Derrida alla rivista La disseminazione senza un titolo. 22-04. Il titolo che Derrida avrebbe voluto attribuire. al saggio "La disseminazione" è un'espressione francese che si pronuncia in tre modi diversi, ma si scrive sempre allo stesso modo. al saggio "La disseminazione" è un'espressione francese che si scrive in tre modi diversi, ma si pronuncia sempre allo stesso modo. al saggio "La doppia seduta" è un'espressione francese che si scrive in tre modi diversi, ma si pronuncia sempre allo stesso modo. al saggio "La doppia seduta" è un'espressione francese che si pronuncia in tre modi diversi, ma si scrive sempre allo stesso modo. 22-05. Le espressioni omofone sono interessanti dal punto di vista derridiano. perché, essendo parole che si scrivono in modo differente, ma si pronunciano in modo uguale, sembrano confermare il fonocentrismo. perché, essendo parole che si pronunciano in modo differente, ma si scrivono in modo uguale, sembrano mettere in questione il fonocentrismo. perché, essendo parole che si scrivono in modo differente, ma si pronunciano in modo uguale, sembrano mettere in questione il fonocentrismo. perché, essendo parole che si pronunciano in modo differente, ma si scrivono in modo uguale, sembrano confermare il fonocentrismo. 06. Quale delle seguenti espressioni non è una traduzione possibile del titolo che Derrida avrebbe voluto attribuire a "La doppia seduta". "il 'tra' di Mallarmé". "l'altro Mallarmé". "tra i due Mallarmé". "l'antro di Mallarmé". "L’anima quando pensa io non la vedo sotto altro aspetto che di una persona la quale conversi con se medesima, interrogando e rispondendo, affermando e negando". Chi è l'autore di questo paragone?. Derrida. Heidegger. Mallarmé. Platone. 23-02. Per Platone. Socrate è in errore, quando afferma la priorità della cultura orale. la vera cultura è la cultura scritta, non la cultura orale. nessune delle risposte indicate è corretta. la vera cultura è la cultura orale, ma la scrittura è comunque un'invenzione che ha effetti positivi. 23-03. In "La doppia seduta". Derrida sostiene che è necessario optare per la concezione della testualità, della scrittura e della verità che è propria di Mallarmé, rifiutando la posizione platonica. Derrida sostiene che è necessario optare per la concezione della testualità, della scrittura e della verità che è propria di Platone, rifiutando la posizione di Mallarmé. Derrida sostiene che è impossibile situarsi in una posizione intermedia "tra" Platone e Mallarmé. Derrida sostiene che è necessario situarsi in una posizione intermedia "tra" Platone e Mallarmé. 23-04. In "La doppia seduta". Derrida analizza un passaggio tratto dal "Fedone" in cui Platone paragona l'anima ad un libro. Derrida analizza un passaggio tratto dal "Fedone" in cui Platone paragona il corpo ad una prigione. Derrida analizza un passaggio tratto dal "Filebo" in cui Platone paragona l'anima ad un libro. Derrida analizza un passaggio tratto dal "Filebo" in cui Platone paragona il corpo ad una prigione. 23-05. In "La doppia seduta". Derrida critica l'idea platonica che la verità di un testo debba sempre essere indecidibile. nessuna delle risposte indicate è corretta. Derrida critica l'idea platonica che la verità di un testo debba sempre essere decidibile. Derrida critica Platone affermando che la nozione di verità non ha senso. 06. Secondo Derrida. dal momento che paragona il pensiero ad una scrittura Platone può essere considerato come un precursore della decostruzione. nel pensiero platonico c'è una significativa contraddizione perché da una parte Platone paragona il pensiero ad una scrittura, dall'altra parte concepisce la scrittura come qualcosa di negativo. dal momento che paragona il pensiero ad una scrittura Aristotele può essere considerato come un precursore della decostruzione. Platone concepisce la scrittura come qualcosa di negativo e per questo rifiuta il paragone tra l'attività dell'anima e la scrittura. 23-07. In quale dialogo Platone racconta un mito per spiegare l'origine della scrittura. Fedro. Repubblica. Fedone. Teeteto. 