linguistica italiana 1
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Quale dei seguenti elementi non è costitutivo delle manifestazioni orali della lingua?. condivisione ed eventuale ellissi di dati extralinguistici già noti a emittente e destinatario. condivisione da parte dell'emittente e del destinatario della stessa situazione spazio-temporale. utilizzo di tratti sovrasegmentali (prosodici e intonativi) e paralinguistici (prossemici). condivisione del codice linguistico e delle stesse abitudini grafiche da parte dell'emittente e del destinatario. La Linguistica italiana. ha come oggetto l'italiano e i suoi dialetti. ha come oggetto tutte le manifestazioni linguistiche presenti su territorio italiano. ha come oggetto lo studio sincronico e diacronico della lingua italiana comune e delle sue articolazioni geografiche sociali e culturali. ha come oggetto l'italiano comune in prospettiva sincronica. A quale parte della lingua pertengono le differenze maggiori fra orale e scritto?. Fonologia. Lessico. Morfologia. Sintassi. Il codice prossemico è. relativo alla postura del corpo e alla distanza fra gli interlocutori. un codice di segni fatto con mani e corpo. un codice fatto con i gesti. un codice fatto con i muscoli del viso. Il repertorio linguistico italiano è costituito. dall'italiano e dai dialetti parlati sul territorio nazionale. dall'italiano standard. dalle varietà standard e substandard dell'italiano. dalle varietà diastratiche, diafasiche, diamesiche, diatopiche della lingua nazionale dei dialetti italiani e delle lingue di minoranza parlate sul territorio nazionale. Una varietà di lingua è individuata. dalla presenza di specifici tratti linguistici. dalla presenza di specifici tratti linguistici correlabili con fattori extralinguistici. dalla presenza di specifici tratti linguistici correlabili con l'area geografica e la classe sociale del parlante. dalla presenza di una grande variabilità di tratti linguistici al suo interno. Il repertorio linguistico è. la somma delle varietà di una lingua e delle diverse lingue impiegate all'interno di una comunità linguistica. la somma delle diverse lingue impiegate all'interno di una comunità linguistica. l'insieme delle persone che condividono l'accesso a un insieme di varietà di lingua. la somma delle varietà di una lingua impiegate all'interno di una comunità linguistica. Una varietà di lingua. è un insieme di tratti linguistici di un sistema linguistico all'interno del repertorio linguistico di una comunità. è un insieme di tratti linguistici di un sistema linguistico usato in particolari contesti comunicativi. è un insieme di tratti linguistici che concorre con un insieme di tratti sociali e situazionali. è un insieme di tratti sociali o situazionali di un sistema linguistico che cooccorre con un insieme di tratti linguistici. Per minoranze linguistiche si intendono. gruppi della popolazione che parlano una lingua non evoluta. gruppi minoritari della popolazione che parlano dialetto rispetto alla lingua standard. gruppi della popolazione che parlano una lingua minoritaria. gruppi della popolazione che parlano una lingua materna diversa da quella di una maggioranza. La legge n° 482 del 15 dicembre 1999, riconosce come lingue di minoranze. albanese, greco, sloveno, croato, tedesco, francese. i dialetti italiani. albanese, greco, sloveno, croato, tedesco, sardo, francoprovenzale, friulano, ladino, catalano, francese. sardo, francoprovenzale, friulano, ladino, catalano, francese. Che l'italiano sia la lingua ufficiale d'Italia. è detto nello Statuto autonomo della Provincia di Bolzano e nella legge 1999/482. è detto sia nella Costituzione sia nella legge 1999/482. è detto espressamente dalla Costituzione. è detto nello Statuto autonomo della Provincia di Bolzano. Cosa si intende con continuum?. lo sfumare fra l'una e l'altra delle varietà di una lingua. la continuità fra una fase e l'altra dell'evoluzione di una lingua. lo sfumare fra un dialetto e l'altro parlati sul territorio nazionale. la solidarietà delle parti costitutive di una lingua (fonologia, morfologia, sintassi, lessico). Alessandro Manzoni, nella versione definitiva dei Promessi sposi adottò. la lingua scritta dalla classe colta della città di Milano. il fiorentino del Trecento, sul modello del Bembo. il fiorentino vivo del secolo XVI, sul modello del Machiavelli. la lingua coeva parlata dalla classe colta della città di Firenze. L'anafonesi è un fenomeno fonetico. che interessa le vocali toniche latine / Ĭ Ĕ Ŏ Ŭ/ solo in alcuni contesti. che interessa le vocali toniche latine / Ĭ Ē Ō Ŭ/ in ogni contesto. che interessa le vocali toniche latine / Ĭ Ē Ō Ŭ/ solo in alcuni contesti. che interessa