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Título del Test:![]() linggenparte3 Descripción: parte 3 per ripassare |




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1. Nella frase: si vedeva la felicità per il lieto evento. Per il lieto evento è: Complemento di mezzo. Complemento di fine. Complemento di causa. Complemento di relazione. 2. Nellla frase: Devo muovermi per non fare tardi. Per non fare tardi è: Complemento di mezzo. Complemento di fine. Complemento di causa. Complemento di relazione. 3. Nell'espressione: La barca a remi: a remi è: Complemento di mezzo o strumento. Complemento di materia. Complemento di causa. Complemento di relazione. 4. Nella frase: Ho cucito una camicia su misura. Su misura è: Complemento di mezzo. Complemento di fine. Complemento di materia. Complemento di modo. 5. Nella frase: Maria è andata ad abitare con Camilla. Con Camilla è: Complemento di unione. Complemento di compagnia. Complemento di causa. Complemento di fine. 6. Nella frase: Maria è riuscita a litigare con Camilla. Con Camilla è: Complmeneto di unione. Complemento di compagnia. Complemento di relazione. Complemento di modo. 7. Nella frase: L'armatura è costruita in ferro. In ferro è: Complemento di materia. Complemento di mezzo. Complemento di relazione. Complemento di modo. 8. Nella frase: Hanno parlato molto male di Pietro. Di Pietro è: Complemento di termine. Complemento di argomento. Complemento di relazione. Complemento di compagnia o unione. 9. Nella frase: Professore, posso uscire un attimo? Professore è: Complemento di vocazione. Complemento di argomento. Complemento di esclamazione. Complemento di compagnia o unione. 10. Nella frase: Uffa! Non ti sopporto più! Uffa è: Complmeneto di unione. Complemento di vocazione. Complmento di esclamazione. Complemento di mezzo. 1. Nella frase: in quanto a bontà, Mario è un campione. In quanto a bontà è un complemento di: Stima. Limitazione. Vantaggio. Sostituzione. 2. Nella frase: Ho scritto il tema meglio di Anna. Meglio di Anna è un complemento di: Stima. Limitazione. Paragone. Sostituzione. 3. Nella frase: Ho incontrato un professore dalla preparazione impeccabile. Dalla preparazione impeccabile è complemento di: Stima. Limitazione. Sostituzione. Qualità. 4. Questa pianta ha bisogno d'acqua. La frae esprime un complemento di: Stima. Limitazione. Privazione. Qualità. 5. L'albergo dista 200 metri dalle piste. In questa frase 200 metri è complemento di: Stima. Limitazione. Sostituzione. Distanza. 6. Rossi è stato condannato a tre anni di galera. Il complemento qui espresso è un complemento di: Colpa. Pena. Tempo determinato. Limitazione. 7. Nonostante Maria in disaccordo, abbiamo comprato quella barca. In questa frase Nonostante Maria è un complemento: Di limitazione. Concessivo. Di privazione. Di esclusione. 8. Nella frase: Abbiamo versato 100 euro a testa. A testa è un complemento: Distributivo. Concessivo. Di privazione. Di privazione. 9. Sopporta tutto, ,meno che la noia. In questa frase compare un complemento di: Esclusione. Privazione. Limitazione. Pena. 10. Il complemento predicativo del soggetto vuole le preposizioni: Di, a, da, per, tra e fra. Da, in, su, per. Di, a, da, in, per. Di, a , su, tra, fra. 1. Un pensiero compiuto, formato da una o più proposizioni, organicamente collegate tra loro, separato dal resto del discorso con un segno di punteggiatura forte si chiama: Proposizione. Periodo. Subordinata. Frase semplice. 2. Un periodo è formato: Da tante proposizioni quanti sono i predicati. Da tante proposizioni quanti sono i soggetti. Da tante proposizioni quanti sono i participi. Da tante proposizioni quanti sono i verbi reggenti. 3. La proposizione indipendente di un periodo è detta: Subordinata. Centrale. Sorretta. Principale. 4. Le congiunzioni coordinative collegano: Le proposizioni principali alle subordinate. Le proposizioni subordinate alle proposizoni subordinanti. Le proposizioni principali tra loro. Le proposizioni subordinate alle principali. 