option
Cuestiones
ayuda
daypo
buscar.php

Psyco Apprendimento lez 42-58

COMENTARIOS ESTADÍSTICAS RÉCORDS
REALIZAR TEST
Título del Test:
Psyco Apprendimento lez 42-58

Descripción:
Cantoia/Sansoni Novembre 2025

Fecha de Creación: 2025/11/15

Categoría: Otros

Número Preguntas: 119

Valoración:(0)
COMPARTE EL TEST
Nuevo ComentarioNuevo Comentario
Comentarios
NO HAY REGISTROS
Temario:

01. Non è una tipologia di interdipendenza positiva: dei ruoli. delle risorse. di identità. dei risultati.

02. Le fasi della gestione dell'apprendimento cooperativo per il formatore sono: progettare l'attività, gestire il contesto, valutare il singolo e il processo. progettare l'attività, gestire il contesto, valutare il gruppo. progettare l'attività, consolidare le precompetenze, valutare il gruppo e il singolo. progettare l'attività, gestire il contesto, valutare il gruppo e il singolo.

03. Nella costituzione dei gruppi cooperativi, occorre considerare: durata del gruppo e tipologia di costruzione. tipologia di costruzione e età dei soggetti. durata e ampiezza del gruppo, tipologia di costruzione. tipologia di costruzione e ambito disciplinare di riferimento.

04. I principi dell'apprendimento cooperativo sono: competenze sociali e valutazione di gruppo. interdipendenza positiva e interazione costruttiva. responsabilità individuale. tutte le opzioni proposte.

05. Le competenze relazionali di base per l'apprendimento cooperativo sono: conoscersi e fidarsi, risolvere i conflitti, comunicare. vero. vero, includendo anche l'accettarsi e sostenersi. vero, ad eccezione della comunicazione. falso.

06. Non è una tipologia di interdipendenza: individualismo. interdipendenza positiva. nessuna delle opzioni proposte. interdipendenza negativa.

01. Nell'apprendimento cooperativo si valutano: il piano dei processi e delle relazioni. il piano dei contenuti e delle relazioni. il piano dei contenuti e dei processi. tutte le opzioni proposte.

02. Nell'apprendimento cooperativo la valutazione è responsabilità: ogni gruppo è valutato dagli altri. dei formandi. del docente/formatore. del docente/formatore e dei formandi.

03. Nella valutazione dell'apprendimento cooperativo si possono usare schede di rilevazione, checklist, osservazione informale. vero, ad eccezione dell'osservazione. vero, ad eccezione delle checklist. vero. falso.

01. Il contatto oculare: ha sempre valenza positiva. varia molto in base alla cultura di riferimento. è essenziale per la comunicazione. è ricercato in tutte le culture.

02. La voce è una sostanza fonica che comprende riflessi, caratterizzatori vocali, vocalizzazioni, caratteristiche extralinguistiche e paralinguistiche. non comprende le vocalizzazioni. non comprende i riflessi. vero. falso.

03. Fanno parte dei gesti: emblemi e pantomime. tutti le opzioni proposte. emblemi e imitazioni. pantomime e ripercussioni.

04. I gesti sono: un sistema di organizzazione del tempo nella comunicazione. un sistema di organizzazione dello spazio interpersonale nella comunicazione. azioni motorie coordinate e circoscritte che generano un significato. sono l’insieme delle azioni di contatto in un atto comunicativo.

05. Qualità paralinguistiche della voce, espressioni facciali, gesti, sguardo, prossimità, aptica e postura sono processi e fenomeni che costituiscono l'insieme della CNV. vero tranne lo sguardo. vero tranne la voce. falso. vero.

06. La zona personale prevede distanze di: 0-0,5 m. 0,5-1 m. > 4 m. 1-4 m.

07. La zona pubblica prevede distanze di: > 4 m. 0-0,5 m. 1-4 m. 0,5-1 m.

08. La zona sociale prevede distanze di: > 4 m. 0,5-1 m. 0-0,5 m. 1-4 m.

09. La zona intima prevede distanze di: 0,5-1 m. > 4 m. 1-4 m. 0-0,5 m.

10. Il sorriso indica disponibilità a cooperare ed è un promotore dell’affinità relazionale con funzione. emotiva e sociale. sociale. cognitiva. emotiva.

