macchine e sistemi energetici
|
|
Título del Test:
![]() macchine e sistemi energetici Descripción: prova 2 |



| Comentarios |
|---|
NO HAY REGISTROS |
|
Quali di questi non è un componente principale di un compressore volumetrico?. candela. testata. stantuffo. valvola di aspirazione. Confrontando i compressori con le pompe è possibile affermare che: a differenza delle pompe i compressori sono macchine volumetriche. sono entrambe macchine operatrici ma le pompe sono macchine dinamiche. a differenza dei compressori le pompe volumetriche sono di tipo rotativo. sono entrambe macchine operatrici ma i compressori elaborano fluidi comprimibili. Quali di questi non è un componente principale di un compressore volumetrico?. testata. stantuffo. nessuna di queste. valvola di mandata. I compressori volumetrici. trovano impiego per elevate portate e bassi rapporti di compressione. sono esclusivamente di tipo alternativo. trovano impiego in sostituzione delle pompe quando vengono richiesti elevati rapporti di compressione. trovano impiego per piccole portate alle quali vanno conferiti elevati rapporti di compressione. Il ciclo di lavoro ideale di un compressore volumetrico. è caratterizzato da una fase di espansione del gas contenuto nel volume morto fino alla pressione di aspirazione. è costituito da due fasi: compressione isentropica ed espansione isentropica. è caratterizzato da una fase di compressione fino al punto morto superiore. avviene ogni due giri di rotazione completa dell'albero. Il ciclo di lavoro ideale di un compressore volumetrico. è caratterizzato da una fase di espansione fino al punto morto inferiore. nessuna di queste. è costituito da una fase di mandata dal punto morto inferiore al punto morto superiore. è costituito da due fasi: compressione isentropica ed espansione isentropica. In quante corse dello stantuffo si realizza il ciclo di lavoro di un compressore volumetrico alternativo?. 2. 4. nessuna. 1. In un compressore quale di queste non sono causa di perdite di lavoro?. perdite in camera di combustione. perdite per fughe di gas. perdite di carico. scambi termici con le pareti. Il rendimento interno di un compressore. il rapporto tra la potenza trasferita nel ciclo e quella richiesta all'albero. il rapporto tra la potenza interna ideale e quella richiesta all'albero. il rapporto tra la potenza trafserita nel ciclo e quella reale. il rapporto tras la potenza interna ideale e quella reale. La regolazione per variazione della corsa di aspirazione di un compressore. viene effettuata variando il volume residuo quando lo stantuiffo giunge al PMS. viene effettuata installando una valvola di ricircolo tra la mandata e l'aspirazione. viene effettua ponendo una valvola di regolazione nel condotto di aspirazione. viene effettuata atraverso l'anticipo o il posticipo della chiusura della valvola di aspirazione. La regolazione per variazione del volume morto in un compressore. non è possibile. comporta una riduzione della corsa utile di aspirazione. viene effetuata variando il volume residuo quando lo stantuffo giunge al PMI. nessuna di queste. La regolazione per laminazione di un compressore. determina una riduzione del rapporto di compressione. riduce l'effetto negativo legato al volume morto. viene effettuata ponendo la valvola di laminazione nel condotto di mandata. viene effettuata ponendo la valvola di laminazione nel condotto di aspirazione. La regolazione a tutto o niente di un compressore. prevede il funzionamento del compressore fino a raggiungere una pressione massima prefissata nello stoccaggio. richiede la presenza di un accumulo a monte del compressore. prevede l'avvio del compressore per ogni rifornimento dell'utenza. è semplice da realizzare senza ulteriori costi e particolare usura degli organi. La regolazione continua del numero di giri di un compressore volumetrico. determina una variazione del lavoro specifico e del coefficiente di carica. non può essere effetuata. determina una variazione del ciclo di lavoro. determina una variazione della potenza del compressore con lavoro specifico e coefficiente di carica costanti. Quale di queste regolazioni non viene usata per regolare la portata