le vocali toniche latine / Ĭ Ĕ Ŏ Ŭ/ in ogni contesto. L'uso scritto dei dialetti. è rimasto vivo soprattutto a Roma fino alla seconda metà dell'Ottocento. era diffuso nel Medioevo, ma è regredito a partire dal Cinquecento. è venuto meno con la nascita di una letteratura dialettale riflessa. era diffuso nel Medioevo ed è continuato fino all'Unità d'Italia e anche oltre. La forte regressione della dialettofonia si ebbe. nel secondo dopoguerra (anni Cinquanta e Sessanta del Novecento). durante il regime fascista. subito dopo l'Unità d'Italia, nel 1945. subito dopo l'Unità d'Italia, nel 1861. Nella seconda metà del Novecento la pratica del dialetto. rimane forte nel nord-ovest e nel meridione. è regredita soprattutto nell'Italia nord-orientale. è regredita soprattutto nel nord-ovest. è regredita soprattutto nelle zone economicamente più arretrate. La tesi proposta da Pietro Bembo prevedeva l'adozione. della lingua in uso presso la corte papale. del fiorentino del Trecento. di una lingua modellata sul latino. del fiorentino del secolo XVI. Secondo Graziadio Isaia Ascoli l'italiano è la continuazione diretta del fiorentino antico, come dimostrano i seguenti tratti. 1. -ARIUM > -aio; 2) chiusura di e ed o in protonia; 3) apocope di -e e -o; 4) metafonesi. 1. -ARIUM > -aio; 2) chiusura di e ed o in protonia; 3) desinenza -iamo alla I pers. pl. del pres. ind.; 4) anafonesi. 1. -ARIUM > -aio; 2) chiusura di e ed o in protonia; 3) apocope di -e e -o; 4) anafonesi. 1. -ARIUM > -aio; 2) chiusura di e ed o in protonia; 3) metafonesi; 4) anafonesi. Quale fra le seguenti affermazioni è falsa?. La derivazione dell'italiano standard dal fiorentino trecentesco è provata dalla presenza in entrambi dell'esito -aio da -ARIUM. La derivazione dell'italiano standard dal fiorentino trecentesco è provata dalla presenza in entrambi dell'anafonesi. La derivazione dell'italiano standard dal fiorentino è provata dalla presenza in entrambi dell'innalzamento di /e/ protonica in /i/. La derivazione dell'italiano standard dal fiorentino è provata dalla presenza in entrambi della gorgia. La base dell'italiano moderno è. nel fiorentino del Cinquecento. nel fiorentino moderno. nel fiorentino del XIV secolo. nel fiorentino del XVI secolo. Le componenti della lingua in cui l'italiano regionale si mostra maggiormente debitore nei confronti del dialetto sono. la fonologia e la sintassi. la fonetica e la fonologia. la fonologia e il lessico. la fonetica e la sintassi. L'anafonesi. distingue il fiorentino dall'italiano e dai dialetti settentrionali e meridionali. distingue il fiorentino e l'italiano dai dialetti settentrionali e meridionali. distingue il fiorentino e i dialetti meridionali dai dialetti settentrionali. distingue il fiorentino e i dialetti settentrionali dai dialetti meridionali. Che cos'è l'italiano regionale secondo Giovan Battista Pellegrini?. L'italiano regionale è la varietà alta del dialetto. L'italiano regionale è il dialetto di una regione. L'italiano regionale è il dialetto comune ad una regione che si distingue dal dialetto locale. L'italiano regionale è il risultato del processo di unificazione linguistica: molti dialettofoni, nell'usare la lingua italiana, vi hanno trasferito molti tratti del dialetto natio. Indicate quale di queste affermazioni è giusta. Nei dialetti meridionali le consonanti occlusive intervocaliche si indeboliscono. L'anafonesi caratterizza i dialetti settentrionali e meridionali ad esclusione della Toscana. Alcuni dialetti settentrionali sono caratterizzati da vocali anteriori arrotondate. In Toscana agisce il fenomeno metafonetico. I dialetti. sono costitutivamente inferiori alle lingue nazionali. sono subordinati alle lingue nazionali per ragioni storico-sociali o culturali. non possiedono quella precisa struttura grammaticale che predispone la lingua all'espressione scritta. sono subordinati ad un varietà linguistica qualitativamente superiore, l'italiano standard. Cosa intendeva il Rinascimento con il termine dialetto?. Varietà diatopiche inferiori e subordinate alla lingua considerata superiore per qualità intrinseche ed eventualmente prestigio letterario. Varietà diatopiche coesistenti e di pari dignità, tutte usate anche nella produzione letteraria. Varietà diastratiche della koiné. Varietà diatopiche che fattori storico-sociali e culturali hanno relegato ad un ambito d'uso inferiore della gerarchia sociolinguistica. All'interno di una comunità linguistica si nota in genere la presenza. di una varietà alta, di una varietà bassa e di una serie ben definita di varietà intermedie. di una varietà alta, stigmatizzata, e di una varietà bassa, non stigmatizzata. di una varietà alta, di una varietà bassa