11. Il contesto è l’insieme delle condizioni, delle opportunità, delle restrizioni e dei vincoli spaziali, temporali, relazionali, istituzionali e culturali che genera un messaggio di senso. genera un messaggio di senso insieme al testo. falso. vero. genera un messaggio di senso insieme all'intenzione.

12. il silenzio: è una comunicazione strategica chiara. le regole del silenzio sono trasversali alle diverse culture. è una comunicazione strategica ambigua. è assenza di comunicazione.

13. Non è vero che il contesto: implica sviluppo. è costituito dalla persona che agisce nel e in relazione con un determinato ambiente. dipende dalle persone e dalla loro memoria. è individuale.

14. Intenzione significa: autonomia e volontarietà. tutte le opzioni proposte. direzionalità e volontarietà. direzionalità e soggettività.

15. L'intenzione-in-azione è: lo scopo iniziale di un'azione. il monitoraggio dell'azione nel suo corso. la progettazione di un’azione. la capacità di intervenire in modo intenzionale nell’imprevisto.

16. L''intenzione antecedente è: la capacità di intervenire in modo intenzionale nell’imprevisto. lo scopo iniziale di un'azione. la progettazione di un’azione. la previsione degli esiti di un'azione.

17. Il principio di cooperazione stabilisce che coloro che conversano cercano di fare in modo che: Non sorgano conflitti. Si riesca a comunicare. Non si perda tempo. gli interlocutori siano soddisfatti.

18. Tommaso è stato dichiarato colpevole di omicidio. Di conseguenza viene incarcerato per i prossimi dieci anni. Secondo Austin, si tratta di un atto: perlocutorio. illocutorio. comunicativo. locutorio.

19. In base alla massima della qualità, il parlante deve: evitare di essere ambiguo, oscuro o prolisso. fornire un contributo vero, dicendo solo cose comprovate. fornire contributi pertinenti, intervenire quando necessario. tutte le opzioni proposte.

20. Il contesto implicito è dato da. il mondo di riferimenti del parlante. parole, gesti, espressioni ed elementi della CNV. tutte le opzioni proposte. il mondo di riferimenti che il parlante condivide con l'interlocutore.

21. Le funzioni base della comunicazione sono: funzione dichiarativa, linguistica, espressiva. funzione proposizionale, relazionale, espressiva. funzione proposizionale, relazionale, emotiva. funzione proposizionale, culturale, linguistica.

22. Il processo di intenzionalizzazione consiste nel: interpretare un messaggio. condividere un obiettivo comunicativo. manifestare un’intenzione. comunicare un messaggio.

23. Secondo Grice, l’intenzionalità comunicativa consiste nel: voler accompagnare il processo di decodifica del destinatario. voler rendere consapevole il destinatario di qualcosa. voler aumentare le informazioni possedute dal destinatario. voler entrare in relazione con l'interlocutore.

24. Le strategie comunicative: sono generalizzabili. implicano un processo di calibrazione affettiva e cognitiva del messaggio. sono stabili. tutte le opzioni proposte.

25. In assenza di intenzionalità reciproca non si ha: comunicazione. relazione. contenuto. informazione.

26. I parametri delle caratteristiche paralinguistiche sono: tono, durata, ritmo. Tono, intensità, tempo. Tono, durata, accento. Altezza, intensità, ritmo.

27. Lo sguardo dura in media: 1,5 secondi. 2.5 secondi. 3 secondi. 5 secondi.

28. Mara ha l’intenzione comunicativa di manifestare la sua rabbia al proprio capo per la paga molto bassa. Secondo Austin vuole compiere: un atto illocutorio. un atto fatico. un atto locutorio. un atto perlocutorio.

01. Si parla di “uso conversazionale” di un termine quando: il bambino comprende il significato di un termine, ma non distingue ancora il contesto nel quale viene utilizzato. il bambino riconosce il contesto nel quale viene utilizzato un termine pur non comprendendone il significato. il bambino riconosce il contesto nel quale viene utilizzato un termine e ne comprende il significato. il bambino ha acquisito l’uso di un termine in tutti i contesti conversazionali.