23-08. Per Platone la scrittura. è una tecnica per fissare il linguaggio non un pharmakon per la memoria. nessuna delle risposte indicate è corretta. è un "pharmakon", cioè una medicina che cura le malattie della memoria. è un "pharmakon" pericoloso, che promette di curare i limiti della memoria, ma in realtà la atrofizza. 24-01. Dal punto di vista derridiano. tutto comincia con l'origine: il che significa che non esiste ripetizione supplemento di origine. tutto comincia con la ripetizione: il che significa che non esiste origine pura. tutto comincia con l'origine: il che significa che non esiste ripetizione pura. tutto comincia con la ripetizione: il che significa che non esiste supplemento di origine. 24-02. In "La doppia seduta". Derrida sostiene che la verità deve essere compresa come "adeguazione". Derrida riprende la decostruzione della nozione tradizionale di verità proposta da Heidegger. Derrida critica l'interpretazione della nozione tradizionale di verità proposta da Heidegger. Derrida sostiene che la verità deve essere compresa come "imitazione" dell'essere. 24-03. Secondo Derrida. Platone concepisce il pensiero come una imitazione della realtà e dunque concepisce la verità come "adeguazione". Platone concepisce il pensiero come una imitazione della realtà e dunque concepisce la verità come "differenza". Platone concepisce il pensiero come una imitazione della realtà e dunque concepisce la verità come "svelamento". Platone concepisce il pensiero come una imitazione della realtà e dunque non concepisce la verità come "adeguazione". 24-04. Secondo il prof. Feyles per comprendere la decostruzione derridiana della nozione di verità. è bene tener presente che Platone critica le arti, sostenendo che esse non sono in grado di dire la verità, mentre Heidegger è convinto che l'arte sia uno dei modi essenziali dello svelamento della verità. è bene tener presente che Aristotele critica le arti, sostenendo che esse non sono in grado di dire la verità, mentre Heidegger è convinto che l'arte sia uno dei modi essenziali dello svelamento della verità. è bene tener presente che Heidegger critica le arti, sostenendo che esse non sono in grado di dire la verità, mentre Platone è convinto che l'arte sia uno dei modi essenziali dello svelamento della verità. è bene tener presente che Husserl critica le arti, sostenendo che esse non sono in grado di dire la verità, mentre Heidegger è convinto che l'arte sia uno dei modi essenziali dello svelamento della verità. 24-05. In "Della grammatologia" Derrida. decostruisce tanto la nozione di origine quanto la nozione di supplemento. decostruisce il mito dell'origine proponendo la paradossale nozione di "supplemento di origine". nessuna delle risposte indicate è corretta. decostruisce la nozione di "supplemento di origine", mostrando che si tratta di una nozione contraddittoria. 23-06. Secondo il prof. Feyles. dal punto di vista derridiano non sarebbe sbagliato affermare che "tutto è imitazione". dal punto di vista derridiano la nozione di imitazione non può trovare una collocazione all'interno di un pensiero decostruzionista. dal punto di vista derridiano sarebbe sbagliato affermare che "tutto è imitazione". dal punto di vista derridiano non sarebbe sbagliato affermare che "solo l'arte è imitazione". 23-07. Dal punto di vista derridiano. la "legge" della supplementarità implica che l'imitante si adegui al modello imitato. la "legge" della supplementarità implica che l'imitante sia un supplemento secondario e l'imitato sia un'originale assoluto. nessuna delle risposte indicate è corretta. la "legge" della supplementarità implica che l'imitante si sostituisca continuamente all'imitato. 25- 01. Dal punto di vista derridiano. una delle contraddizioni presenti nel testo platonico è che l’immaginazione è subordinata all’intelletto, ma l’intelletto è concepito come una sorta di "immagine" fedele dell’essere. una delle contraddizioni del testo platonico è che la realtà è imitazione delle idee ma le idee provengono dalla realtà. una delle contraddizioni presenti nel testo platonico è che l’immaginazione è subordinata al linguaggio, ma il linguaggio è subordinato all’intelletto e l'intelletto alla realtà in un infinito regresso di subordinazioni. nessuna delle risposte indicate è corretta. |