5. Il periodo semplice è formato: Da una sola proposizone retta da una principale. Da due o più proposizioni subordinate. Da una sola proposizione. Da due o più subordinate e una principale. 6. Il periodo composto è fromato: Da due o più proposizioni indipendenti coordinate. Da due o più proposizioni subordinate. Da una sola proposizione. Da due o più subordinate e una principale. 7. Il periodo complesso è formato: Da due o più proposizioni indipendenti coordinate. Da una proposizione principale e due o più subordinate. Da una sola proposizione. Da due proposizioni principali e una subordinata. 8. Contare i predicati è utile: Per numerare le proposizioni. Per numerare le preposizioni semplici. Per numerare i periodi complessi. Per numerare i soggetti coordinati. 9. I verbi di modo indefinito reggono: Quando non hanno subordinate in dipendenza. Quando non si possono trasformare in verbi di modo finito. Quando c'è almeno una subordinata. Quando si possono trasformare in verbi di modo finito. 10. L'inifinito è il participio usati come nomi: Sono un predicato verbale. Non sono un predicato. Formano un periodo subordinato. Sono un predicato nominale. 1. Una proposizione principale diventa reggente quando: Le aggiungiamo almeno una subordinata. Trasformiamo la subordinata in principale. Le aggiungiamo almeno due subordinate coordinate tra loro. Non si aggiunge niente alle principale, resta sempre reggente. 2. La proposizione incidentale è: Accessoria. Reggente. Subordinata. Prinicipale. 3. Ripetendo le stesse congiunzioni più volte, la coordinazione avviene: Per asindeto. Per ripetizione. Per polisindeto. Non c'è coordinazione. 4. La coordinazione per asindeto avviene: Accostando due proposizioni senza nulla. Ripetendo la congiunzione coordinante. Coordinando sia tramite punteggiatura che tramite congiunzione. Accostando due proposizioni con un segno di punteggiatutra debole. 5. Non aveva portato l'ombrello, poiché non credeva avrebbe piovuto. In questa frase: Non aveva portato l'ombrello è subordinata di secondo grado. Poiché non credeva avrebbe piovuto è la reggente. Non aveva portato l'ombrello è subordinata di primo grado. Non aveva portato l'ombrello è la reggente. 6. Con preposizione + infinito si formano le proposizioni: Coordinate. Reggenti. Subordinate. Prinicipali. 7. Con il verbo al gerundio o al participio passato si possono formare proposizioni: Coordinate. Reggenti. Subordinate. Principali. 8. Le relative proprie sono subordinate: Attributive. Sostantive. Reggenti. Complementari indirette. 9. La subordinata di terzo grado è retta: Dalla principale. Dalla subordinata di primo grado. Dalla subordinata di secondo grado. Da sé stessa. 10. Nella frase: è obbligatorio conoscere le regole del gioco. La principale è: È obbligatorio. Conoscere le regole del gioco. È obbligatorio conoscere. Conoscere. 1. Le note che riportano il'indicazione del esto citato sono dette: Note di testo. Note a piè di pagina. Note bibliografiche. Note di commento. 2. Le note che aggiungono un'osservazione al testo sono dette: Note di testo. Note a piè di pagina. Note bibliografiche. Note di commento. 3. T. Agovino, Della narrazione vuisiva di Manzoni, in <> NS XXXVIII (2017). Questa nota è tratta da: Una miscellanea. Una rivista. Un volume monografico. Un atto di convegno. 4. T. Agovino, Romanzo criminale dalle citrazioni manzoniane al piccolo scehrmo, in Agnizioni, peripezie, a cura di T.Agovino, P. Marzano, Avellino, Sienstesie, 2019. Questa nota rimanada a: Una miscellanea. Una rivista. Un volume monografico. Un atto di convegno. 5. E. L. EISENSTEIN, The printing Press as an Agent of Change, Cambridge - New York, Cambridge University Press, 1979 (trad. it. La rivoluzione inavvertita. La stampa come fattore di mutamento, Bologna, Il Mulino, 1985). Queesta nota rimanda a: Una miscellanea. Un volume in traduzione. Un volume monografico. Un atto di convegno. 6. AA.VV in una nota vuol dire: Antichi Vangeli. Autori Vari. Autori Veri. Antologia Varia. 