di un compressore volumetrico?. regolazione per variazione della corsa di aspirazione. regolazione a tutto o niente. regolazione per variazione del volume morto. regolazione per quantità. Quale di queste regolazioni non viene usata per regolare la portata di un compressore volumetrico?. nessuna di queste. regolazione per variazione della corsa di aspirazione. regolazione per variazione del volume morto. regolazione a tutto o niente. La regolazione per variazione del volume morto in un compressore. viene effettuata variando il volume residuo quando lo stantuffo giunge al PMS. viene effettuata variando il volume residuo quando lo stantuffo giunge al PMI. non determina una variazione della corsa utile di aspirazione. nessuna di queste. La regolazione per variazione della corsa di aspirazione di un compressore. può essere effettuata mediante un posticipo della chiusura quando lo stantuffo sta scendendo verso il punto morto inferiore. nessuna di queste. viene effettuata inserendo una valvola di laminazione nel condotto di aspirazione. viene effettuata installando una valvola di ricircolo tra la mandata e l'aspirazione. Da un punto di vista strutturale un compressore centrifugo. prevede la presenza di una voluta a monte del diffusore. prevede la presenza di un diffusore necessariamente palettato. è costituito da una girante solidale al mozzo che porta a sbalzo le palette. non può essere pluiristadio. I compressori centrifughi. vengono solitamente impiegati per portate modeste e < di 50 m3/s. sono in genere macchine monostadio impiegate per portate molto elevate. vengono solitamente impiegati quando sono richiesti rapporti di compressione maggiori di 10. sono in genere macchine pluristadio che consentono di raggiungere elevati rapporti di compressione. In un compressore centrifugo il pompaggio. è il fenomeno di distacco della vena fluida dalla palettatura. si verifica quando la macchina è inserita in un impianto di piccolo volume. è indipendente dai fenomeni di stallo della macchina. è un fenomeno di oscillazione forzata di tutto il fluido che induce vibrazioni alla macchina e all'impianto. In un compressore centrifugo lo stallo. da elevati gradienti di pressione nella direzione del moto. è un fenomeno di oscillazione forzata di tutto il fluido compreso nella macchina e nelle tubazioni di aspirazione e mandata. può avvenire nelle fasi di regolazione della macchina. viene indotto da angoli di incidenza troppo piccoli. Quale di queste affermazioni è errata?. I turbocompressori sono macchine operatrici termiche. I compressori centrifughi consentono di elaborare portate superiori rispetto ai compressori assiali. I compressori assiali presentano un rapporto di compressione per stadio inferiore rispetto a quello dei compressori centrifughi. I compressori centrifughi monostadio presentano rapporti di compressione massimi di circa 4. I compressori centrifughi. sono in genere macchine pluristadio che consentono di raggiungere elevati rapporti di compressione. sono in genere macchine pluristadio impiegate per portate elevate. vengono solitamente impiegati quando sono richiesti rapporti di compressione maggiori di 15. prevedono la presenza di una voluta a valle del diffusore. I compressori assiali. vengono solitamente impiegati per portate modeste di fluido < di 50 m3/s. sono in genere macchine pluristadio che consentono di raggiungere elevati rapporti di compressione per stadio. sono in genere macchine monostadio impiegate per portate molto elevate. sono solitamente macchine pluristadio caratterizzate da portate volumetriche elevate anche superiori a 1 m3/s. I compressori assiali sono costituiti. da una voluta finale. da una corona di pale rotoriche che forniscono energia di pressione al fluido. da una successione di pale rotoriche e pale statoriche quest'ultime capaci di trasformare l'energia cinetica in energia di pressione. da una corona di pale statoriche che trasformano l'energia di pressione in energia cinetica. Il rendimento politropico di compressione. nessuna di queste. dipende solamente dal coefficiente di pressione. risulta fuinzione del solo numero di giri specifico. dipende anche dal coefficiente di