02. La comunicazione funzionale è: a) accettante; b) stimolante; c) fondata su motivazioni estrinseche; d) incoraggiante; e) non incerta o imprevista; f) non differenziata. d, e, f. a, b, d. a, b, c, d, e, f. b, c, e.

03. Le implicature sono: a) inferenze che aiutano a determinare il significato di un enunciato; b) distinte in convenzionali e conversazionali; c) scalari se contravvengono il principio di qualità. A, c. A, b. A, b, c. b, c.

01. Tra i principi della comunità di apprendimento ricordiamo: contenuti e valutazione. azione e riflessione. cultura e ordine. collaborazione e motivazione.

02. All'interno delle comunità di pratiche, l’apprendimento: è un atto sociale, guidato dalle esigenze della comunità. tutte le opzioni proposte. è situato e contribuisce alla formazione dell’identità. è distribuito tra le persone e gli artefatti.

03. I luoghi “interni ” dell'apprendimento: permettono di acquisire competenze o capacità rilevanti nella cultura di appartenenza. permettono di acquisire competenze o capacità intellettuali. permettono di acquisire competenze o capacità rilevanti nella quotidianità e nelle relazioni. permettono di acquisire competenze e capacità che motivano valorialmente all’apprendimento.

04. Il modello del setting di Antonietti prevede: spazio di azione, progetto strutturale, azioni, senso. spazio di azione, impalcature, atteggiamento, senso. spazio di azione, progetto strutturale, atteggiamento, valore. spazio di azione, progetto strutturale, atteggiamento, senso.

05. L'apprendistato cognitivo richiede tre principali operazioni mentali: articolazione, organizzazione, esplorazione. articolazione, riflessione, confronto. articolazione, riflessione, esplorazione. selezione, riflessione, esplorazione.

06. Nel modello di setting di Antonietti, lo "schema organico e coerente rispetto agli obiettivi e alle modalità sottese agli elementi concreti" è detto: spazio di azione. progetto strutturale. atteggiamento. sfondo.

07. Tra i principi della comunità di apprendimento ricordiamo: contenuti e cultura. tutte le opzioni proposte. collaborazione e riflessione. percorsi di sviluppo e azione.

08. Nel modello sistematico di Bronfenbrenner, l’insieme degli schemi di attività, dei ruoli e delle relazioni interpersonali all'interno del contesto immediato del soggetto costituisce: il Macrosistema. il Microsistema. il Mesosistema. l'Esosistema.

09. Le fasi dell'apprendistato cognitivo sono: modellamento, coaching, metacognizione, scaffolding. modellamento, coaching, fading, scaffolding. modellamento, coaching, fading, supervisione. modellamento, rinforzo, fading, scaffolding.

10. Nel modello sistematico di Bronfenbrenner, l’interconnessione dei microsistemi che comprende anche situazioni non attualmente presenti, ma influenti, del passato o del futuro, costituisce: l'Esosistema. il Mesosistema. il Microsistema. il Macrosistema.

11. Non è vero che il setting: è costituito dalla persona che agisce nel e in relazione con un. implica sviluppo. è individuale. dipende dalle persone e dalla loro memoria. determinato ambiente.

12. Nel modello sistematico di Bronfenbrenner, le situazioni ambientali in cui si verificano eventi che determinano o sono a loro volta determinati da ciò che accade nella situazione ambientale dell'individuo, ma non lo vedono coinvolto attivamente in modo diretto, costituiscono: il Macrosistema. il Mesosistema. l'Esosistema. il Microsistema.

13. Nel modello sistematico di Bronfenbrenner, gli aspetti comuni ai sottosistemi di una cultura che ne influenzano i cambiamenti a cascata, costituiscono: il Mesosistema. l'Esosistema. il Macrosistema. il Microsistema.

14. Nel modello sistematico di Bronfenbrenner, la possibilità di cambiamento è funzione di: nessuna delle opzioni proposte. entrambe le opzioni proposte. coinvolgimento in attività responsabili, centrate su un compito e condivise con persone più esperte. partecipazione a situazioni ambientali culturalmente eterogenee.

15. Nel modello sistematico di Bronfenbrenner, «attività molari» sono: la manifestazione principale e più immediata dell’apprendimento. tutte le opzioni proposte. attività che hanno un significato e uno scopo, che sono significative per il soggetto. indicatori dell’evoluzione personale dell’individuo e degli influssi che questi ha subìto dall’ambiente.

