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Pedagogia della relazione d'aiuto La Rosa TFA

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Título del Test:
Pedagogia della relazione d'aiuto La Rosa TFA

Descripción:
esami TFA prof. La Rosa

Fecha de Creación: 2025/01/10

Categoría: Otros

Número Preguntas: 67

Valoración:(6)
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1. Cosa è l’ingiunzione paradossale?. Il doppio legame, o ingiunzione paradossale, può essere usato come leva di controllo o di cambiamento. È la costrizione a scegliere fra due alternative altrettanto sgradevoli, svantaggiose rischiose, costose. Il doppio legame, o ingiunzione paradossale, può essere usato come leva di supporto. È la costrizione a scegliere fra due alternative altrettanto gradevoli e vantaggiose. Il doppio legame, o ingiunzione paradossale, può essere usato come leva di controllo o di consolidamento. È il consiglio a scegliere fra più alternative altrettanto sgradevoli, svantaggiose rischiose, costose.

2. Quali sono le caratteristiche della relazione d’aiuto?. Asimmetria, carattere temporale d’aiuto, intervento dei processi, osservazione nel tempo, reciprocità e libera adesione. Rispetto della personalità, intervento educativo mirato, valorizzazione delle qualità, stravolgimento della sua personalità. Asimmetria, carattere temporale d’aiuto, osservazione nel tempo, dipendenza e problemi solving.

3. Quali sono le possibili trappole della relazione d’aiuto?. Ambiguità fra il desiderio di riuscita e tentativo di ostacolare gli obiettivi di cambiamento (allontanamento da sé). Tentativo di alimentare il legame di dipendenza, invece di lavorare gratuitamente per scioglierlo. Tentativo di sciogliere il legame di dipendenza, cercando di lavorare gradatamente per eliminarlo. Ambiguità fra il desiderio di riuscita e il tentativo di ostacolare gli obiettivi di cambiamento (allontanamento da sé) fornire strumenti e consapevolezza per procedere all’autoguarigione.

4. Cosa si intende per competenza d’aiuto?. Si intende quella capacità di dare vita a quella relazione umana in modo consapevole, controllato ed intenzionale. Si dà per scontato che chi da aiuto ha le competenze per poterlo fare (competenze cognitive). Si Intende quella capacità di dare vita a quella relazione umana in modo inconsapevole, incontrollato e non intenzionale. Si dà per scontato che chi dà aiuto non sempre ha le competenze per poterlo fare. (competenze cognitive). Si intende quella capacità di dare vita a quella relazione umana in modo amicale, empatico e non intenzionale. Si dà per scontato che chi dà aiuto ha le competenze innate.

5. Nel contesto della relazione educativa, quale delle affermazioni indicate risulta più appropriata?. L'allievo deve costruire il proprio sapere e io devo aiutarlo. L'allievo deve stare bene. Il docente deve finire il programma.

6. Secondo Chieregatti, "quella che si instaura tra l'insegnante e l'allievo può essere definita una relazione d'aiuto, in quanto" ... Ci troviamo di fronte a uno che offre aiuto e ad un altro che accetta. Ci troviamo sempre di fronte ad un allievo con disabilità. Ci troviamo sempre di fronte ad alunni problematici.

7. In ambito educativo didattico cosa significa superiore adattamento?. Posizione di asimmetria necessaria tra docente e discente che presuppone che chi da aiuto ha la competenza per farlo. Capacità di instaurare una relazione d’aiuto con consapevolezza e intenzionalità padroneggiando razionalmente le nostre abilità e la nostra personalità. Volontà non di superare la disabilità ma di migliorare le potenzialità residue dell’alunno in difficoltà.

8. La relazione d'aiuto presuppone che i soggetti coinvolti: Siano immersi in una relazione di reciprocità. Siano sempre in posizione simmetrica. Non siano mai immersi in una relazione di scambio.

9. Che tipo di relazione si instaura tra insegnante ed alunno?. Relazione asimmetrica. Relazione empatica. Relazione di complementarietà.