pressione. La turbina De laval. presenta un profilo palare simmetrico. presenta velocità di rotazione di circa 3000 giri/min adequate alla frequenza di rete. è particolarmente adatta all'impiego nelle turbine a gas. presenta potenze tipiche di decine di MW. Una turbina è detta ad azione. se è costituita da uno o più stadi statorici e rotorici in successione. se presenta un unico stadio. nessuna di queste. se l'espansione del fluido avviene sia nel distributore che nella girante. La turbina De laval. è una turbina ad azione a salti di pressione. è una turbina nella quale l'espansione avviene unicamente nel distributore. è una turbina nella quale l'espansione avviene anche nella girante. è una turbina ad azione a salti di velocità. La turbina Curtis. è una turbina a reazione semplice. è una turbina ad azione a salti di pressione. è una turbina monostadio. è una turbina ad azione a salti di velocità. La turbina Rateau. è una turbina ad azione a salti di velocità. è una turbina a reazione ad espansioni multiple. è una turbina ad azione a salti di pressione. nessuna di queste. Il raddrizzatore in una turbina Curtis. ha la funzione di direziona la corrente in uscita dalla girante lungo la direzione corretta per l'ingresso nella girante successiva elaborando una quota parte di energia cinetica. ha la funzione di direziona la corrente in uscita dalla girante lungo la direzione corretta per l'ingresso nella girante successiva elaborando una quota parte di energia di pressione. non è presente. ha solamente lo scopo di direzionare la corrente in uscita dalla girante lungo la direzione corretta per l'ingresso nella girante successiva. Rispetto alle turbine De Laval, le turbine Curtis. operano in condizioni di massimo rendimento con un rapporto u/c1 maggiore. sono capaci di salti entalpici maggiori seppur con rendimenti inferiori. consentono salti entalpici e rendimenti superiori. sono capaci di un rendimento superiore ma salti entalpici minori. Una turbina Curtis. è costituita una successione di distributori e stadi rotorici. nessuna di queste. è una turbina ad azione a salti di pressione. è costituita da due o più giranti ad azione intervallate da uno o più raddrizzatori. Nelle turbine Rateau. si assiste ad una diminuzione della pressione passando da uno stadio al successivo. l'energia di pressione viene eleborata unicamente dal primo distributore. il distributore ha lo scopo di trasformare l'energia cinetica in energia di pressione. il raddrizzatore ha la funzione di direziona la corrente in uscita dalla girante lungo la direzione corretta per l'ingresso nella girante successiva elaborando una quota parte di energia di pressione. La turbina Rateau. viene regolata per parzializzazione. è costituita da due o più giranti ad azione intervallate da uno o più raddrizzatori. presenta dei diaframmi di separazione tra una girante e l'altra per garantire la tenuta. nessuna di queste. Le turbine Parsons. presenta differenze di pressione tra monte e valle di ogni singolo stadio. sono turbine ad azione a salti di pressione. presentano un numero di stadi limitato. presentano un grado di reazione solitamente unitario. Le turbine Parsons. presentano un tambuto alla cui periferia sono fissate le pale statoriche. nessuna di queste. sono spesso precedeute da uno o più stadi ad azione. presentano uno sviluppo assiale limitato. Rispetto ad una turbina De Laval, lo stadio di una turbina Parsons. una combinazione di queste. è capace di salti entalpici maggiori seppur con rendimenti inferiori. è capace di rendimenti superiori. opera in condizioni di massimo rendimento con un rapporto u/c1 inferiore. Quali di queste non sono causa di perdita di potenza nelle turbine a gas e a vapore?. perdita per energia cinetica allo scarico. perdita al camino. perdita per effetto ventilante. perdita per energia cinetica al distributore. Quali di queste non sono causa di perdite di potenza nelle turbine a gas e a vapore?. fughe di fluido. attrito fluidodinamico nelle superfici dei dischi rotorici. attrito fluidodinamico nei condotti. attrito fluidodinamico nelle valvole. L'eccesso d'aria in un processo di combustione. varia tra il 5-15% per combustibili