16. I luoghi “esterni” dell'apprendimento: permettono di acquisire competenze o capacità rilevanti nella cultura di appartenenza. permettono di acquisire competenze e capacità che motivano valorialmente all’apprendimento. permettono di acquisire competenze o capacità pratiche. permettono di acquisire competenze o capacità rilevanti nella quotidianità e nelle relazioni.

01. Lo sfondo: è predisposto dal formatore. è predisposto dal formatore, ma si realizza pienamente nell'interpretazione del formando. è definito dal formando. è predisposto dal formatore, ma deve essere approvato dal formando.

02. Il patto formativo non definisce: le modalità e i tempi di lavoro. i presupposti (teorici, culturali, ecc.). nessuna delle opzioni proposte. le regole del setting.

03. Il nome del modello CASCO significa: Capacità, Anticipazione, Strategia, Competenze sociali e personali, Obiezioni. Capacità, Associazione, Sperimentazione, Competenze sociali e personali, Osservazione. Contesto, Associazione, Sperimentazione, Confronto, Osservazione. Contesto, Ampliamento repertorio strategico, Sperimentazione, Competenze sociali e personali, Osservazione.

04. L'ultimo obiettivo del Modello CASCO è l'osservazione, intesa come: osservazione dei comportamenti. osservazione dei risultati. osservazione di sé e del mondo. osservazione e ascolto attivo di sé e del mondo.

01. Rispetto alle epistemologie personali, la dimensione della "natura della conoscenza", comprende credenze: relative al grado di semplicità e le fonti della conoscenza. relative al grado di certezza e di giustificabilità della conoscenza. relative al grado di certezza e di semplicità della conoscenza. sulle fonti e le giustificazioni della conoscenza.

02. Le dimensioni delle epistemologie personali riguardano: le tipologie della conoscenza e il processo del conoscere. la natura e la valutazione della conoscenza. la natura della conoscenza e il processo del conoscere. la natura della conoscenza e gli effetti del processo del conoscere.

03. Secondo Schommer, le dimensioni delle epistemologie personali comprendono: tutte le opzioni proposte. grado di certezza e organizzazione. controllo e velocità di acquisizione. nessuna delle opzioni proposte.

04. Secondo Schommer, le dimensioni delle epistemologie personali comprendono: tutte le opzioni proposte. origine e grado di certezza. nessuna delle opzioni proposte. controllo e velocità di acquisizione.

05. Rispetto alle epistemologie personali, la dimensione del "processo del conoscere", comprende credenze: relative al grado di certezza e di giustificabilità della conoscenza. relative al grado di certezza e di semplicità della conoscenza. relative al grado di semplicità e le fonti della conoscenza. sulle fonti e le giustificazioni della conoscenza.

06. Non è vero che le epistemologie personali: sono influenzate dalla struttura del materiale. sono influenzate dall’ambiente di apprendimento. sono stabili rispetto ai diversi domini specifici. quelle rispetto alla velocità dell’apprendimento, la costruzione del sapere e le caratteristiche degli studenti di successo risentono delle differenze culturali.

07. Le epistemologie personali: riguardano ciò che un individuo ha appreso in ambito scolastico su che cosa significa imparare a studiare. sono visioni consapevoli. non incidono sulla definizione degli obiettivi,né forniscono standard per la valutazione. sono intuizioni socialmente condivise circa la natura della conoscenza e dell’apprendimento.

08. Secondo Magolda, l'affermazione che la conoscenza evolve ed è la capacità individuale di valutare un contesto per definire una propria posizione, caratterizza la visione: visione contestuale. visione indipendente. visione transizionale. visione assoluta.

09. Secondo Magolda, la messa in discussione dell’idea dell’autorità come unica fonte del sapere e la valorizzazione delle opinioni individuali caratterizzano la visione: visione transizionale. visione contestuale. visione indipendente. visione assoluta.

10. Secondo Magolda, la graduale accetazione dell’incertezza del sapere caratterizza la visione: visione contestuale. visione transizionale. visione assoluta. visione indipendente.