10. La definizione di relazione d'aiuto si deve, nel 1958, a: Carl Rogers. Andrea Canevaro. Sigmund Freud.

11. Che cos’è la reciprocità?. La scoperta o conferma del fatto che ciò che accade a uno dei protagonisti agirà sull’altro e viceversa. Il volersi bene a vicenda. La volontà di fare del bene senza ricevere nulla in cambio.

12. Su che cosa si basa la pedagogia?. Educazione, istruzione, formazione. Relazione d’aiuto, libera adesione, reciprocità. Educazione, cura, formazione.

13. Perché possa costruirsi una relazione d'aiuto è necessario che vi sia: La libera adesione dell'alunno. Capacità del docente di assistere l'alunno. La "vocazione" del docente.

14. In ambito educativo didattico cosa significa competenza cognitiva?. Capacità di instaurare una relazione d’aiuto con consapevolezza e intenzionalità padroneggiando razionalmente le nostre abilità e la nostra personalità. Far sì che il “sapere” trasmesso dall’insegnante rimanga a lungo nell’allievo. Posizione di asimmetria necessaria tra docente e discente che presuppone che chi dà aiuto ha la competenza per farlo.

15. Che cosa alimenta la dimensione dell'assistenza?. Uno sguardo che giustifica ogni intrusione, ogni protezione, ogni sostituzione d'iniziativa. La convinzione di lavorare per la fioritura del diverso. Una programmazione educativa all'insegna della speciale diversità.

16. Contesto della relazione d'aiuto, il docente: È chiamato a superare il pregiudizio di ineducabilità e ad accogliere le sfide dell'educabiltà. Deve strettamente attenersi alle condizioni di ineducabilità dell'alunno. Deve strettamente limitare l'azione educativa alla disabilità dell'alunno.

17. Cos'è la libera adesione?. Il desiderio e la necessità dell’incontro, in cui chi si propone come sostegno, sia chi lo cerca dimostra disponibilità. L’adesione a un progetto educativo individualizzato. La scoperta o conferma del fatto che ciò che accade ad uno dei protagonisti agirà sull’altro e viceversa.

18. La specificità che distingue la relazione d'aiuto dalle altre forme di relazione relativa: All'aspetto cognitivo che presuppone il possesso di specifiche competenze d'aiuto (intenzionalità e consapevolezza). All'aspetto emotivo. All'aspetto socio-relazionale.

19. La prima definizione di relazione d'aiuto pone in luce: L'intenzionalità orientata al cambiamento. L'importanza del setting. La centralità dell'educatore.

20. Cosa intende la Mortari quando parla di avere cura?. La condizione necessaria affinché si dischiudano le possibilità dell’essere. La volontà di instaurare un rapporto di aiuto e dipendenza non temporaneo. La predisposizione femminile nell’accudire l’altro senza pretendere alcun compenso.

21. Cosa distingue la relazione d’aiuto dalle altre relazioni umane?. L’aspetto cognitivo cioè la dimensione dell’intenzionalità consapevolezza. L’amore, l’affetto e la voglia di aiutarsi, la dipendenza reciproca. L’aspetto ludico-pratico cioè la dimensione dell’aiuto libero e gioioso.

22. Che cos'è l'esperienza formativa?. Sintesi tra sistemi etici e sistemi cognitivi. Sintesi tra sistemi poliedrici e sistemi cognitivi. Il perfezionamento nei corsi di formazione professionale.

23. La Formazione è data: Dal formare e del formarsi. Orientata ad educare. Orientata ad istruire.

24. Cos’è la cura?. Aspetto fondamentale che contraddistingue la relazione d’aiuto in ambito educativo e didattico. Un’occupazione femminile non retribuita. La formazione dell’allievo.

25. Cosa deve fornire il docente?. Aiuto non assistenza. Solo l’istruzione. Regole e disciplina.

26. Agire nella prospettiva dell'educabilità dell'allievo significa: Lavorare sulle potenzialità residue, promuovendo azioni e scelte educative compatibili con le capacità/possibilità dell'alunno. Lavorare in stretto riferimento alla disabilità dell'allievo. Lavorare sull'apprendimento.