7. (Siti 2018: 73). In questa nota anglosassone il numero 73 indica: L'edizione. L'anno. La pagina. La prima stampa. 8. Per informare chi legge il nostro lavoro degli studi compiuti si usa: La bibliografia finale. L'indice dei nomi. Le note bibliografiche. Le note di commento. 9. La bibliografia in ordine cronologico generalmente: Si compila dal più antico al più recente dei testi utilizzati. Si compila dal più recente al più antico dei testi utilizzati. Non si compila, si preferisce l'ordine alfabetico. Si compila insieme all'ordine alfabetico, che è prioritario. 10. I nomi menzionati all'interno di un lavoro vengono raccolti: Nell'indice bibliografico. Nell'indice delle pagine. Nell'indice dei nomi. Nella bibliografia finale. 1. La linguistica popolare: Si occupa del linguaggio dei popoli antichi. Si occupa della lingua dei popoli primitivi. Studia l'origine del linguaggio in generale o di una singola comunità. Studia l'origine del linguaggio arcaico. 2. La storia della linguistica europea: Si svolge a scatti nel tempo senza continuità. Si occupa della lingua dei popoli primitivi. Si svolge in una linea di sviluppo continua dalla Grecia ad oggi. Non ha contatti con la linguistica Americana. 3. I Greci: Non si occupano di linguistica. Sono i primi ad avviare lo studio della linguistica nel mondo. Studiano la lingua dei brabari. Sono i primi ad avviare uno studio linguistico in ambito europeo. 4. Le divisioni dialettali greche: Non interessano gli studiosi greci. Assumono presto dignità letteraria. Non esistono. Vengono studiate dal Medioevo in poi. 5. L'alfabeto greco: Viene modellato su quello Egizio. Viene modellato su quello Fenicio. Non possiede vocali. Viene creato ex-novo dai grammatici. 6. Lo studio dei grammatici alessandrini: Si avvia in epoca micenea. Riguarda solo lo studio dei testi sacri. Coincide con il periodo ellenistico. Studia l'alfabeto fenicio e la sua derivazione greca. 7. V arrone divide le classi di parole: Secondo la struttura. Secondo la fonetica. Secondo la flessione. Secondo il significato della sillaba. 8. I testi di Varrone: Vengono studiati durante il Medioevo. Non si occupano di sintassi. Ci sono giunti interi. Non vengono studiati durante il Medioevo. 9. Nomen, Figura e Potestas: Sono le tre proprietà della lettera alfabetica secondo Prisciano. Sono le tre proprietà delle lettera alfabetica secondo Varrone. Sono le parti del discorso secondo Prisciano. Sono le categorie di flessioni delle parole secondo Varrone. 10. Prisciano: Viene studiato meno di Varrone durante il Medioevo. E' il grammatico di riferimento nel Medioevo. Non è noto come grammatico ai contemporanei. Viene scoperto solo dopo il Settecento. 1. Il latino privilegiato dalla Chiesa in epoca medievale: E' quello di Girolamo. E' quello di Cicerone. E' quello arcaico. E' quello di Agostino. 2. Le arti liberali di epoca medievale: Si dividono in nominalistiche e universalistiche. Non vengono prese in considerazione dagli studiosi. Si dividono in Trivio e Quadrivio. Derivano dalle classificazioni di Prisciano e Donato. 3. Intorno al XII secolo: Viene riscoperta l'opera di Prisciano. Nascono in Europa le prime Università. Boezio distingue le arti liberali in Trivio e Quadrivio. La filosofia Scolastica unisce teorie aristoteliche con dottrina cristiana. 4. Petrus Hispanus: Opera una prima importante distinzione tra Significatio e Suppositio. Si ispira ai testi di Varrone per le sue opere linguistiche. Suddivide le arti liberali in Trivio e Quadrivio. Conferma la compatibilità delle teorie aristoteliche con la dottrina cristiana. 5. I classici greci e latini in epoca rinascimentale: Furono letti seguendo la pronuncia europea. Furono letti nelle loro forme originali. Furono messi in secondo piano rispetto ad altri testi antichi. Furono letti nei commenti degli Scolastici. 6. Durante il Rinascimento fu una grande innovazione: La filosofia Scolastica. Lo studio del Cinese. Lo studio della grammatica antica e l'uso di dizionari del latino. Lo studio della fonologia e il recupero della pronuncia originale. 