11. Secondo Magolda, l'affermare che la conoscenza è certa e le autorità sono onniscienti caratterizza la visione: visione contestuale. visione transizionale. visione indipendente. visione assoluta.

12. Le visioni dell'apprendimento di Magolda sono: assoluta, transizionale, interdipendente, contestuale. assoluta, transizionale, indipendente, sociale. assoluta, transizionale, dipendente, contestuale. assoluta, transizionale, indipendente, contestuale.

01. La Prospettiva fenomenografico-soggettiva di Säljö distingue: 3 categorie su 2 livelli distinti in base al riferimento al significato. 5 categorie su 2 livelli distinti in base al riferimento al significato. 5 categorie su 2 livelli distinti in base al riferimento alle azioni. 4 categorie su 2 livelli distinti in base al riferimento alle azioni.

02. Lo studio delle concezioni dell’apprendimento è stato intrapreso con due principali approcci, la cui definizione più completa è: Approccio Fenomenografico e Approccio Culturale. Approccio Analitico e Approccio Olistico. Approccio Fenomenografico – soggettivo e Approccio Culturale – intersoggettivo. Approccio Fenomenografico – intersoggettivo e Approccio Culturale – soggettivo.

03. La prospettiva di Bruner prevede quattro visioni: imitazione, acquisizione di conoscenza proposizionale, scambio intersoggettivo, gestione della conoscenza obiettiva. imitazione, acquisizione di conoscenza proposizionale, scambio intersoggettivo, gestione della conoscenza soggettiva. imitazione, acquisizione di conoscenza procedurale, scambio intersoggettivo, gestione della conoscenza obiettiva. imitazione, acquisizione di conoscenza proposizionale, scambio oggettivo, gestione della conoscenza obiettiva.

04. Il QAPCOL rileva: gli stili di pensiero. le epistemologie personali. le concezioni dell’apprendimento. le conoscenze metacognitive sul metodo di studio.

05. Apprendere è capacità di riprodurre e collegare un contenuto memorizzato. Nel modello di Säljö, questa posizione rispecchia la categoria: Processo interpretativo nella comprensione della realtà. Memorizzazione. Crescita della conoscenza. Applicazione di fatti e procedure tramite usi pratici.

06. Si apprende con modalità recettiva e la responsabilità dell’apprendimento è esterna all’individuo. Nel modello di Säljö, questa posizione rispecchia la categoria: Processo interpretativo nella comprensione della realtà. Applicazione di fatti e procedure tramite usi pratici. Memorizzazione. Crescita della conoscenza.

07. Uno dei due principali contributi allo studio delle concezioni dell’apprendimento è dato dall'approccio: Approccio Fenomenografico – soggettivo. nessuna delle opzioni proposte. Approccio Fenomenografico – intersoggettivo. Approccio Culturale – soggettivo.

08. Le dimensioni strutturali delle concezioni dell’apprendimento sono: convinzioni, motivazioni, controllo metacognitivo. convinzioni, pensieri attivati, controllo metacognitivo. convinzioni, emozioni attivate, conoscenza metacognitiva. convinzioni, emozioni attivate, controllo metacognitivo.

09. L'apprendimento è cambiamento della persona e del suo modo di ragionare. Nel modello di Säljö, questa posizione rispecchia la categoria: Crescita della conoscenza. Astrazione di significato. Processo interpretativo nella comprensione della realtà. Memorizzazione.

10. La prospettiva fenomenografico-soggettiva di Säljö contrappone le visioni: superficiale/profonda. semplice/strutturata. quantitativa/qualitativa. di I /II grado.

11. L'apprendimento è una corresponsabilità discente/docente, funzionale all’applicazione e all’adattamento dei contenuti. Nel modello di Säljö, questa posizione rispecchia la categoria: Applicazione di fatti e procedure tramite usi pratici. Crescita della conoscenza. Astrazione di significato. Processo interpretativo nella comprensione della realtà.

01. Il Conflitto Cognitivo insorge: per l’inadeguatezza del modello nello spiegare la realtà osservata. per l'inadeguatezza del soggetto nel comprendere la realtà osservata. per l’inadeguatezza delle conoscenze nello spiegare la realtà osservata. per l'inadeguatezza dei ragionamenti nello spiegare la realtà osservata.