27. Come sostiene Luigina Mortari, aver cura dell'esserci significa: Far fiorire il poter essere possibile proprio dell'esistenza. Accudire amorevolmente gli alunni in difficoltà. Essere sempre presente nella vita dell'alunno.

28. In ambito educativo - didattico cosa significa intenzionalità’?. Volontà non di superare la disabilità ma di migliorare le potenzialità residue dell’alunno in difficoltà. Far sì che il “sapere” trasmesso dall’insegnante rimanga a lungo nell’allievo. Posizione di asimmetria necessaria tra docente e discente che presuppone che chi dà aiuto ha la competenza per farlo.

29. Che cos’è la relazione d’aiuto?. La relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell’altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato e integrato. La scoperta o conferma del fatto che ciò che accade ad uno dei protagonisti agirà sull’altro e viceversa. L’approccio all’alunno attraverso forme di assistenzialismo.

30. La relazione d’aiuto in ambito educativo didattico: Si caratterizza per essere esperienza di cura educativa. Si costruisce interamente intorno all’esperienza di apprendimento. Può esprimersi solo come relazione di supporto emotivo dell’alunno.

31. Come sostiene Luigina Mortari, aver cura significa: Agire sui processi. Assistere l’alunno. Essere sempre presente nella vita dell’alunno.

32. Quella dell’insegnante specializzato per le attività di sostegno didattico è una professione: Che implica aiuto. Che si basa sull’aiuto. Che rifiuta l’aiuto.

33. La relazione d’aiuto in ambito educativo didattico: Presuppone che l’alunno sia sempre un soggetto attivo, con un proprio sguardo sul mondo. Si caratterizza per la natura permanente dell’aiuto. Prevede che l’alunno sia sempre pronto ad accettare l’aiuto.

34. La relazione di aiuto è: Una relazione in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell’altro un modo di agire più adeguato e integrato. Una relazione basata sulla simmetria tra docente e discente. Una relazione orientata ad offrire assistenza all’alunno in difficoltà.

35. Quale tra queste affermazioni è vera?. La relazione di aiuto ha luogo dall’incontro tra due individui, uno in condizioni di sofferenza, conflitto, disabilità, l’altro in una posizione di “superiore” adattamento, competenze e abilità. La relazione d’aiuto ha luogo tra due individui in condizione di perfetta simmetria. La relazione di aiuto ha luogo solo in setting strutturati.

36. Quali sono le tre dimensioni della cura?. Merimma, epimeleia e therapeia. Merimma, maieutica e attenzione. Merimma, epimeleia e funzionalità.

37. Cos’è l’educabilità?. Guardare all’allievo non in relazione ai suoi limiti, ma in riferimento alle sue potenzialità residue, promuovendo azioni e scelte educative compatibili con le capacità/possibilità. Forzare l’allievo a superare i propri limiti senza tener conto delle sue potenzialità. Fornire all’allievo una stampella da cui dipendere.

38. Cosa si intende con fioritura dell’essere?. Avere cura dell’esserci, rispondere alla chiamata di salvaguardare e far fiorire il poter essere possibile proprio dell’esistenza. Educare alla non violenza, alla condivisione e all’ascolto per far fiorire l’alunno in un contesto di empatia. Avere cura di non essere troppo presenti per non interferire troppo nello sviluppo dell’alunno.

39. Cos’è il counseling?. È la strategia di aiuto per cui l’educatore non ha il compito di fare o dare qualcosa, ma ha la funzione di aiutare la persona a definire il problema, a imparare a gestirlo, assumendosi pienamente la responsabilità delle scelte compiute. È la strategia di aiuto per cui l’educatore ha il compito di agire significativamente con un intervento mirato, ha la funzione di aiutare la persona a svolgere un compito preciso. È la strategia di aiuto per cui l’educatore ha la funzione di aiutare la persona a capire le sue difficoltà. L’educatore interviene con una serie di consulenze volte al superamento delle difficoltà.