gassosi. varia tra il 10-30% per i combustibili gassosi. varia tra il 10-30% per combustibili solidi. nessuna di queste. L'eccesso di aria fornito in un processo di combustione. non dipende dal tipo di combustibile impiegato. consente di ridurre le perdite al camino. è indispensabile per ovviare alle inevitabili dissimmetrie nella distribuzione dell'aria al bruciatore ed evitare incombusti. è pari al 23%. L'eccesso di aria fornito in un processo di combustione. consente di ridurre le perdite al camino. varia tra il 40-80% per combustibili solidi. è pari al 23%. non dipende dal tipo di combustibile impiegato. Il potere calorifico di un combustibile. è la quantità di calore necessaria per innalzare, o diminuire, la temperatura di un'unità di massa di combustibile di 1 K. è uguale al minimo potere calorifico, superiore o inferiore, dei suoi componenti. è la quantità di calore che deve essere sottratta ai prodotti di combustione per riportarli alla temperatura dei reagenti prima della combustione. nessuna di queste. Le caldaie attualmente utilizzate negli impianti di produzione elettrica. sono costituite da una grande camera di combustione attorno alla quale circola l'acqua. utilizzano l'irraggiamento diretto del calore dal focolare ai tubi d'acqua consentenedo elevate produzioni specifiche di vapore. sono anche dette a tubi di fumo. scambiano calore quasi esclusivamente per convezione. La rugiada acida. si verifica con i combustibili contenenti acido cloridrico. costituisce un limite per la temperatura minima alla quale possono essere raffreddati i fumi. nessuna di queste. si forma a seguito del raffreddamento del vapore evolvente nel ciclo a vapore. In un generatore di vapore il surriscaldatore. è costituito da fasci di tubi collegati all'estremità da appositi collettori. secondario è in genere collocato nella prima parte del condotto verticale dei gas. primario è in genere collocato in corrispondenza della parte alta della caldaia al di sopra del naso di caldaia. è installato in corrispondenza della camera di combustione in quanto è la zona dove si ha la maggiore temperatura dei gas. In un generatore di vapore il vaporizzatore. è installato in camera di combustione in quanto è la zona dove si ha la maggiore temperatura dei gas. è disposto nella parte terminale inferiore del condotto dei fumi. è realizzato solitamente mediante tubi tangenti. presenta temperature di parete critiche dato il basso coefficiente di scambio termico convettivo lato interno. In un generatore di vapore l'economizzatore. ha la funzione di preriscaldare l'aria in ingresso in camera di combustione. è disposto nella parte terminale inferiore del condotto dei fumi. è il primo componente della caldaia attraversato dal vapore. è installato in camera di combustione. In un generatore di vapore il risurriscaldatore. superiore è l'altezza del camino peggiore è il tiraggio. è in genere collocato dopo il surriscaldatore primario. è in genere collocato nel condotto orizzontale dei gas dopo il surriscaldatore finale. è installato in corrispondenza della camera di combustione in quanto è la zona dove si ha la maggiore temperatura dei gas. Quale di queste affermazioni è corretta?. In una caldaia a tubi d'acqua circa il 50% del calore totale sviluppato nella combustione viene trasferito nel vaporizzatore. In base al modo di installazione le caldaie vengono distinte in caldaie a tubi di funo e caldaie a tubi d'acqua. In una caldaia a tubi d'acqua il surriscaldatore primario è solitamente collocato al di sopra del naso di caldaia. In base al sistema di alimentazione dell'aria comburente e di scarico dei fumi le caldaie si distinguono in caldaie subcritiche e caldaie ipercritiche. Osservando l'andamento del rendimento di un generatore di vapore in funzione del carico si osserva che. agli alti carichi l'aumento del calore disperso è imputabile all'aumento della temperatura al camino. agli alti carichi la diminuzione del calore disperso è fortemente incidente. la diminuzione del rendimento ai bassi carichi è principalmente imputabile all'aumento della temperatura al camino. il massimo del rendimento si ottiene al 100% del carico nominale. Il ciclo Rankine a