02. I modelli mentali concettuali si distinguono in: monadici, relazionali, metalinguistici, insiemistici. relazionali, spaziali, temporali, cinetici, dinamici. monadici, relazionali, metalinguistici, sistemici. relazionali, spaziali, temporali, cinetici, culturali.

03. Le teorie implicite: tutte le opzioni proposte. sono teorie non formalizzate. incidono sul comportamento, gli atteggiamenti e le valutazioni delle persone. sono micro-teorie che riguardano aspetti generali e specifici della realtà.

Il modello mentale è: un'interpretazione coerente della realtà. entrambe le opzioni proposte. nessuna delle opzioni proposte. un'organizzazione cognitiva strutturata.

05. Il modello mentale non è: un'entità solida e resistente che viene abbandonata o modificata a fatica. un insieme integrato di elementi tra loro altamente coesi. un'entità solida e resistente cui ci si affida per spiegare il mondo. un'entità solida e resistente che viene continuamente modificata.

06. I modelli mentali fisici si distinguono in: tutte le opzioni proposte. relazionali, spaziali, temporali, cinetici, culturali. relazionali, spaziali, temporali, cinetici, dinamici. monadici, relazionali, metalinguistici, insiemistici.

07. I modelli mentali sono assimilabili a: convinzioni. rappresentazioni concettuali. credenze. opinioni.

08. Rispetto agli aspetti sintattici, i modelli mentali: sono finiti e discreti. tutte ke opzioni proposte. omogenei al loro interno. le loro componenti sono interconnesse semplicemente associate.

09. Le teorie implicite: variano in base alle conoscenze specifiche dell’individuo. variano in base al modo di concettualizzare e interpretare l’esperienza. tutte le opzioni proposte. variano in base all’esperienza.

10. Il cambiamento concettuale rappresenta: il cambiamento di posizione su un dato argomento. la fase di passaggio da conoscenze di ordine inferiore a conoscenze di ordine superiore. la fase di passaggio da un modello mentale di ordine inferiore a uno di ordine superiore. la fase di passaggio da processi mentali di ordine inferiore a processi di ordine superiore.

01. Secondo il modello dell'apprendimento dell'associazione, il docente provvede a: accertare le competenze iniziali ed evidenziarne eventuali inadeguatezze. cogliere la totalità e le strutture dei contenuti di studio. segmentare e sequenziare i contenuti in sotto-unità. presentare casi paradigmatici.

La rilevazione dei modelli dell'apprendimento è finalizzata a: a) rilevare i modelli impliciti dei formandi; b) rendere gli studenti consapevoli dei propri modelli; c) sostenere i docenti nell’approccio alle novità didattiche o nella sperimentazione; d) definire una valutazione psicodiagnostica degli studenti. a + d. b + d. a + b + c. a + b.

03. Nel modello costruttivista, il discente deve: verificare l’applicabilità del principio a casi analoghi. spiegare i legami sussistenti tra ogni unità informativa e quelle adiacenti. cogliere i collegamenti tra varie unità. elaborare una struttura cognitiva coerente che superi quella precedente.

04. I modelli dell'apprendimento possono essere analizzati in funzione: tutte le opzioni proposte. dei contenuti dai quali partono. delle operazioni che attivano e presuppongono. nessuna delle opzioni proposte.

05. Rispetto all'apprendimento, il termine "modello" si riferisce a: Teorie e modelli teorici. Tutte le opzioni proposte. Scuole di pensiero e orientamenti. Metodologie, procedure e tecniche.

06. Nel modello della scoperta, il discente deve: cogliere i collegamenti tra varie unità. verificare l’applicabilità del principio a casi analoghi. spiegare i legami sussistenti tra ogni unità informativa e quelle adiacenti. elaborare una struttura cognitiva coerente che superi quella precedente.

07. Il modello dell'attività considera il discente: vuoto, passivo. vuoto, attivo. pieno, passivo. pieno, attivo.

08. Nel modello del campo, l'apprendimento è un processo di: di rinforzo/punizione per cementare le catene associative. problem solving e motivazione alla ricerca di soluzioni. ristrutturazione. in cui cogliere vettori/forze, relazioni, strutture globali sulla base di principi innati e universali.