40. Cos’è l’ascolto attivo?. Ascolto che comporta l’interazione con l’utente con un feedback su quello che si è appena ricevuto da chi parla. Ascolto filtrato, che seleziona le informazioni più importanti e le rielabora seguendo i propri modelli mentali. Ascolto che restituisce come uno specchio quello che viene detto.

41. Quali sono le caratteristiche fondamentali che un educatore deve avere?. Evitare atteggiamenti di impotenza o onnipresenza, attivare una relazione asimmetrica, accettazione incondizionata dell’altro, ascolto attivo dello studente. Attivare una relazione orizzontale, evitare atteggiamenti suadenti, ascolto attivo. Evitare atteggiamenti di impotenza o onnipresenza, attivare una relazione simmetrica, accettazione incondizionata dell’altro, avere un’interpretazione personale dello studente.

42. Che cos’è l’autobiografia?. Una strategia educativa per avviare una meta-riflessione sul proprio vissuto. È il racconto retrospettivo in prosa che un individuo reale fa della propria esistenza. Una strategia didattica per avviare una meta-riflessione sul proprio vissuto scolastico.

43. Il rapporto fra insegnante e allievo è buono quando si fonda su: Franchezza e trasparenza, considerazione, interdipendenza, di distinzione e rispetto delle reciproche necessità. Franchezza e trasparenza, considerazione, sarcasmo, distinzione e rispetto delle reciproche necessità. Franchezza e trasparenza, aspetto giudicante, interdipendenza, distinzione e rispetto delle reciproche necessità.

44. Per gli insegnanti come si declina la cura. Attenzione, valorizzazione dell’alunno, lavorare sull’autonomia, dare regole, creare contatto fisico non intrusivo, ascoltare, far pensare. L’amore, l’affetto e la voglia di aiutarsi. Fornire significative relazioni d’aiuto, rendendo dipendente l’alunno dalla propria presenza.

45. In ambito educativo didattico cosa significa relazione significativa?. Far sì che il “sapere” trasmesso dall’insegnante rimanga lungo nell’allievo. Posizione di asimmetria necessaria tra docente e discente che presuppone che chi dà aiuto a la competenza per farlo. Capacità di instaurare una relazione d’aiuto con consapevolezza e intenzionalità padroneggiando razionalmente le nostre abilità e la nostra personalità.

46. In ambito della cura, cosa si intende con sostanza relazionale?. La necessità che l’essere umano ha di relazionarsi con gli altri per poter essere nel mondo. La sostanziale volontà che ogni essere umano ha di superare le prove. La condizione in cui gli esseri umani sono sempre in divenire.

47. In ambito della cura, che cos’è l’incompiutezza?. La condizione in cui gli esseri umani sono sempre in divenire. La condizione in cui gli esseri umani hanno schemi mentali rigidi e modificabili. La necessità che l’essere umano ha di relazionarsi con gli altri per poter essere nel mondo.

48. Come può essere definita l’ineducabilità?. Un pregiudizio che non tiene conto del poter essere possibile. Osservazione dei limiti e delle potenzialità. Quando un allievo non può essere educato e l’insegnante non deve far nulla.

49. Come interpreta Heidegger il doppio senso della cura?. Come procurare cose e come dedizione all’altro. La cura ha bisogno di intelligenza, curiosità, pazienza. La cura aiuta a dare senso, ovvero significato ai diversi aspetti della nostra vita.

50. Cosa è per Folgheraither la relazione d’aiuto?. Ha luogo dall’incontro tra due individui, uno in condizioni di sofferenza conflitto disabilità l’altro in una posizione di superiore adattamento competenza e abilità. Quando uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell’altro la crescita, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato che integrato. La scoperta o conferma del fatto che ciò che accade ad uno dei protagonisti agirà sull’altro e viceversa.

51. Cosa implica avere riguardo per l’altro?. Essere capaci di uno sguardo attento alla sua unicità. Essere capace di osservare l’alunno. Valutarlo sempre positivamente.