vapore saturo. nessuna di queste. prevede una somministrazione del calore a pressione costante a partire dalle condizioni di liquido saturo fino a quelle di vapore surriscaldato. è il ciclo che trova più ampio riscontro pratico negli attuali gruppi a vapore. prevede una somministrazione del calore a pressione costante a partire dalle condizioni di liquido saturo fino a quelle di vapore saturo secco. In un ciclo Hirn, la temperatura di fine surriscaldamento. svincola il valore della massima temperatura di ciclo dal valore della temperatura critica del fluido. raggiunge valori di 600°C e oltre. dipende esclusivamente dalle caratteristiche fisico-meccaniche dei materiali per la costruzione dei diversi componenti. non può essere superiore alla temperatura critica del fluido. Con riferimento al ciclo Rankine. si fa riferimento solamente ad impianti che utilizzano acqua come fluido di lavoro. la trasformazione di espansione interessa una zona del vapore saturo umido a titolo non inferiore al 70%. non è possibile andare oltre un certo valore del titolo di vapore con la trasformazione di espansione. la trasformazione di espansione ha luogo nel campo del vapore surriscaldato con un titolo finale di espansione inferiore a 1. Rispetto al ciclo Rankine, il ciclo Hirn. aumenta il valore del rendimento termico di conversione in quanto diminuisce la temperatura media termodinamica. la trasformazione isobara si compone di riscaldamento del liquido, vaporizzazione completa e surriscaldamento. permette di raggiungere stati di fine espansione a titolo inferiore. prevede la presenza di un ulteriore scambiatore di calore chiamato risurriscaldatore. Quali di queste irreversibilità non sono presenti negli impianti a vapore?. perdite di rendimento non ideale del compressore. perdite di carico nei componenti dell'impianto. perdite termiche attraverso le pareti. perdite allo scarico della turbina. Quali di queste perdite possono essere trascurate negli impianti a vapore?. perdite allo scarico della turbina. perdite di carico. perdite per rendimento non ideale delle turbine. perdite termiche attraverso le pareti. Il condensatore si dice a freddo quando. utilizza acqua proveniente da grandi bacini. è collegato allo scarico della turbina dalla quale riceve vapore con lo scopo di asportare calore alla più bassa temperatura possibile. utilizza acqua che viene raffreddata tramite torri evaporative. il fluido di raffreddamento viene miscelato con il fluido evolvente nel ciclo a vapore. Il condensatore di un impianto a vapore. opera ad una pressione prossima a quella ambiente. opera ad una pressione dipendente dal corpo turbina. può essere unicamente di tipo a freddo. tenderebbe ad operare ad una pressione progressivamente crescente in assenza di sistemi di estrazione degli incondensabili. Il raffreddamento dell'acqua tramite torre di raffreddamento. comporta minori costi di investimento rispetto alla refrigerazione a ciclo aperto. presenta un rendimento termico maggiore rispetto alla refrigerazione in ciclo aperto. si rende necessario quando non si dispone di un quantitativo sufficiente di acqua per la condensazione. è di tipo a caldo. Quale di queste esigenze non è possibile soddisfare tramite un condensatore?. costituire una riserva di acqua utile a fronteggiare brusche variazioni di portata nel ciclo termico. accrescere l'area del ciclo funzionale consentendo l'espansione del vapore fino a una pressione molto inferiore a quella atmosferica. nessuna di queste. recuperare, sotto forma di acqua di condensazione, il vapore impiegato in turbina. Il condesatore è di tipo a caldo. quando non utilizza acqua come fluido di raffreddamento. quando lo scopo è quello di ridurre la pressione allo scarico di una turbina. quando si intende recuperare potenza termica. nessuna di queste. In un ciclo a vapore il risurriscaldamento. consente di produrre un maggior lavoro di turbina a discapito del rendimento di ciclo. consente di produrre un maggior lavoro di turbina con una riduzione del titolo di vapore allo scarico rispetto ad un ciclo surriscaldato. nessuna di queste. consente di produrre un maggior lavoro specifico di turbina e quindi di ridurre il