09. Nel modello del campo, il docente deve: sollecitare ipotesi e guidare alla formazione di nuove strutture. fare domande e invitare all’assunzione di più prospettive. individuare rapporti e linee di forza. trovare/esplicitare i legami tra le unità.

10. Il modello del processo di insegnamento e apprendimento di Antonietti si fonda sui seguenti assi: attivo-passivo e interno/esterno. vuoto-pieno e attivo-passivo. vuoto-pieno e interno/esterno. tutte le opzioni proposte.

11. Non è vero che le mappe concettuali: sono più efficaci se realizzate individualmente. favoriscono l’organizzazione e la strutturazione delle conoscenze. permettono il passaggio da obiettivi di prestazione a quelli di comprensione;. rendono evidente l’esistenza di lacune o misconcezioni.

12. I benefici dell'apprendimento per scoperta sono di ordine: motivazionale, cognitivo, metodologico. motivazionale, cognitivo, organizzativo. motivazionale, sociale, metodologico. motivazionale, di performance, cognitivo.

13. Non è vero che le mappe concettuali: facilitano discenti con DSA. integrano il codice verbale e quello visivo. facilitano la memoria di lavoro. sono un valido strumento di valutazione.

14. Nel modello dell'associazione, l'apprendimento è un processo di: in cui cogliere vettori/forze, relazioni, strutture globali sulla base di principi innati e universali. problem solving e motivazione alla ricerca di soluzioni. di rinforzo/punizione per cementare le catene associative. ristrutturazione.

01. Rinforzo e rinforzatore si riferiscono: agli approcci cognitivo-sociali all'apprendimento. al condizionamento operante. al condizionamento classico. alla legge dell'effetto.

02. La competenza è caratterizzata da: organizzazione, articolazione, flessibilità, contestualizzazione. organizzazione, articolazione, adattamento, contestualizzazione. organizzazione, articolazione, flessibilità, collegamento. organizzazione, analisi, flessibilità, contestualizzazione.

03. L'apprendimento attivo: comporta un'attività solamente motoria. comporta anche un'attività mentale. comporta solamente un’attività motorio-comportamentale. comporta solamente un'attività mentale.

04. Quando un comportamento viene rinforzato ogni volta che si verifica, si sta applicando un programma di rinforzo: variabile. casuale. continuo. a rapporto.

05. Quale delle seguenti affermazioni è vera?. sia i rinforzatori positivi sia quelli negativi diminuiscono la probabilità di avere una risposta. solo i rinforzatori negativi aumentano la probabilità di avere una risposta. sia i rinforzatori positivi sia quelli negativi aumentano la probabilità di ottenere una risposta. solo i rinforzatori positivi aumentano la probabilità di avere una risposta.

06. Secondo Skinner, il rinforzo è il processo che conduce il ratto a continuare a premere la leva che eroga cibo. Il rinforzatore è invece: il ratto. il cibo. l'erogatore del cibo. la leva.

07. La legge dell'effetto: è stata formulata da Thorndike. fa riferimento al comportamento di un gatto in una gabbia. tutte le precedenti. sostiene che le risposte che causano conseguenze soddisfacenti hanno una maggiore probabilità di essere ripetute.

08. La generalizzazione indica: Il mantenimento del condizionamento quando la risposta appropriata non è più rinforzata. La tendenza del condizionamento ad estendersi a stimoli simili. L’applicabilità del condizionamento all’apprendimento di processi complessi. L’applicabilità del condizionamento all’apprendimento umano.

09. L'esperimento del piccolo Albert fu svolto da: Watson. Skinner. Thorndike. Pavlov.

10. Nel condizionamento classico: il condizionamento è maggiore quando lo stimolo condizionato è presentato appena prima dello stimolo incondizionato. risposta condizionata e incondizionata sono identiche. risposta condizionata e incondizionata sono diverse. il condizionamento è maggiore quando lo stimolo condizionato è presentato appena dopo lo stimolo incondizionato.

11. Le ricompense come il cibo o l'acqua sono rinforzatori: negativi. primari. neutri. secondari.

12. Negli esperimenti di Pavlov, qual era lo stimolo incondizionato?. La salivazione. Il cibo. Il cane. Il suono del campanello.

Denunciar Test