e di una varietà media ben definita. di una varietà alta dotata di maggior prestigio e di una varietà bassa meno prestigiosa. Cosa si intende, nella linguistica moderna, con il termine dialetto?. Varietà diatopiche coesistenti e di pari dignità, tutte usate anche nella produzione letteraria. Varietà diatopiche che fattori storico-sociali e culturali hanno relegato ad un ambito d'uso inferiore della gerarchia sociolinguistica. Varietà diatopiche inferiori e subordinate alla lingua considerata superiore per qualità intrinseche ed eventualmente prestigio letterario. Varietà diastratiche di una lingua comune. Che cos'è la diglossia. una situazione di doppia opzione linguistica che prevede una lingua alta e una lingua bassa fra le quali esiste una differenza d'uso di tipo funzionale a seconda dei contesti. una situazione di doppia opzione linguistica senza differenza funzionale. una situazione di doppia opzione linguistica (lingua/dialetto, lingua ufficiale/lingua minoritaria) a disposizione del parlante. una situazione di doppia opzione linguistica come in Italia l'alternanza di lingua standard e italiani regionali su base dialettale. Quando in una comunità sono compresenti due lingue non differenziate funzionalmente si parla di. diglossia. bilinguismo individuale. bilinguismo sociale. bilinguismo sociale e individuale. Per isole linguistiche alto-italiane (o gallo-italiche) si intendono. delle aree delle isole (Sicilia e Sardegna) in cui si parlavano varietà di tipo settentrionale. delle aree di alcune regioni meridionali (Sicilia, Basilicata, Campania) in cui si parlavano varietà di tipo settentrionale. delle aree della Sardegna e della Corsica in cui si parlavano varietà di tipo toscano. delle aree dell'Italia settentrionale in cui si parlavano varietà di tipo gallo-italico. In Italia è possibile individuare. quattro aree dialettali principali: dialetti italiani settentrionali, gallo-italici, toscani, centro-meridionali. quattro aree dialettali principali: dialetti italiani settentrionali, toscani, centro-meridionali, insulari. tre aree dialettali principali: dialetti italiani settentrionali, toscani, centro-meridionali. tre aree dialettali principali: dialetti italiani settentrionali, centro-meridionali, meridionali estremi. Lungo una linea immaginaria (isoglossa) che congiunge Massa a Senigallia. il toscano si incontra con i dialetti centro-meridionali. i dialetti settentrionali si incontrano con i dialetti centro-meridionali. i dialetti settentrionali si incontrano con il toscano e con i dialetti centro-meridionali. il toscano si incontra con i dialetti settentrionali. Quale di queste affermazioni è falsa?. In napoletano, tra gli effetti della metafonesi c'è il dittongamento di /ɛ/ e /ɔ/. La metafonesi del napoletano interessa le vocali medio-alte /e/ e /o/ e quelle medio-basse /ɛ/ e /ɔ/. La metafonesi veneta interessa solo le vocali medio-alte /e/ e /o/. La metafonesi veneta interessa solo le vocali medio-basse /ɛ/ e /ɔ/. Quale tra i seguenti caratteri non è condiviso da tutti i dialetti italiani settentrionali?. la perdita dell'opposizione della lunghezza consonantica. l'indebolimento delle consonanti occlusive. a presenza di una doppia serie di pronomi soggetto. la presenza di vocali anteriori arrotondate. Individuate fra i tratti indicati sotto quale caratterizza tutte le varietà dialettali settentrionali. perdita dell'opposizione fonologica di lunghezza consonantica. indebolimento delle vocali atone, specie in fine di parola. sonorizzazione delle consonanti occlusive /k/ /p/ /t/. presenza di vocali arrotondate. Individuate fra i tratti indicati sotto quale caratterizza tutte le varietà dialettali centro-meridionali. indebolimento delle vocali atone, specie in fine di parola. sonorizzazione delle consonanti occlusive sorde dopo /n/. perdita dell'opposizione fonologica di lunghezza consonantica. dittongamento metafonetico. Indicate quale di queste affermazioni è falsa. I dialetti meridionali sono contraddistinti dal raddoppiamento fonosintattico. I dialetti toscani non conoscono la metafonesi. Il romanesco, anticamente appartenente ai dialetti centro-meridionali, è oggi un dialetto di tipo toscano. I dialetti italiani si distinguono in settentrionali, toscani, centro meridionali. Indicate quale di queste affermazioni è errata. Alcuni dialetti settentrionali sono caratterizzati dalla presenza di vocali anteriori arrotondate. L'anafonesi caratterizza i dialetti settentrionali e meridionali ad esclusione della Toscana. La gran parte dei dialetti centro-meridionali conosce la sonorizzazione delle occlusive sorde dopo nasale. Nei dialetti settentrionali le consonanti occlusive intervocaliche si indeboliscono. |