vapore evolvente nell'impianto. In un impianto a vapore lo spillamento. permette di incrementare la temperatura di surriscaldamento. ha l'obiettivo di incrementare il lavoro utile dell'impianto. consente di ridurre la pressione di condensazione. riduce la penalizzazione connessa con la fase di riscaldamento del liquido. Il un generico impianto a vapore, il rendimento organico. nessuna di queste. è il rapporto tra la potenza meccanica lorda e la potenza termica fornita al fluido di lavoro. è il rapporto tra la potenza meccanica lorda e la potenza utile prodotta dalla turbina. è il rapporto tra la potenza meccanica netta e la potenza termica in ingresso al generatore di vapore. Il un generico impianto a vapore, il rendimento globale. è il rapporto tra la potenza meccanica lorda e la potenza utile prodotta dalla turbina. è il rapporto tra la potenza elettrica prodotta e la potenza termica in ingresso al generatore di vapore. è il rapporto tra la potenza meccanica neta e la potenza utile prodotta dalla turbina. è il rapporto tra la potenza meccanica netta e la potenza termica in ingresso al generatore di vapore. Quale di queste non è una caratteristica dei gruppi turbogas?. basso valore peso/potenza. basse temperature di esercizio. ingombri di installazione ridotti. rapidi tempi di messa in servizio. Quale di queste non è una caratteristica dei gruppi turbogas?. elevate efficienze elettriche. basso valore peso/potenza. libertà di installazione. rapidi tempi di messa in servizio. Nel caso di ciclo Brayton ideale chiuso. le trasformazioni di scambio di calore con l'esterno sono adiabatiche. le trasformazioni di scambio di calore con l'esterno sono isocore. le trasformazioni di compressione ed espansione sono adiabatiche e reversibili. le trasformazioni di compressione ed espansione sono adiabatiche. Nel caso di ciclo di Brayton reale aperto. la perdita principale è legata all'assorbimento di potenza da parte dei principali organi ausiliari. le perdite per incompleta combustione sono sensibili. le trasformazioni di compressione ed esapansione sono considerate adiabatiche ma non reversibili. si hanno perdite esterne per incompleta ossidazione del combustibile. Nel caso di ciclo Brayton ideale chiuso. il rendimento non dipende dal calore specifico del gas. il rendimento dipende dalla temperatura massima di ciclo. il rendimento dipende unicamente dall'innalzamento di temperatura isentropico fornito dal compressore. all'aumentare della temperatura di fine compressione diminuisce la temperatura media di introduzione del calore. Il un generico impianto turbogas, il rendimento organico. nessuna di queste. è il rapporto tra la potenza meccanica lorda prodotta dalla turbina e la potenza termica fornita al fluido di lavoro. è il rapporto tra la potenza meccanica netta e la potenza termica in ingresso in camera di combustione. è il rapporto tra la potenza meccanica lorda prodotta dalla turbina e la potenza utile prodotta dalla turbina. La rigenerazione di un impianto turbogas. determina un aumento del rendimento del ciclo lasciando inalterati il lavoro di turbina e compressore. consiste nell'inserimento tra combustore e turbina di uno scambiatore di calore che sia capace di prelevare calore dai gas di scarico della turbina. consiste nel ridurre la temperatura di fine compressione. determina un aumento del rendimento del ciclo grazie ad un aumento del lavoro di turbina. Nel caso di compressione interrefrigerata. si riduce il volume specifico del gas complessivamente evolvente nel compressore. lo scambiatore di calore è posto a valle del processo di compressione totale. aumenta il lavoro netto dell'impianto sebbene si raggiungano rapporti di compressione complessivi inferiori. l'effetto benefico è minore quanto prima si effettua l'interreferigerazione. Nel caso di post-combustione/ricombustione di un impianto turbogas. il rendimento del ciclo aumenta. il lavoro del compressore diminuisce. l'aria aspirata rispetto al combustibile iniettato presenta un eccesso globale molto superiore. peggiorano gli aspetti connessi con il raffreddamento del palettamento in turbina a parità delle altre condizioni operative. Quale di questi