7. Petrus Ramus: Studiò la fonologia araba. Si occupò della pronuncia delle semivocali latine. Si occupò della forma grafica delle semivocali latine. Scrisse un dizonario di cinese antico restituendo la grafia originale. 8. Durante il Rinascimento fu constatata: La pronuncia velare di c e g in ogni posizione. La pronuncia palatale di c e g in posizione preconsonantica. La pronuncia velare di c e g solo in posizione prevocalica. La pronuncia affricata di c e g in ogni posizione. 9. Durante il Seicento: Ci si preoccupò molto di studi di sintassi arcaica. Ci si concentrò sulle questioni di ortografia e fonetica (ortoepia). Ci si occupò dello studio della lingua Sanscrita. Si lavorò principalmente sulla grammatica latina. 10. Gli empiristi: Fondavano la conoscenza sulla percazione dei sensi umani. Non trattarono l'argomento linguistico a differenza dei razionalisti. Si occuparono di riabilitare le idee platoniche. Fondavano la conoscenza sulla base delle scoperte scientifiche del secolo precedente. 1. La linguistica è: Lo studio del linguaggio umano. Lo studio scientifico del linguaggio. Lo studio scientifico del linguaggio umano. Lo studio scientifico dei linguaggi e delle lingue. 2. La linguistica è una disciplina: Interrelazionale. Normativa. Organizzativa. Descrittiva. 3. I vari linguaggi sono uguali tra loro: Nella funzione ma non nella struttura. Nella struttura e nella funzione. Nella struttura e non nella funzione. Nella funzione strutturale e nella struttura funzionale. 4. Il linguaggio umano è: Desueto. Discreto. Continuo. Discontinuo. 5. I fonemi: Hanno un significato proprio. Formano i significanti. Non hanno un significato proprio. Hanno significato solo nei foni del significante. 6. La ricorsività è: Presente nel linguaggio umano e animale. Quella capacità che permette al parlante di costruire frasi sempre nuove inserendo una frase in un'altra, in un'altra, e così via. La capacità di formare significati con un insieme di fonemi. Assente nel linguaggio umano. 7. Discretezza e ricorsività: Esistono anche in linguaggi non umani. Esistono solo nel linguaggio umano. Esistono solo nei linguaggi dei primati. Sono assenti nel linguaggio infomratico. 8. La frase: *Maria andarono a ballare è: Scorretta. Ricorsiva. Grammaticale. Agrammaticale. 9. Riconoscere una frase agrammaticale si definisce: Senso intuitivo dei primati. Senso intuitivo di grammaticalità. Senso intuitivo di agrammaticalità. Sesto senso del parlante. 10. Il linguaggio è: La capacità degli esseri umani di comunicare indipendentemente dalla norma. La forma specifica che un sistema di comunicazione assume nelle varie comunità. La capacità comune a tutti gli esseri umani di sviluppare un sistema di comunicazione dotato di caratteristiche proprie. La capacità animale di comunicare con l'essere umano. 1. La linguistica predilige lo studio della lingua: Parlata. Scritta. Scritta e parlata indifferentemente. Scritta poiché non esistono lingue solo parlate. 2. Il livello morfologico della lingua riguarda: I suoni. Le parole. La sintassi. L'ortografia. 3. Nel caso delle parole Varo e Vero, tra a ed e si verifica: Relatività. Contrasto. Langue. Opposizione. 4. La distinzione tra tutte le possibili realizzazioni di suono di [a] è: Linguistica. Non linguistica. Linguistica solo in fonologia. Linguistica a livello morfologico. 5. Saussure divide il senso di astrattezza e concretezza della lingua in: Competenza e codice. Codice e messaggio. Sintassi e morfologia. Langue e parole. 6. Chomsky divide il senso di astrattezzza e concretezza dela lingua in: Competenza e codice. Competenza ed esecuzione. Messaggio e codice. Langue e parole. 7. Il codice per Jakobson è: Un fatto concreto. Un insieme di potenzialità astratto. Un insieme di possibili realizzazioni della langue. Un insieme di potenzialità concrete. 8. Jakobson divide la lingua atratta e concreta in: Competenza e codice. Codice e messaggio. Sintassi e morfologia. Langue e parole. 9. I concetti astratti della lingua sono: Langue, Codice, Messaggio. Langue, competenza, esecuzione. Langue, parole, codice. Langue, codice, competenza. 