52. Cosa mette a fuoco la relazione di aiuto secondo Rogers?. L’intenzionalità di cambiare e far crescere il soggetto in difficoltà. La non intenzionalità delle proprie azioni. L’intenzionalità di non far crescere il soggetto in alcun modo.

53. cosa si intende per istruzione?. Trasmissione o insegnamento di nozioni, informazioni e tecniche relative a un certo ambito del sapere. Fa riferimento al contesto scuola/università. Riempire dei vasi vuoti. Educare esclusivamente al rispetto delle regole.

54. Cosa significa Epimeleia (Platone)?. L'aver cura che coltivava l’essere per far fiorire. Prendersi cura della natura. Far sì che gli altri si prendano cura di noi.

55. Cosa significa Merimna?. La cura ha a che fare con il bisogno di procurare cose che ci consentano di conservare la nostra vita biologica. La cura ha a che fare con il bisogno di cultura. Prendersi cura di ogni essere vivente.

56. Per i docenti, come si declina la cura?. Dare regole (motivandole, condividendole, vivendole in modo ludico/con autorevolezza). Dare regole rigide senza fornire alcuna spiegazione. Dare regole e farle mettere in pratica in modo autoritario.

57. per gli insegnanti, come si declina la cura?. Creare contatto fisico non intrusivo (carezza, coccola). Non creare mai e in alcun caso alcun contatto fisico. Creare un contatto fisico intrusivo.

58. Per gli insegnanti, come si declina la cura?. Ascoltare. Parlare esclusivamente. Farsi ascoltare.

59. Per gli insegnanti, come si declina la cura?. Dare tempo alla relazione da costruire. Pretendere che la relazione si costruisca in modo immediato. Non dare tempo alla relazione da costruire.

60. Per gli insegnanti, come si declina la cura?. Tutte le risposte sono corrette. Favorire l’elaborazione e l’espressione di sentimenti ed emozioni. Far pensare e creare comunicazione nei contenuti significativi e creare routines.

61. Qual è la differenza tra cura e Care?. CURA: agisco nella sfera riparativa - CARE: agisco nella sfera promotiva. CURA: agisco nella sfera promotiva – CARE: agisco nella sfera riparativa. Sono la stessa cosa.

62. Qual è la metafora dell’educatore come coltivatore?. L’educatore si comporta come il coltivatore che si prende cura della piantina. L’allievo deve costruire il proprio sapere e io devo aiutarlo – AES. L’arte di far partorire le anime, capacità di tirar fuori conoscenze e verità dal soggetto. Il bambino non è un vuoto da riempire ma un pieno da configurare.

63. qual è la metafora della maieutica?. L’arte di far partorire le anime, capacità di tirar fuori conoscenze e verità dal soggetto. Il bambino non è un vuoto da riempire ma un pieno da configurare. L’educatore si comporta come il coltivatore che si prende cura della piantina. L’allievo deve costruire il proprio sapere e io devo aiutarlo – AES.

64. Quali sono le matrici che compongono l’educazione?. Educare (nutrirsi) – Ex-ducere (tirar fuori). Educare (care dall’inglese) - Ex-ducere (potenziare). Educare (riempire) . Ex-ducere (tirar fuori).

65. Quali sono le posture dell’esserci essenziali per agire con cura?. Sentirsi responsabili, tensione nativa (gratuità), avere riguardo per l’altro. Avere riguardo per se stessi, responsabilizzare l’altro. Tensione emotiva, richiesta esplicita.

66. Qual è la metafora di Mario Rodi?. Il bambino non è un vuoto da riempire ma è un pieno da configurare. L’arte di far partorire le anime, capacità di tirar fuori conoscenze e verità del soggetto. L’educatore si comporta come il coltivatore che si prende cura della piantina. L’allievo deve costruire il proprio sapere e io devo aiutarlo – AES.

67. Quali metafore possiamo utilizzare per descrivere l’esperienza educativa?. Metafora dell’educatore come coltivatore, metafora della maieutica. Metafora della maieutica e metafora del mondo. Metafora del mondo, metafora della pioggia.

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