vantaggi non sono conseguibili con un ciclo turbogas con ricombustione?. temperatura massima mantenuta a valori non eccessivi. temperature di scarico in turbina inferiori. migliore utilizzo dell'aria aspirata legandola al combustibile con un eccesso globale minore. maggiore lavoro sviluppato dall'impianto. Nella variante più diffusa i cicli combinati. sono costituiti da un ciclo topping a vapore che opera a temperature elevate e da un ciclo bottoming a gas. prevedono il miscelamento dei due fluidi di lavoro. presentano costi operativi elevati. sono costituiti da un ciclo topping a gas che opera a temperature elevate e da un ciclo bottoming a vapore. Quale di queste affermazioni è corretta?. In un generatore di vapore a recupero è possibile surriscaldare il vapore a beneficio del rendimento del ciclo. Il generatore di vapore a recupero consente di recuperare tutto il calore dei fumi scaricati dalla turbina a gas. Il generatore di vapore a recupero presenta una disposizione deggli scambiatori in equicorrente. In un generatore di vapore a recupero il delta T di pinch-point è la differenza tra la temperatura di evaporazione e quella dell'acqua all'uscita dell'economizzatore. In un generatore di vapore a recupero. viene recuperato il calore scaricato dal condensatore di un impianto topping turbogas. il delta T di sottoraffreddamento corrisponde alla differenza di temperatura tra i fumi in ingresso in caldaia e il vapore surriscaldato. lo scambio termico tra gas e vapore è caratterizzato da due differenze di temperature significative. nessuna di queste. In una caldaia a recupero il delta T di pinch-point è. il minimo delta T nell'evaporazione cioè tra il gas uscente dai banchi evaporatori e la temperatura di evaporazione. il massimo delta T nell'evaporazione. la differenza tra la temperatura di evaporazione e quella dell'acqua all'uscita dell'economizzatore. la differenza tra la temperatura dei fumi in ingresso in caldaia e quella di surriscaldamento del vapore. Lo scambio termico tra il gas e il vapore è caratterizzato. da due differenze di temperature significative. da differenze di temperature trascurabili. da tre differenze di temperature significative. da una disposizione in equicorrente degli scambiatori. Osservando il diagramma T-Q di scambio termico di una caldaia a recupero. è possibile surriscaldare il vapore a beneficio del rendimento del ciclo. è possibile surriscaldare il vapore a discapito del rendimento del ciclo. lo scambio di calore tra i due fluidi avviene in equicorrente. è preferibile evitare il preriscaldamento del liquido. Il generatore di vapore a recupero. consente di recuperare tuto il calore dei fumi scaricati dalla turbina a gas. consente il recupero del calore scaricato al condensatore. è sede del trasferimento di calore tra i gas uscenti dalla turbina a gas e il fluido che percorre il ciclo Hirn. non prevede la presenza di banchi di tubi surriscaldatori. Il delta T di sottoraffreddamento. è necessario per evitare il rischio di inizio di evaporazione nell'economizzatore. determina una sensibile diminuzione del rendimento di ciclo. è inferiore ai 5°C. è la differenza tra la temperatura dei fumi in ingresso in caldaia e quella di surriscaldamento del vapore. Quale di queste affermazioni è errata?. Il ciclo di funzionamento reale di un motore a combustione interna operante secondo ciclo Otto considera la macchina reale. Il ciclo Diesel non può essere realizzato in motori 2T. Il ciclo di funzionamento reale di un motore a combustione interna operante secondo ciclo Otto considera gli effetti legati alla combustione incompleta. I motori a combustione interna presentano un rapporto peso/potenza in funzione del tipo di accensione del motore. I motori a combustione interna: nessuna di queste. si classificano in motori aspirati o sovralimentati in base al tipo di accensione. sono macchine volumetriche operanti a circuito chiuso. si distinguono in 2T e 4T in base al tipo di alimentazione. L'albero motore. porta una camma per ogni valvola. è realizzato in acciaio. assicura il movimento delle valvole. è realizzato in alluminio. Quali di questi non è un componente di un motore a combustione interna?. Il