10. I concetti concreti della lingua sono: Langue, Codice, Messaggio. Codice, langue, competenza. Parole, messaggio, esecuzione. Parole, competenza, codice. 1. L'insieme delle conoscenze linguistiche di un parlante si chiama: Competenza. Conoscenza. Connessione. Grammatica. 2. Riconoscere cheil suono [ü] non fa parte dell'italiano rientra nella competenza: Morfologica. Sintattica. Lessicale. Fonologica. 4. Riconoscere le combinazioni di suono atte a formare parole, rientra nella competenza: Morfologica. Sintattica. Semantica. Fonologica. 5. Riconoscere quali siano le parole della propria lingua e quali no, rientra nella competenza: Morfologica. Sintattica. Semantica. Fonologica. 6. Capire frasi mai udite prima, rientra nella competenza: Morfologica. Sintattica. Semantica. Fonologica. 7. Saper comporre le forme passive e interrogative dei verbi, rientra nella competenza: Morfologica. Sintattica. Semantica. Fonologica. 8. Riconoscere sinonimia e antinomia nelle parole di una lingua, rientra nella competenza. Morfologica. Sintattica. Semantica. Fonologica. 9. Il cane abbaia / il cane della pistola. Queste frasi sono esempio di: Antinomia. Sinonimia. Ambiguità lessicale. Ambiguità sintattica. 10. I dati linguistici primari vengono di norma acquisiti: Dai parlanti L2. Dai bambini in età scolare. Dai bambini in età prescolare. Dagli adulti analfabeti. 3. Riconoscere la giusta posizione dell'accento in una parola della propria lingua, rientra nella competenza: Morfologica. Sintattica. Semantica. Fonologica. 1. La lingua è: l'unione di fonologia e sintassi. il frutto dell'elaborazione di tutte le possibilità. un codice su due livelli. un sistema binario di comunicazione. 2. I suoni di una lingua: sono autonomi. non variano mai. si influenzano a vicenda. sono sincronici. 3. Nelle parole: Lana e Luna, A ed U sono in rapporto: binario. sintagmatico. simbiotico. paradigmatico. 4. Lo studio del cambiamento delle lingue nel tempo è: sincronico. arcaico. temporale. diacronico. 5. Lo studio sincronico di una lingua è: lo studio dell'evoluzione della lingua nel tempo. lo studio di una lingua in un dato momento. lo studio delle lingue contemporanee. lo studio di una lingua presente. 6. La sostituzione di un elemento con un altro nel tempo è un fenomeno: diacronico. sincronico. paradigmatico. sintagmatico. 7. Il rapporto sintagmatico avviene: in assenza. in presenza. in simbiosi con quello paradigmatico. in assenza solo con i verbi coniugati all'indicativo. 8. L'unione di significante e significato dà: il simbolo. la catena parlata. il segno. il codice. 9. L'idea che abbiamo di un oggetto/animale eccetera è i suo: significato. simbolo. segno. significante. 10. Book, Libro, Livre, sono tutti: significati. simboli. segni. significanti. 1. Nelle sei componenti di Jakobson i referente è: la lingua. l'argomento. il contesto. il tono di voce. 2. La funzione referenziale indica: la lingua. l'argomento. il contesto. il tono di voce. 3. Nei versi danteschi: "E caddi come corpo morto cade " si esplica una fuzione linguistica: fàtica. poetica. referenziale. conativa. 4. Nel chiedere all'interlocutore: "Mi senti"? Realizziamo una funzione: fàtica. poetica. referenziale. conativa. 5. In Italia abbiamo venti italiani regionali, ma quanti sono se li dividiamo in macroaree: 5. 2. 6. 3. 6. La stratificazione di una lingua indica: i livelli. i componenti. i registri. il code switching. 7. Quale dialetto indica un'area regionale: dialetto regionale. italiano dialettale. dialetto di koiné. dialetto locale. 8. Il fatto che esistano lingue logiche è un: paradosso linguistico. fenomeno linguistico. pregiudizio linguistico. illogico linguistico. 9. Il fatto che la lingua si più eveoluta del dialetto è: un paradosso linguistico. una realtà oggettiva. un illogico linguistico. un pregiudizio linguistico. 10. Esistono lingue brutte e belle, quest'idea è: vera. una realtà oggettiva. un illogico linguistico. un pregiudizio linguistico. |