cambio. l'albero a camme. le valvole. Il monoblocco. Quale di queste affermazioni è corretta?. I motori ad accensione comandata trovano impiego nei settori dove l'elavata potenza specifica e leggerezza sono considerate fondamentali. Nei motori 2T il ciclo di funzionamento avviene con due giri di manovella. I motori aspirati l'alimentazione dell'aria avviene ad una pressione superiore a quella atmosferica. I motori Diesel trovano applicazioni in quei settori nei quali il costo di esercizio non è importante. Quale di queste affermazioni è errata?. In base al tipo di accensione si distinguono motori ad accensione comandata e motori ad accensione spontanea. I motori ad accensione comandata trovano impiego nei settori dove l'elavata potenza specifica e leggerezza sono considerate fondamentali. I motori 2T trovano applicazione nella gamma di basse potenze come ciclo Diesel. In base al periodo di ciclo si distinguono motori quattro tempi e motori due tempi. I motori a combustione interna. sono macchine endotermiche dinamiche a circuito aperto. nessuna di queste. sono macchine endotermiche volumetriche a circuito chiuso. sono macchine idrauliche a circuito chiuso. Il monoblocco. può montare canne pressate che possono essere sostituite una volta usurate. è solitamente realizzata in alluminio visto il suo basso costo. è solitamente in acciaio inossidabile per resistere alla corrosione. è chiuso superiormente dalla coppa dell'olio che funge da serbatoio dell'olio di lubrificazione. In un motore a combustione interna operante secondo ciclo Otto reale. l'anticipo dell'apertura della valvola di aspirazione avviene circa 15° prima che il pistone abbia raggiunto il PMI. l'anticipo dell'apertura della valvola di aspirazione avviene circa 50° prima che il pistone abbia raggiunto il PMS. il ritardo della chiusura della valvola di aspirazione avviene a circa 15° dopo il PMI. l'anticipo all'accensione avviene tra i 10° e i 50° prima che il pistone abbia raggiunto il PMS. In un motore a combustione interna operante secondo ciclo Otto ideale. la fase di combustione avviene al termine della fase di aspirazione. le trasformazioni di compressione ed espansione non sono adiabatiche. la fase di scarico forzato ha inizio prima che il pistone raggiunga il PMI. la fase di compressione avviene durante la corsa del pistone dal PMI al PMS. Quale di queste affermazioni è errata?. Il ciclo di funzionamento reale di un motore a combustione interna operante secondo ciclo Otto considera gli effetti legati alla combustione incompleta. Il ciclo di funzionamento ideale di un motore a combustione interna operante secondo ciclo Otto considera la combustione isocora con un numero infinito di punti di innesco. Il ciclo di funzionamento reale di un motore a combustione interna operante secondo ciclo Otto considera la macchina reale. Il ciclo di funzionamento ideale di un motore a combustione interna operante secondo ciclo Otto considera l'effetto della propagazione del fronte di fiamma. l ciclo Otto. si compone di 4 fasi che occupano circa mezzo giro di manovella nei motori 4T. non può essere realizzato in motori 2T. si caratterizza per una combustione isobara. si compone delle fasi di aspirazione, combustione isocora, espansione, scarico e compressione in questa successione. Quale di queste affermazioni è errata?. In un motore 2T durante la fase di lavaggio la carica fresca che si immette nel cilindro contribuisce ad esplettere i gas combusti. In un motore 2T si hanno tre luci quella di scarico, quella di aspirazione e quella di ammissione. In un motore 2T l'assenza di valvole consente un processo di sostituzione della carica più efficiente rispetto a quello di un motore a 4T. In un motore 2T chiusa la luce di lavaggio la luce di scarico rimane aperta per un piccolo tratto contribuendo alla fuoriscita di gas e miscela fresca. Con riferimento ad un motore 2T. durante il primo tempo il pistone chiude le luci di lavaggio e la differenza di pressione richiama la carica fresca nel basamento. nessuna di queste. durante il primo tempo avvengono le trasformazioni di combustione ed espansione. la potenza teorica è la metà di quella di un motore 4T. |




